Sakura
In quel momento lo odiavo, odiavo tutto di lui. Il modo in cui mi aveva urlato in faccia, il modo in cui mi aveva afferrato, ed il modo in cui mi riteneva una bugiarda.
Odiare a morte ciò che ho amato da morire.
Non riuscivo a guardarlo in faccia, mi faceva così schifo da farmi vomitare.
Mi voltai senza rivolgergli uno sguardo, e salii in camera da letto. Non mi fermai neppure quando sentii la sua voce richiamarmi.
Mi faceva male tutto, il colpo e l'anima, come poteva credere che lo avessi tradito? Come?
Dopo che gli avevo dato tutto, corpo e spirito.
Piangere in silenzio è il momento più triste, quando tutti dormono, quando senti un nodo in gola e i tuoi occhi iniziano a diventare lucidi, quel momento quando stai urlando e nessuno ti sente.
Mi distesi su quel letto, troppo grande per una persona sola, e mi lascio circondare dai pensieri, finché non chiusi gli occhi.Io e lui sul letto prima di andare a dormire. Lui scherza con quello che sarà nostro figlio.
Mi tira la maglia su e avvicinandosi, mi fa delle piccole pernacchie e comincia a parlargli con voce dolce
-hei, amore di Papà. Ti sbrighi?
ci sono persone che non vedono l'ora di vedere gli occhi della mamma quando era piccola e non vedono l'ora di vederti, di stringerti, di cantarti la ninna nanna e chiamarti cucciolo, di insegnarti nuove cose, di insegnarti a dire "Papà!"Tutto ciò mi fa provare dei brividi ma alla sua ultima frase scoppiai in una fragoroso risata.
-No amore della mamma, così non ci siamo
dissi accarezzandoti la pancia
- È Mamma la prima parola che devi dire.
Affermai ridendo.
Lui diede la buonanotte al pancione e dopo avermi abbassato la maglia, imboccato le coperte, spense la luce. Mi diede un bacio sulla fronte e aggiunse"buonanotte Scricciolo"La luce del mattino mi irritava gli occhi, e solo là mi accorsi che era tutto un sogno, troppo bello per essere vero.
Quella mattina il mio viso era peggio del solito, le occhiaie ormai erano diventate le mie migliore amiche.
Il mio viso era stanco, gonfio e arrossato per colpa delle lacrime.
Mi feci una doccia bollente, nella speranza di lavare via tutta la stanchezza e la distrazione della sera precedente.
Indossai le prime cose che trovai nell'armadio, una camicia lunga e dei vecchi pantaloni di mio padre, troppo grandi ma che ormai erano miei da anni.
Cercai di trovare le parole adatte per affrontare Sasuke, lo odiavo tanto per quello che mia aveva detto ma allo stesso tempo lo amavo.
Mancavano 3 giorni alla sua partenza, e non volevo vivere nel rancore.Aprii la porta della camera, chiusa la sera prima a chiave e lo trovai disteso sul pavimento accanto la porta.
Aveva dormito lì tutta la sera nella speranza che lo aprissi, ma senza successo.
Aveva due grandi occhiai sotto gli occhi ed ormai gli abiti sgualciti.
Appena il mio piede solcò il corridoio, Sasuke spalancò gli occhi.
Era visibilmente stanco e triste, quasi quanto me.
La sua espressione era indecifrabile, imperscrutabile. Voleva dire tanto ma non ci riusciva o semplicemente non voleva.
Restammo a fissarci per secondi, che sembravano secoli finché non interruppero silenzio;-Sakura...io
-Sasuke ti prego non dire altro, ti prego...
E cercai di andarmene voltogli le spalle, ma non mi diede che il tempo di percorrere un passo, che mi afferrò da dietro cingendomi dal ventre, dove stava crescendo il nostro bambino.
-Sakura ti prego ascoltami, lo so che mi odi ed in questo momento mi odio anch'io, non sai quanto e mi pento di tutto.
Di averti urlanti in faccia, di averti data della bugiarda, di non averti creduta.
Lo so che non ti dimostro mai abbastanza quando ci tengo a te, e mi dispiace.Ma voglio che tu sappia che senza te non posso stare. E se per qualche strano e assurdo motivo un giorno ci dovessimo allontanare dimmi che mi guarderai ancora con quegli occhi che amo, ma non guardarmi con disprezzo, ma con gli occhi tuoi di cui mi sono innamorato. Che continueremo a guardarci e, facendo finta di odiarci, capirai ancora che io non rinuncerò mai a te.
Mi sono guardato dentro e mi sono schifato da solo e mi dispiace. Mi dispiace di essere un grandissimo errore.Non avevo mai visto questo lato di Sasuke, così fragile e sensibile.
Ma dire mi dispiace non funziona sempre, forse perché a volte lo usiamo come arma o come una scusa. Ma quando ci dispiace davvero, quando lo diciamo credendoci, nel modo giusto, 'mi dispiace' è una redenzione.
Ed in quel momento Sasuke ci credeva realmente.Mi girai per guardarlo in faccia e mentre con una mano gli scostavo i capelli, l'altra la posi sul mio ventre.
-Sasuke io ho paura, ho paura di tutto.
Ho paura di perderti, di questo bambino, di crescerlo da solo senza un padre.
Lo so che non era quello che volevamo, e che i nostri piani erano altri.
Ma questo bambino è una parte di noi, una parte di te.
Lo immagino già, piccolo e paffuto con due grandi occhioni e con i capelli scuri come la pece, come il suo papà.
Non importa quanto la nostra relazione possa andare male.Volevo solo dirti grazie dal profondo del mio cuore.Avevo bisogno di questo, avevo bisogno di te in questa vita.
Questo bambino è io nostro filo rosso del destino. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati: il grande amore, la nostra anima gemella. Le due persone così unite, sono destinate a incontrarsi, non importa il tempo che dovrà passare, le circostanze o le distanze che le separano. Perché, il filo rosso, sarà lunghissimo e fortissimo e non si spezzerà mai. Il legame che simboleggia è forte, indissolubile, e niente e nessuno potrà metterlo alla prova.
Sasuke qualsiasi cosa accada questo bambino sarà il mio miglior ricordo della nostra vita insieme.SPAZIO AUTRICE.
Forse questo è uno dei capitoli più romantici che abbia mai scritto
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the letter
RomanceDue realtà differenti, una situazione di crisi e guerra. Un amore complicato e troppe di difficoltà. Sasuke e Sakura due anime tormentate dal loro destino.