Capitolo 13

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Mi scuso per gli errori di ortografia e/o di scrittura, di sintassi e roba del genere però non ho avuto tempo di controllare... controllerò più avanti. Thanks

Sorrido guardando mia sorella dormire appoggiata sulla mia spalla. Sembra una bambina, un angioletto che adesso finalmente può iniziare a vivere la sua vita.
Le sposto alcune ciocche di capelli che le sono coprono il viso, provocandole un po' di solletico e iniziando a storcere il naso. Appoggio la mia mano sulla sua guancia leggermente arrossata e la muovo leggermente, pensando a quanto lei abbia sofferto nella sua vita. Ha sofferto, ma non è cambiata. Queste sono le persone forti, le persone che hanno coraggio.
Alzò lo sguardo e Mark mi guarda di traverso. Sbuffo al pensiero che anche lui verrà a vivere con noi. Con e mia sorella. Mia sorella... di certo non dormiranno insieme questo due! Ma neanche per sogno! Lo osservo ancora un po' e lui fai stesso con me. Sbuffo infine, spazientito dal suo silenzio e iniziò a guardare fuori il finestrino le nuvole. Sono bianche a pecorella e sembrano tanto soffici... ti stai rincoglionendo? Può darsi.
Gli occhi iniziano a diventare sempre più pesanti, fino a quando non cado in un sonno profondo.
"Ehi!? Ehi fratellone?" Una voce dolce e calda inizia a scuotermi leggermente, quel tanto da farmi tornare il sonno.
"Togliti, così non lo sveglierai mai." Una voce più profonda dice, iniziando a farsi sempre più forte. Delle mani mi prendono per le braccia e iniziano a scuotere con forza facendomi aprire gli occhi di colpo. Una luce forte è in contrasto con il buio di pochi secondi fa, così tanto da provocarmi bruciore. Inizio a sfregare gli occhi, sperando che qualcosa migliori ma niente. Guardò un cagnesco il ragazzo che ha provocato tutto ciò, mentre lui mi guarda beffardo con un sorrisino strafottente. Mi alzo di scatto, avvicinandomi al ragazzo, il quale inizia a ridere. Sai, fanno fatica a prenderti sul serio, se tu continui a strofinarti gli occhi come un bambino piccolo... in effetti.
Passo avanti, decidento di fare la persona matura e prendo i bagagli. Mi dirigo verso l'uscita, senza girarmi indietro... bambino. Chi io!? Non è affatto verooo! Ceeeerto, tipo adesso ti stai comportando da adulto, vero!? Si, bravo. Tu si che mi conosci.
Sento mia sorella avvicinarsi e prendermi per un braccio. Abbasso lo sguardo verso di lei, la quale mi sorride. Gli occhi sono assonnati ma il sorriso è tanto dolce e caro che mi scioglie il cuore. Non ha un filo di trucco, eppure è molto più bella di molte altre ragazze truccatissime. Beh è vero... non solo perché è tua sorella, anche se questo fattore ti influenza abbastanza. Beh, forse un po'.
"Lucy, tu aspetta qui, vado a prenderti la valigia, okay?" Mi fermo di scatto, guardando mia sorella intimidendoli di fare ciò che le ho detto. Lei mi guarda e annuisce più volte in senso positivo. Vado a prendere le valigie e ci metto circa dieci minuti tra il capire quale sia, prenderla e aiutare i diversi vecchietti o signore in difficoltà. Hai praticamente preso tutte le valige che c'erano.... già, sono troppo disponibile! Taci che fai prima!
Con le due valige medie di mia sorella e Mark mi dirigo verso il punto in cui l'avevo lasciata, ma giustamente lei non è lì. Accidentiii! Prendo il cellulare e la chiamo. Uno, due, tre squilli ma lei non risponde... ma dov'è?! Mi guardo intorno alla sua ricerca, cercando di guardare in alto alla ricerca di Mark, più facile da trovare che mia sorella. Probabilmente sarà stato lui a dirle di andare via... uffaaa!
A un certo punto, vedo i capelli neri e la pelle leggermente abbronzata di Mark. Prendo le valige e vado verso la sua direzione fino a vedere mia sorella. Tutta sorridente si zittisce non appena mi vede, probabilmente sarò rosso dalla rabbia.
"Dov'eri?! Non ti avevo detto di stare ferma?" Inizio a chiederle, cercando di mantenere la calma.
"Sc-scusa fratellone" inizia con voce flebile, la quale mia fa passare subito l'incazzatura. Accidenti. "Eravamo andati a prendere qualcosa da bere e da mangiare... ecco, tieni. Ti abbiamo preso un caffè e un cornetto al cioccolato." Dice porgendomi un sacchetto di carta bianco. Lo apro e subito un odore di dolce, cioccolato e caffè mi inebria le narici. Cazzo che buono. "Niente, comunque la prossima volta scrivimi dove vuoi andare." Concludo, restituendole il sacchetto e prendendo le valigie. Mark mi guarda sorridente e prendendo la sua, strappandomelo dalle mani. Non protesto essendo che portando due valigie sembro un deficiente. Lo sei. Grazie.
"Taxi!" Urlo appena fuori. Mia sorella fa un balzo a causa della paura e io ridacchio come un bambino.
"Ehi! Ma cosa ridi!? Mi hai fatto prendere un colpo!!" Dice mettendosi una mano al petto, come un'attrice.
"Scusala Nathan, è che non siamo abituati a questo caos e ai taxi e... beh tutto questo." Si scusa Mark, guardandosi intorno, come Lucy.
"Ragazzi! Non vi preoccupate! State con me e io New York la conosco!" Dico fermando un taxi. "Dai su! Salite!" Faccio cenno, porgendo le valige all'uomo che gentilmente, è uscito ad aiutarci.
Le dei palazzi illuminano New York rendendola fantastica. Mia sorella, al mio fianco osserva il paesaggio a bocca aperta, come una bambina. Osserva tutti incantata, con quella felicità che ti rende felice.
Finalmente arrivati i ragazzi rimangono a fissare il grattacielo, la mia casa, la loro nuova casa.
"Non preoccupatevi, c'è l'ascensore" rassicuro i due aprendo la porta. "Non venite?" Chiedo divertito, mentre i due continuano a guardarsi intorno spaesati. Fanno morire.  Grazie ma tu sei abituato... sh!
"Ragazzi, spero che vi troviate bene in casa mia. Non è gigantesca, è solo un appartamento quindi non aspettatevi chissà cosa eh!" Spezzò il silenzio creatosi, interrotto solo dal rumore del l'ascensore. "Fratellone, non ci credo affatto, sai!?" Iniziò Lucy ridacchiando e tenendomi pre un braccio. "Piccola streghetta impertinente!" La derisi, facendole il solletico ai fianchi, sapendo che lei soffre molto il solletico.
Le porte si aprirono e Lucy corse fuori, seguita da me. Riuscì a prenderla subito e iniziammo a ridere come stupidi.
"Ehm... spero di non aver interrotto niente" una voce ci interruppe e io alzati lo sguardo di scatto.
Un vestito al ginocchio bianco fasciava il bel fisico snello e slanciato, capelli lisci e biondi arrivano fino sotto al seno, pelle chiara come la panna e dei grandi occhiali da sole leggermente abbassati mostrano degli occhi che mi scrutano arrabbiati. Olivia.

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Sorry per il grandissimo ritardo! È un mese che non aggiorno!

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