Capitolo 4

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Verso la fine ci sono scene riguardanti il sesso. Quindi chi non ne vuole sapere non legga l'ultima parte ma la fine si. È importante.

Ok... se prima ero contento, emozionato e leggermente nervoso per oggi, per il set fotografico, bene adesso sono solo nervoso.
'Perché?' Chiederete voi. Semplice. (Se vi siete persi l'altro capitolo) Ho soltanto scopato con la figlia della persona che mi cambierà la vita. E lei ci sarà oggi, a guardare le foto.
Cazzo, cazzo, cazzo! Ma non posso essere più sfigato di così? Ah si, magari il padre viene a scoprirlo e mi fa pure licenziare.
Cazzo toccati! Porti iella con sti pensieri! Fanculo alla sfiga e chi me la porta! Comunque si tocca il ferro...
Tu sei maschio no!? Si toccano le palle per non portare sfiga. Cosa che tu conosci abbastanza bene. Non è vero... solo a volte.
Fra meno di un ora, per esattezza fra 56 minuti devo essere a lavoro, pronto per il servizio fotografico, mentre io sono fuori a central park a.... non fare niente. Per quanto io sia abituato a muovermi e fare qualcosa, qualsiasi cosa, adesso non c'è la faccio proprio. Mi vengono i connati di vomito solo a stare in piedi. Pensate se dovessi camminare o fare qualsiasi altra cosa. Moriresti. E che cazzo però!!
Guardo avanti e trovo il cielo scuro di New York che sovrasta tutto. Indifferente da chi tu sia. Sta sopra di te e ti comanda e tu non puoi fare altro che subire. È così quando ti senti impotente, quando non puoi fare niente per cambiare qualcosa che ti è successo. Qualcosa che succede davanti ai tuoi occhi, ma sei bloccato. Qualcosa di grande e brutto, che ti stravolgerà.
E intanto io sto qui, fermo e immobile, seduto su una lurida panchina a central park a guardare il cielo grigio che comanda tutti senza fare eccezioni. E poi, dopo le persone depresse e malate come me,in questo parco ci sono, fortunatamente, quei stupendi bambini che giocano all'aria aperta. Senza pensare al passato o al futuro, ma soltanto al presente e alle emozioni che si provano in quel preciso istante. Sorrido per come sono, ingenui ma così volenterosi di vivere.
Una pallina da baseball mi colpisce la testa e mi risveglia dai miei pensieri non molto allegri, in verità sembravo un depresso del cazzo ma vabbè. Le urla gioiose, più o meno stavano litigando, dei bambini si spengono. Intanto mi massaggio la testa dolorante. Sarò pur muscoloso ma se ti tirano una pallina da baseball in testa fa sempre male.
"Dai!!" Inizia qualcuno. Poi un brusio.
"No per favore!!" Dice un altro.
"Susu" fa un altro.
Saranno tutti bambini di 7/8 anni, a sentire dalle voci.
"Ti prego!! Ti daremo ciò che vuoi ma vai tuuuu!" Dice un ragazzino seguito da diversi altri brusii. Poi silenzio.
Io intanto raccolgo la pallina da terra e ci soffio leggermente per poterla pulire. Polvere e terra la ricoprivano.
"Evviva!!" "Siii grazie!" "Ti adoro!" Iniziano a riecheggiare nell'aria, e sinceramente inizio a incuriosirmi. Mi giro e davanti a me trovo due gambe, fasciate da un jeans blu leggermente rovinato e sporco di terra. Una maglietta bianca copre il busto e il seno prosperoso.
Cazzo che tette!
Shhh sto cercando di fare la persona colta!
Sehhh vabbè ... taci e fammi finire!
I suoi lunghi capelli marroni arrivano fin sotto il seno e sono legati a metà. Il suo viso. Cazzo Se è bella.
Wow che lessico. Con la parola cazzo si possono esprimere diverse emozioni. Ma che sto a spiegare a te!?
Vabbè, convinto tu... convinto tu.
Bene. Dov'ero rimasto? Che la stavi osservando come un maniaco.
Già... perché è davvero molto bella, anche se le more non sono, assolutamente, il mio tipo.
Vero, posso confermare. Ohhh siamo d'accordo!
Comunque, nonostante mi sia preso del tempo ad osservarla lei sta facendo la stessa cosa con me, e sinceramente a me va bene. Dopo aver notato il mio look non proprio adatto a un parco si sofferma a guardare le mie labbra. Molto, forse troppo. Mi sento in soggezione adesso. Apro leggermente la bocca, e lei non smette di fissarmi.
"So di essere bello, figo, sexy e tanto altro, ma a cosa devo il suo arrivo?" Cerco di risvegliarla dal suo stato di trance. E l'effetto è quello che pensavo: ritorno al nostro mondo e molto rabbia. Eh già, da molto fastidio la mia presunzione alle persone.
"Scusa cosa!?" Urla spazientita. Cavolo se si arrabbia in fretta. Mi piacciono le ragazza che non demordono. E lei è... uno schianto. Davvero. Le sorrido e mi alzo in piedi, lasciando mal volentieri, la ormai, lurida, e tanto conosciuta panchina. Conosciuta perché io mi siedo sempre qua quando sto giù di morale, passandoci pure ore fermo a pensare alle stronzate che ho commesso nella mia vita.
Quando la ragazza si rende conto di quanto io sia alto, e probabilmente della mia stazza per poco non sviene. Letteralmente. Se prima non era affascinata, adesso lo è sicuramente. E non parlo per solo pensandolo a causa del mio ego smisurato, ma sono sicuro perché lo leggo nei suoi occhi. Con il mio sorrisetto stampo in faccia mi chino leggermente su di lei, la quale rimane immobile al suo posto. Non so il perché, forse mi trova affascinate.
Non montarti troppo la testa.
Sono a un palmo dal suo viso mentre lei rimane immobile a guardarmi negli occhi. I suoi sono marroni. Scuri a causa dell'infelicita, del dolore e rabbia provata, ma un leggero luccichio di speranza che probabilmente prova. Poi il mio sguardo va verso il basso, verso le sue labbra rosse e leggermente socchiuse. Sembrano così morbide, invitanti che mi trattengo dal baciargliele e a renderle mie.
Afferro la sua mano distesa lungo il corpo e le lascio la pallina da baseball. All'inizio non se ne accorge, non capisce cosa io stia facendo, ma quando nota la piccola sfera bianca e, un po', rossa allora sorride. Un sincero sorriso che mi illumina la giornata. Mi allontano da lei, che rimane visibilmente delusa e probabilmente avrà cercato di nasconderlo, ma non ci è riuscita molto bene.
"Ehi, non fare quel muso lungo, so che già ti manco ma la vita è lunga e central park seppur grande ha un suo limite. Ci rivediamo bella!" Sorrido io allontanandomi da lei, dal parco, da quel sorriso che mi ha illuminato.
"Ehi ma come ti permetti!!! Chi ti ha detto che voglio rivederti!?" Urla di rimando. La mia risata riecheggia nell'aria accompagnata dalla confusione di una gigantesca metropoli come questa. "Lo so e basta. Non sono un mago o un indovino, so solo capire le persone. E tu eri delusa dal mio allontanamento. Basta." Rispondo alla sua domanda, camminando all'indietro come un povero deficiente. La sua espressione è un mischio tra l'arrabbiata, la sorpresa e ... la divertita. Chissà il perché!? Te l'ho detto!! Dovevi fare il comicooooo!
"Ma che ne sai di me tu!? Non so nemmeno chi tu sia! Ma probabilmente un montato del cazzo..." Urla lei, in una leggera risatina che mi riempie il cuore, per farsi sentire. "Vergognati!! Non si dicono parolacce soprattutto se urlate, davanti a dei bambini!!" Rido io .
Probabilmente solo ora si sarà resa conto della stupidaggine che ha fatto. Alla velocità della luce si gira verso i bambini che stanno ridacchiando sotto i baffi. Rido ancora più forte e lei mi trucida con lo sguardo. Si gira dall'altra parte non mi degna più neanche di uno sguardo. Mi diverte troppo. Davvero.
"Beh dai!!! Ci rivedremo in giro prima o poi bellezza!! La vita è lunga e New York è New York, seppur gigantesca. Ah... la prossima volta portati dei fazzoletti per la bavetta! Per il resto ci penso io!" La saluto infine. Ormai è meglio che vada a lavoro.
Come risposta ricevo solo un dito medio, che diciamocela tutta, girata di spalle e piegata a novanta, da una certa classe. Cazzo e sexy ed eccitante!
Divertito me ne vado via dal posto che mi ha ridato il buon umore e mi dirigo verso il posto che mi distrugge, dopo la scuola, e che la felicità me la mette dritto in quel posto. Ma oggi no, sono troppo contento. Contento per una ragazza, cosa che non mi succedeva da anni.
Cammino verso il lavoro fischiettando come un povero deficiente e non capisco il perché del mio fottuto comportamento. Non ho fatto niente con quella ragazza eppure... bah. Lasciamo stare e godiamoci il momento.
Finalmente a lavoro, tutto procede a meraviglia. Al padre della biondina sono piaciute le foto e, per come applaudiva, sono piaciute molto anche a lei. Come sospettavo mi hanno chiesto di diventare un vero modello. Uno ufficiale. Uno come quelli che, non solo posano (vestiti anche al 100%, ma anche di quelli per calendari un po'... porno?), ma che fanno sfilate per marche di vestiti, e robe del genere, famose.
Cazzo che giornata!!
Se per rendere le mie giornate più belle basta andare a central park allora significa che lo farò più spesso e... farò addirittura amicizia con delle brune.
Ceeererto... bello, tu ti sei fissata con quella.
Shhhhhh!! Zitto vah!
"Ma che bravo che sei stato!! Wow! Credevo che con la mia presenza non avresti dato il meglio... forse perché sotto pressione ma invece devo ricredermi." Mi sussurra lei all'orecchio. Cazzo, mi sto eccitando.
"Biondina, cosa vuoi fare? Vuoi festeggiare nonostante ci sia il tuo caro paparino qui con noi?" Le Chiedo ammiccando a ciò che è avvenuto la sera prima. "Beh si... problemi?" Chiede con voce sensuale. La sua mano prende una mia ciocca di capelli e la tira leggermente. Poi l'abbassa fino a raggiungere la patta dei pantaloni e li inizi a massaggiare. "Beh a me va bene ma... abbiamo poco tempo. Tra poco devi andare." Le ricordo io, ormai con la testa più di la che di qua. "Si lo so... abbiamo si e no 10 minuti. E lo so, sono pochi ma meglio che niente." Ammicca lei.
La prendo in braccio e lei pare subito le gambe premendo le nostre intimità. La porto dentro la prima porta e la chiudo dietro di me con un forte calcio. Ripostiglio. Tocco di classe. Taci cazzo!
Ancora in braccio a me la sbatto contro la porta e cerco di prendere dei preservativi ma... "cazzo non ho preservativi! Non mi metto mai questi pantaloni e..." ma non mi lascia il tempo di finire che è già andata all'attacco. Apre i primi bottoni della camicia e inizia a muovere le sue mani sul mio petto. "Non importa, tra poco mi deve venire il ciclo." Taglia corto lei. Mi sbottona i pantaloni, abbassa la patta, sposta i boxer e tira fuori il mio amichetto. Non perde tempo e inizia subito a muovere le sue dita. Cazzo se è brava!! "Dobbiamo fare in fretta ma... un ragazzo come il tuo non l'ho mai visto." Dice tra un respiro, affannoso, e l'altro. "Allora aspetta." Concludo io. La prendo e con tutta la mia forza entro. Continuo a entrare e a uscire con sempre più forza tanto che lei inizia a urlare.
"Cazzo!!!" Diciamo insieme mentre veniamo. Esco velocemente da lei e rimetto il mio amico a posto.
Ci sistemiamo e, con passo felpato usciamo dal ripostiglio. Ci salutiamo e ci scambiamo il numero, nel caso avessimo bisogno di qualcosa.
Ci dividiamo e facciamo finta di non conoscerci, non esserci mai visti, non aver mai scopato.
Il punto però è: perché adesso ho solo voglia di capelli castani, labbra rosse e carnose e occhi marroni?

Ops... non l'ho fatto a posta. Davvero! In pratica il capitolo doveva finire che si vedevano, si salutavano e basta ma poi... niente quando scrivevo la prima parte del capitolo i miei vicini stavano scopando è così ho scritto.
Ps. Per ben due volte!🤦🏻‍♀️

Come vi pare il capitolo?

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