USA 1940
Molte volte penso a come sia strana la vita, a come tutto possa cambiare in due minuti. Hai un vita meravigliosa, due genitori che ti amano, un fratello fantastico, e poi svanisce, ed era quello che mi era successo.
Come ogni mattina, mi sveglio e penso a tutto quello che mi è successo, alla morte dei miei genitori, alla scomparsa di mio fratello, ed a come a soli vent'anni, sia rimasto da solo, con una casa da mantenere e un lavoro duro. Non erano i miei piani, ma dopo la crisi di Wall Street di certo non posso lamentarmi. Il mio declino è iniziato dopo che mia madre contrasse la tubercolosi, e morì, mio padre dopo la sua morte non era più lo stesso, odiava la sua vita, tutto quello che aveva costruito, e non accettava l'idea di essere un fallito e di non riuscir più a mantenere la fabbrica di armi e munizioni, appartenuta alla nostra famiglia da generazioni.
E che strana la vita, dopo la sua morte io e mio fratello ci ritrovammo come dipendenti nella medesima fabbrica, acquista da un ricco magnate proveniente dalla Russia sovietica. Forse l'unica consolazione che avevo, e l'unica ancora che mi era rimasta era proprio mio fratello Itachi, ma per lui non era lo stesso, infatti sparì due anni dopo la morte di nostro padre. Ed come ogni mattina pensavo a dove fosse finito, e quella mattina non era diversa dalle altre.
Mi guardo allo specchio, i capelli ormai troppo lunghi e le miei occhiaie scavate che contornano i miei occhi color pece. Dormo poco ultimamente, sia per il lavoro, sia per la situazione politica e per lo scoppio della seconda guerra mondiale, la popolazione era scosta già dalla prima guerra mondiale, e la paura è tanta.
Qualche volta mi ritorna in mente una frase che ripeteva sempre mio padre;
"Sasuke, Itachi la guerra è una catastrofe che ti risucchia, anche se ne uscirai vivo...ti lascerà addosso segni in inimmaginabili"
Ed era quello che era successo, dopo la guerra nessuno era più lo stesso. Ma non posso pensare troppo al passato, e vorrei evitare anche di arrivare tardi a lavoro.Oggi è una noiosa, ma in effetti non c'è nulla di emozionante nell'assemblare armi. La fabbrica apparteneva alla famiglia Haruno, trasferitasi dalla Russia sovietica, intorno a gli anni trenta, il salario non è altissimo però mi permettere di vivere dignitosamente. L'odore del metallo e di cenere impesta tutta la fabbrica ed ormai per la cenere, i miei capelli e la mia pelle avevano lo stesso colore.
È un lavoro duro, e non tutti riescono asopportarlo, infatti molto spesso capitano incidenti, come questa mattina. Duranteil caricamento delle armi, per una prova generale, un proiettile è partito in pienovolto ad un dipendente , ed è stato un incidente tanto grave da far intervenire il proprietarioaccompagnato dalla figlia.
Nella fabbrica era scoppiato il caos e udivo il signor Haruno litigare animatamente con la figlia;
-" Padre se mi avessi ascoltata a quest'ora quell'uomo non sarebbe ferito"
"Sakura non posso pensare ad ogni minimo dipendente, devi smetterla, sono affari, stiamo in tempo di guerra e non puoi impietositi per tutti"
-"padre ma come può essere così insensibile!"
"Sakura bambina mia, capirai con il tempo, ora pensiamo ad avvisare i medici, pregando che l'uomo non muoia"
Rimasi dietro una colonna, udendo solo la loro conversazione, aspettando che fossero andati via, fortunatamente non mi aveva visto nessuno.
-"Ehi tu chi sei? Mica stavi ascoltando la conversazione ?
Udii una voce femminile dietro di me, cazzo ma come era possibile, l'unica donna in quel momento era la signorina Haruno, mi voltai cacciando il mio lato più strafottente.
Ma non ero pronto a quello che si pose davanti ai miei occhi, o meglio chi. È bellissima cazzo, solo questo riuscivo a pensare.
- "Non hai nulla da dire? Se non sparisci entro due secondi sarò costretta a far rapporto a mio padre"
La guardai dritto negli occhi, senza dire una parola e la superai senza urtarla.
Non sono mai stato un tipo interessato alle ragazze, anche se ho sempre attiravo la loro attenzione. Non sono mai stato come gli altri ragazzi, sia fisicamente che mentalmente, non ero il classico stereotipato americano, con capelli biondi e occhi chiari.
Ma attualmente non avevo neppure tempo di pensare alle ragazze, poiché il lavoro risucchiava 12 ore della mia giornata.Ma finalmente la giornata era quasi finita, anche se mi dovevo prolungare un'oretta in più per sistemare il campionario delle armi da distanza, ma sistemando le ultime cose nei magazzini della fabbrica inciampo su qualcosa.
-"Ma porca puttana, cosa cazzo è..."
"ma sei di nuovo tu, non è possibile, non mi stavi mica seguendo?"
Eravamo a meno di 5 cm l'uno dall'altra, sentivo il suo respiro crescere e il suo colorito diventare sempre più rosso. Era palese che provasse imbarazzo.-Scusami...mi dispiace tanto...solo che sono inciampato...non ti stavo seguendo, dovevo sistemare solo il magazzino"
La sua espressione si addolcì rapidamente.
"-Non scusarti, è stata colpa mia...per la mia curiosità ho intralciato il tuo lavoro...e..."
rimase fissarmi per un paio di secondi, come se fosse rimasta incantata
-Ehm...comunque il mio nome è Sakura... oggi non volevo arrabbiarmi con te, solo che litigare con mio padre mi rende nervosa, soprattutto quando si fa male altra gente per colpa sua...Shannaro, quanto mi fa arrabbiare quell'uomo.
Sembrava quasi buffa in quel momento, ma la mia espressione seria non fece trapelare nessuna risata.
-"comunque io sono Sasuke Uchiha, tsk"
però non mi diete neppure il tempo di concludere la frase, che guardandosi insistentemente l'orologio iniziò a baccagliare qualcosa
-"Oddio ma è tardissimo, spero di incontrarti di nuovo Uchiha Sasuke,"
Urlò istericamente, per poi correre via come un coniglio impaurito, certo che era un tipa strana, continuava a pensare la mia mente.
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the letter
RomanceDue realtà differenti, una situazione di crisi e guerra. Un amore complicato e troppe di difficoltà. Sasuke e Sakura due anime tormentate dal loro destino.