A capodanno, per tutto l'anno

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Grandi pulizie (18:00)

"Capodanno! Non sei contento? Forza, c'è da pulire tutto!!" disse allegra Carrie, porgendo con un sarcastico sorriso una scopa al fratello Carlo. Il ragazzo sbuffò, scuotendo i corti riccioli dorati. "Questo dovrebbe invogliarmi a farlo?" si lamentò, afferrando quell'oggetto come se fosse stato creato direttamente dal demonio. "Tra poco arriveranno, non possiamo lasciare la casa in queste condizioni!" Carlo si voltò verso la sorella, per ribattere a quell'osservazione, ma lei era già sparita oltre la porta, diretta probabilmente in giardino per ripulirlo dalle erbacce. Sua sorella amava il giardinaggio. Il giovane stringeva ancora la scopa in pugno e, finalmente, si decise ad usarla colpendo con rabbia il pavimento in pietra con la saggina. "Capodanno... non sei contento? Forza, c'è da pulire tutto..." ripeté con voce in falsetto, canzonando la sorella. Carrie adorava il Capodanno, per lui, invece, era un giorno come tutti gli altri. Sbuffò ancora, continuando a pulire quel grande pavimento del soggiorno. Presto sarebbero arrivati alcuni loro amici per festeggiare tutti insieme in quella grande casa, di proprietà degli zii di Carlo e Carrie. Un lieve sorriso si fece strada sulle labbra di Carlo, al pensiero. Certo, lui non amava il Capodanno, in compenso non provava alcun dispiacere nel rivedere Amanda, la sorella del suo migliore amico. Era zona proibita per lui, ma nessuno gli avrebbe potuto impedire di rifarsi un po' gli occhi. Prese a pulire con rinnovato vigore, appuntandosi mentalmente di ripulire il camino, così da poterlo accendere per scaldare l'ambiente... e convincere Amanda a togliersi qualche strato di vestiti. Improvvisamente gli parve di sentire un rumore alle sue spalle, vicino alla porta rimasta aperta. Non vi diede troppo peso, probabilmente si trattava di sua sorella che aveva terminato il lavoro in giardino. Quando il rumore si fece più vicino, Carlo si voltò, un sorriso beffardo stampato sul volto. "Volevi cogliermi di..." Le parole si fermarono in gola e il sorriso scomparve dal volto.

Dopo poco, Carrie fece ritorno in casa, rossa per il freddo e la fatica. "Carlo, ho bisogno del tuo aiuto, non riesco a fare tutto da sola!" Lievi nubi di vapore uscivano dalle sue labbra, quando varcò la porta di casa in cerca del fratello. La luce era spenta, strano. "Vuoi farmi uno scherzo?" disse la ragazza, scrutando l'oscurità alla ricerca di qualche movimento. "Oh, insomma, Amanda e Robin tra poco saranno qui, non c'è tempo di scherzare!" con rabbia Carrie premette l'interruttore della luce, per poi voltarsi nuovamente verso il salotto. Si fermò, rigida, impietrita. Il cappello che stringeva tra le mani cadde a terra. Suo fratello giaceva per terra, sopra un mare di sangue che quasi riempiva il pavimento, la scopa ancora stretta tra le sue mani. Ma quello che la colpì di più fu una scritta sul muro immacolato, tracciata col sangue del fratello. "Chi pulisce a Capodanno poi pulisce per tutto l'anno".

Una serata speciale (20:00)

Era il grande giorno. Lorenzo si allontanò dalla tavola, per controllare che tutto fosse pronto. Ogni cosa doveva essere perfetta per quella cena. La grande tovaglia rossa era pulita e stesa alla perfezione, i piatti erano ordinatamente riposti, le posate sistemate secondo il Galateo, i vari bicchieri puliti. Lorenzo ne afferrò uno e lo annusò. Perfetto: nessun odore. Il suo sguardo si spostò sul candelabro al centro della grande tavola, a Francesca sarebbe piaciuto da morire cenare a lume di candela il giorno di capodanno. E poi c'era il resto... Lorenzo e Francesca stavano insieme da tre mesi e, nonostante tutti i tentativi del ragazzo, la giovane aveva sempre posto un freno alle sue voglie. Ma questa volta sarebbe stato diverso, era tutto programmato. Una notte perfetta per un Capodanno perfetto.

Lorenzo si spostò nella camera da letto dei genitori, dove il grande letto matrimoniale era stato addobbato con rose e circondato da candele, per creare la giusta atmosfera. Che fortuna che quei bacchettoni avessero deciso di passare le feste da alcuni loro amici, questo gli permetteva di avere la casa libera. In quel momento il campanello suonò. Francesca era arrivata, puntuale alle venti. Lorenzo afferrò al volo un bicchiere già ricolmo di champagne, preparato in precedenza e si diresse con rapidità alla porta. La spalancò, sorridendo alla figura che gli si presentava davanti: una giovane con lunghi capelli color del grano e profondi occhi azzurri. Una Venera in terra, ancora non capiva come potesse perder tempo con lui. "Ciao amore" disse lei timidamente, varcando la soglia di casa con le gambe snelle e aggraziate. "Ciao" rispose Lorenzo, già gli mancava il fiato. Con un sorriso le porse il bicchiere, che lei prese arrossendo leggermente. "La cena non è ancora pronta" si scusò lui, abbassando lo sguardo per non incontrare gli occhi della sua ragazza. "Oh... non importa..." disse lei gentilmente, guardandosi intorno. Lei conosceva già la sua casa, vi era stata molte volte, il suo atteggiamento mostrava semplicemente un grande disagio e Lorenzo non ci mise molto a capirlo. "Amore..." lentamente fece passare le braccia intorno al corpo della giovane, stringendola a sé. Il rossore sulle guance di lei si fece ancora più diffuso, ma la ragazza non lo respinse, circondandogli anzi il collo con le bianche braccia... "Ti amo..." le sussurrò il ragazzo, mentre affondava la testa contro il suo collo, per inalare il suo profumo. "Anche io..." rispose lei, lievemente più rilassata, ma ancora un po' tesa. Lorenzo si scostò appena, così da poterla guardare in tutto il suo splendore. "Sei bellissima" disse, portando le mani sulla sua camicetta per slacciarla con calma. La giovane non si oppose e lui continuò a spogliarla delicatamente, ormai si dimenticò del cibo lasciato in cucina.

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