Parte 1
Lei.
I suoi capelli castani e lisci come seta.
I suoi occhi marroni e dolci come lo zucchero.
La sua carnagione bianca come la neve soffice che cade d'inverno.
Il suo sorriso è dolce come ricordavo, e non porta più quel grande apparecchio che rendeva il suo sorriso argenteo e azzurro.
La sua altezza, non molto aumentata dall'ultima volta, arriverà al 1,65 scarsi visto che non supera di molto il mio mento.
Indossa una salopette di jeans blu scuro come la notte, leggermente strappati. Il suo viso così bello è leggermente truccato per riuscire a risaltare i suoi favolosi e incantevoli occhi colr nocciola. È diventata più bella di quel che ricordavo, ed era molto difficile superare la bellezza di allora: le sue labbra carnose danno un tocco di rosso su quel volto struccato color panna, insieme alle sue guance di un legger color pesca che è leggermente accentuato a causa della sua corsetta.
È cambiata. Tanto.
L'ho lasciata che era una giovane quindicenne in preda agli ormoni, carina e sorridente con il solito look da sfigata che doveva avere. Doveva perché io sapevo perfettamente quanto lei fosse bella e serviva per nasconderla e proteggerla da tutte queste persone... però nonostante quel look orrendo che portava, era sempre bellissima. Potevo sembrare un grandissimo stronzo e probabilmente lo sono, egoista, ma non volevo di certo che la mia amata sorellina fosse una puttana come tante altre ragazze e l'unico modo per non farle prendere quella strada era stata, semplicemente anche se non tanto, nascondere la sua bellezza. Il suo sguardo, duro e forte, non fa capire ciò che prova. Sa nascondere perfettamente le sue emozioni, apparendo agli altri come una persona senza cuore, forte. Ma l'unica sensazione che fa suscitare soprattutto a me è paura. Forse è proprio quello lo scopo nell'aver creato una maschera di ferro, forte e resistente.
Sono ancora in macchina ad osservare mia sorella come fossi uno stolker o un serial killer, cosa che non sono assolutamente e se qualcuno mi mi vedesse in questo momento potrebbe anche denunciarmi...
Osservo ancora per qualche ostento la figura snella della ragazza che praticamente ho cresciuto e dopo vari secondi decido di scendere e andare a parlare. Vado leggermente avanti fino s trovare un parcheggio, naturalmente stolkerando per bene Lucy. Spengo il motore, prendo le chiavi e mi ripeto un semplice 'c'è la puoi fare' circa mille volte, prima di uscire dalla vettura presa in noleggio, che tra l'altro non è che sia un gran che, e incamminarmi verso mia sorella.
Non siamo molto lontani, ma lei non si è ancora accorta, credo, della mia presenza dietro di lei. Aumenta il passo e, invece di girare a destra per andare a casa nostra, continua dritto per la sua strada.
Ok, le cose sono due: o è scema, cosa che non credo cito che è sempre stata molto più intelligente di te, o ti ha sentito e sta cercando di seminarti...
Si, credo proprio che stia cercando di seminarmi.... ma aspetta! Io non sono scemo!!! Okok...
Scaccio i miei pensieri, stupidi, che non fanno altro che darmi fastidio e mi concentro di nuovo su mia sorella che ha aumentati passo e di conseguenza anche la lontananza tra di noi.
Ormai ho capito che se continuo ad andarle dietro come un maniaco, probabilmente non le parlerei mai, quindi decido di prendere la prossima stradina che dovrebbe portarmi a casa. Abbasso lo sguardo a terra e cammino più piano fino a trovare una lattina di coca-cola e inizio a calciarla. Gli unici rumori che ormai si sentono sono provocati da me: dei sospiri pesanti, dei passi e il rumore di una lattina. Questa città non è proprio il massimo... non ci troviamo neanche nel New Hampshire, ma in una cittadina con poco più di 15000 persone, te le uniche cose cose che sa fare sono il riuscirti far sentire solo e soprattutto una merda.
Ormai ho perso di vista mia sorella e di conseguenza decido di andare a casa ed aspettarla li, sperando che nostro padre non mi veda e che arrivi come sempre verso l'ora di cena, passata.
Arrivato alla mia auto, sono pronto ad allontanarmi fino a quando non sento un rumore metallico, come recipienti che cadono a terra, cattura la mia attenzione. Mi giro di scatto e vedo dei ragazzi della mia età circa che si stanno picchiando. Interverrei molto volentieri, cosa che di solito faccio, ma nessuno deve sapere che io mi trovo in città perché la voce si spargerebbe ovunque in pochissimo tempo. Qui la gente è molto, troppo, pettegola e gli affari i propri non se li farebbe manco se fosse pagata miliardi.
Entro in macchina, ripetendomi di non guardare ciò che sta succedendo, ma la curiosità ha la meglio e cedo in un decimo di secondo voltandomi. Due ragazzi, alti e abbastanza muscolosi se le stanno dando di santa ragione, con intorno diversi ragazzi che incitano tutto ciò.
Che vergogna... già.
Dopo aver guardato quella scena, decido di andarmene il più lontano possibile da queste persone, ma solo dopo aver messo in moto la macchia noto che in mezzo a loro si trova Mark in un angolo ad osservare quello che accade, senza muovere un muscolo. Sembra che con il pensiero sia un altro mondo. È diverso dall'ultima volta che l'ho visto: ci sono alcune ciocche bionde che compaiono tra i suoi folti capelli neri, gli occhi verdi sempre più cupi di quello che ricordavo e ha messo su muscoli. Ha le braccia incrociate,indossa una giacca in pelle e jeans strappati. Lo osservo per qualche momento mentre la rissa continua e il suo sguardo diventare sempre più rigido.
Due persone che prima erano buone come il pane, adesso sembrano diventate di ghiaccio... che poi, stavano insieme.
Non so cosa sia successo, e non mi interessa poi più di tanto, ma devo un favore a quel ragazzo da tanto tempo.Mi coprono gli occhi dalla luce accecante del sole, con la visiera della macchina. Accendo la macchina fa sentire i suoi bei 170 cavalli (pochi ma ok), metto la quarta e senza pensarci su due volte parto a tutto gas, facendo inversione e andando a tutta velocità verso il gruppetto di fattoni che si stanno picchiando. Inizio a suonare il clacson come un deficente mentre le persone si spostano urlando aggettivi che mi starebbero proprio bene, in questo momento. Freno d'un colpo e apro la portiera per far entrare il ragazzo, il quale mi guarda stupito e, dopo avermi osservato per bene e capito chi io fossi, finalmente decide di entrare in macchina anche se mal volentieri. Riparto di nuovo velocemente, per poi andare più piano e raggiungendo una velocità normale. Non so dove stiamo andando e sinceramente non mi interessa, ho solo bisogno di spiegazioni e lui è la persona perfetta per darmele. Lo osservo con la coda dell'occhio e noto che lui invece mi sta osservando senza farsi neanche troppi scrupoli. Mi guarda all'inizio strabiliato probabilmente perché io mi trovi qui e poi incazzato, tanto che i suoi occhi diventano scuri come il mare in tempesta.
Wow mi sento un filosofo adesso.... già già.
Mi sento leggermente sotto pressione in questo momento e credo proprio che si veda. Mark mi studia, mi guarda con un disprezzo che mi fa accapponare la pelle, ma decido di non darci troppo peso. Dopo minuti di silenzio incessabili, stancanti in cui alleggia una tensione che si potrebbe perfettamente toccare, lui spezza il silenzio ma... era meglio quel silenzio piuttosto che iniziare quel fottuto discorso.
"Cosa cazzo vuoi da Lucy!!!?" Tuona, dopo essere passati davanti a casa mia per circa 3 volte di fila. Ingoio la bile che sento tornarmi su, mi sistemo sul sedile e la rabbia inizia a scorrermi nelle vene. Ma non rabbia verso qualcuno, no, verso di me. Lui c'era quando lei aveva bisogno, io no. Stringo il volante così forte che le nocche sono bianche e la mia mascella è contratta e inizio a sentire un sapore di sangue in tutto il mio palato. "Voglio portarla via, lontano da tutto questo." Dico solo, sperando che riesca a soddisfare i suoi bisogni di ... boh. Però l'unica cosa che ricevo in cambio è un urlo da parte sua. Un urlo di disperazione, rabbia e odio. "Portarla via!?! Da qui!!? Qua c'è la sua vita, la sua famiglia! Non dove abiti te, che dopo tre fottuti anni viene e decidi di portartela via come se fosse una cosa di tua proprietà! Non ci provare! Tu non puoi sapere come e quanto cazzo è stata perché tu, proprio tu che sei suo fratello maggiore, non c'eri. L'hai lasciata da sola, indifesa con la sua vita. Aveva bisogno di te, ma tu te ne eri andato." Termina sputando odio.
Mi sento fottutamente in colpa. Ho distrutto la cosa più importante della mia vita, pensando solo a me.Sono tornata!!!! Ok non ve ne frega un cazzo, ma... niente. Ho la prima parte del capitolo 11 e dovrei a breve (dovrei, non so quando) pubblicare la seconda e, spero, ultima parte (sempre se non si complicano le cose).
Ho avuto un blocco. Non sapevo cosa cazzo scrivere e come potete notare, il capitolo è incentrato sopratutto su descrizioni.
Ok, dopo aver scritto un altro angolo autrice che nessuno leggerà, spero solo che vi sia piaciuto almeno un po' questa prima parte del capitolo.
Baci, a presto!😉Ps. SONO DISTRUTTA EMOTIVAMENTE PERCHÉ SU INSTA NON SI PUÒ PI STOLKERARE IN SANTA PACEEEEEE😱😭 ceh la vita fa schifo!
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BOYFRIENDS
FanfictionPer ogni ragazzo c'è la sua metà, la sua anima gemella... ma se così non fosse? Se questa fosse solo una di quelle stronzate che le persone dicono solo per far chiudere il becco alle altre persone? Può darsi, non lo nego. Nathan Anderson è un ragaz...