Capitolo 16

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Fare sesso è la cosa più rilassante del mondo. Non so se sia anche la più bella, ma la più rilassante si. Sarà per questo che è così bello farlo.

"Anderson! Normalmente non sgrido gli alunni se non prestano attenzione e stanno in silenzio, ma è la terza volta che la chiamo per rispondere alla mia domanda." La voce del prof è severa e vicino al mio orecchio, tanto da farmi prendere un colpo. Alzo lo sguardo e lui si trova proprio davanti a me, arrabbiato. Ma cos'ho fatto?

"Ehm.... si? Cosa?" Chiedo allora, cercando di capire dove mi trovo. A scuola genio!
No ma dai? Non l'avevo capito, adesso.

"Anderson, si svegli! Non può fare quello che vuole qui! Le ripeto la domanda, se non sa rispondere la voglio fuori dall'aula! Ha capito bene?!" Chiede il prof, alterato. La classe è in silenzio e tutti gli occhi sono puntati su di noi.
Sono arrabbiato e stressato e si, adesso del sesso ci vorrebbe.

Mi alzo, prendo le mie cose ed esco dall'aula mentre il prof urla arrabbiato. Mi giro verso di lui, frustrato.

"Anderson non le ho fatto la domanda! Dove va?" Chiede stupito. "Dopo che gliela farò se ne potrà andare..." Continua ghignando. Stronzo tiratela di meno.

"Va bene, dica" continuo guardandolo negli occhi. Noto il pomo d'Adamo andare su e gio, le sue mani continuano a muoversi e sta iniziando a sudare. Cazzo gli faccio paura!
AHAHAHAHAHAHAHA rido male! Idem.

Dopo aver risposto alla domanda fatta dal prof, stupito perché io conoscessi la risposta, esco dall'aula. Coglione.

Guardo in giro le persone che danno vita a un grande via vai nel college: c'è chi sta andando a lezione, c'è chi ha appena finito e sta andando nel campus o a casa, chi si fuma paglie in santa pace e chi mangia o legge un libro.
A volte è bello vedere persone così diverse tra loro condividere un luogo, che sia il college o la camera.

"Allora Anderson, lei è un genio, ma la voglia di stare con le persone non c'è." Una voce abbastanza dolce dietro alle mie spalle cattura nuovamente la mia attenzione. Mi giro e una ragazza dai capelli castano scuro ricadono, con un viso angelico e dolce.

"Ciambella al cioccolato, come mai sei fuori? La lezione dovrebbe finire fra 10 minuti." Chiedo alzando un sopracciglio e squadrandola per benino. È così carina vestita in modo casual e semplice. Niente minigonne, niente rete di fuori. Così strano e confortante.

"Beh... ho-ho chiesto di andare in bagno. Mi eri sembrato strano. Cioè... si." Inizia, mente torna a farsi piccola piccola al mio sguardo. È così carina...
Tenerone.

"Si tranquilla, sto bene. Ma come mai tutto questo interessamento? Ciambellina, ci tieni a me?" Chiedo sorridendo in modo beffardo, consapevole della risposta. "Beh, si... sei simpatico. Ma non montarti la testa!" E io sorrido. Sorrido davvero felice. Come quando danno a un bambino una caramella.

"Ciambella, sei così strana. Cos'hai adesso? Di lezione intendo" sopprimo il mio essere troppo dolce con fatica. È troppo adorabile questa ragazza!
"Ehm... adesso io pranzo e poi vado in camera a riposare. Faccio i compiti e poi vado a lavorare. Faccio la cameriera in un locale, non molto appropriato, ma si guadagna bene." Sorride, affiancandosi a me.

"Non ho chiesto cosa farai oggi. Vai con calma ragazza, non devi darmi così tante spiegazioni ok?" E lei annuisce velocemente, arrossendo notevolmente, cercando di coprirsi il volto con i capelli. Sempre adorabile.

"Dove vuoi mangiare?" Chiedo dopo diversi minuti di silenzio. Non so che dire o che fare. Sono a mio agio con lei, ed è proprio per questo che non voglio far vedere troppo.

"Scusa, dove dovremmo mangiare? In mensa no?" Fa con tono ovvio e anche sicuro. I suoi occhi sono così vivi e curiosi che ti mettono felicità. È così ingenua.
"Sei seria? Vuoi davvero mangiare in quella schifo di mensa? Le cose non hanno gusto, e se ce l'hanno sanno di mer... capito no? Ecco." Lei mi guarda spalancando gli occhi, probabilmente perché non si aspettava la parolaccia. Fortuna che mi sono bloccato. Strana questa ragazza.

"Si lo so, ma non ho voglia di andare via, cercare un buon posto dove mangiare e tornare. Non ho la macchina e neanche la patente." Sospira affranta. Wow. Non è di qua, sono sicuro.

"Di dove sei?" Faccio di botto. Lei sospira e racconta di essere cresciuta in una piccola città nel Nord Carolina e che il suo unico pensiero fosse lo studio e ricevere una buona borsa di studio. Infatti è così che si trova a New York, la grande mela.
"Ho dovuto impegnarmi così tanto per arrivare fino a qua, non ho vissuto la mia adolescenza e continuo a non farlo per poter avere un futuro. Cosa molto deprimente." Conclude cercando di guardare altrove. Ha gli occhi lucidi e guarda verso l'alto cercando di trattenersi.

"Ehi, tutti fanno sacrifici. È la vita, una merda. Cosa vuoi farci? Niente. Ti ammiro però, sei riuscita a fare tanto mentre nessuno credeva in te. Nessuno credeva che tu, Ciambellina alias Alyssa, sarebbe mai riuscita a ricevere una borsa di studio per New York." Le dico prendendo i miei libri, cercando di non guardarla e darle soddisfazione sul fatto che io non guardi.

"Facciamo così, ogni giovedì noi pranzeremo insieme, in un luogo dove si mangi decentemente. Va bene?" Propongo alla fine, mentre Alyssa si sta asciugando gli occhi. Le lacrime si sono incastrate tra le lunghe ciglia, dando un aspetto più brillante ai suoi occhi. Normalmente si spezza il cuore quando qualcuno piange, ma è così bella che il mio cuore fa un salto. Lei intanto sorride come una matta e annuisce felice.

"Davvero? Sei serio? Oddio che bello! Sono troppo felice. Voglio tanto mangiare qualcosa di commestibile e decente. Ormai non so più che gusto abbia davvero il cibo!" Urla impazzita, facendo un riletto di disperazione alla fine.
Questa ragazza è comica.
Mi piace.

"Ciambella, noi diventeremo buoni amici." Sorrido facendole l'occhiolino. Lei arrossisce e una ciocca di capelli mossi le cade sul viso. Sta sorridendo cercando di nascondersi. È davvero uno zuccherino questa ragazza.
"Sai, tutte le volte che mi chiami così mi viene fame" Dice alla fine.

Rido come una persona isterica, mentre lei mi fissa. Dopo poco si tira una manata in faccia con affare teatrale, ma non dosa la sua forza, quindi si tira un ceffone anche abbastanza forte.
Mi fermo a osservarla, mentre lei urla dal dolore e penso a quanto questa ragazza sia storta.

"Sei comica. Comunque a me viene fame quando ti vedo." Sorrido, iniziando a camminare verso l'uscita. Mi giro verso di lei, che è rimasta a bocca aperta a fissarmi, mentre le faccio cenno di seguirmi.

Sto davvero amando questa ragazza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 21, 2018 ⏰

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