Belva

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«Joanna...»

Il desiderio, tanto restio quanto ammorbante, mi fece bestia. Innocua dinanzi alla stessa fantasia carnale per la quale divenni succube. La così forte brama, quasi viscerale, per una carne ancora viva; per una carne ancora innocente.

- Tentennai -

Ingannato da una realtà, benché distorta, esitai. Tra quelle che erano le risa che rasentarono la stessa follia, mi piacque. L'idea di fare mia una così debole vita, inerme; andai avanti.

- Respirai affannosamente -

Lo stesso mio senno, così frivolo davanti ad un più che deforme desiderio. Ti possedevo, eri mia; ed insieme a te, il tuo corpo, la tua tenera carne. Ti guardai, restai a fissare il tuo sguardo; così spento, apatico.

- Rallentai -

Irrigidii insieme al tuo corpo, ci resi una cosa sola. I tuoi lineamenti sfiorarono i miei; godetti nel farlo. Ti meritasti il tuo dolce riposo, quel tuo lungo e dolce riposo.

«Non avresti dovuto urlare, finché morte non ci avrebbe separato.»

Creepypasta - First BookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora