Capitolo 13

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I: si, scusa, dicevamo?
A: veramente non stavamo dicendo niente.
I: okay io vado a dormire, ci vediamo domani.
A: notte.

Il giorno dopo..

Il mio telefono squilla forte e mi sveglia, è mia madre.

I: ciao mamma..
Mum: ciao amore, stasera siamo a casa.
I: intanto, buongiorno.
Mum: scusa, buongiorno è che siamo in aereoporto è non è stata una bella giornata, il volo ha tardato 2 ore.
I: mi dispiace mamma, quando prendete l'aereo?
Mum: tra 1 ora.
I: va bene ci vediamo stasera, cosa vi preparo per cena?
Mum: prepara la tua famosa pasta alle vongole.
I: faccio 4 piatti, tanto ci siete tu, papà, Matt e io.
Mum: aggiungi un piatto, abbiamo una sorpresa per te.
I: ah si? non ditemi che mi avete trovato un fidanzato.
Mum: no, poi pensiamo che tu sia abbastanza grande da riuscire a trovare un ragazzo in autonomia.
I: oh grazie mamma, finalmente mi tratti come se fossi grande e responsabile.
Mum: va bene tesoro, ci vediamo stasera, miraccomando aggiungi un piatto.

Stavo pensando alla sorpresa, e stavo anche pensando che ero in pantaloncini e canottiera e che ancora non mi sono cambiata per andare a scuola.
Ad un tratto qualcuno bussa alla porta della mia stanza, è vero, Alexander è ancora qui.

A: scusa se ti disturbo, ma dovremmo andare a scuola.

Mi guarda da capo a piedi, lo so ero disordinata.

I: mi vesto poi andiamo d'accordo?

Mi metto una felpa larga nera dell'adidas, jeans strappati alle ginocchia e le mie stan smith.
Metto in ordine il mio letto e oggi ho deciso che avrei preso la borsa.
Ottima decisione la mia.
D'ora in poi borsa.
Mi feci una mega cipollona ai capelli e due ciocche sottili davanti alla faccia.
Mi misi un velo di mascara ed uscí.

A: sei pronta?
I: si, tu?
A: io sono nato pronto, ma non è che avresti una maglia da prestarmi che voglio cambiarmi, la mia lavala e poi me la ridarai quando mi vedrai.
I: guarda nell'armadio di mio padre, ha un sacco di maglie, se ne prendi una non se ne accorge, tranne se prendi quella dei the queen, se ne accorge.
A: d'accordo.

Torna dalla stanza con una maglia verde e devo dire che gli sta da dio, come ogni cosa del resto.
ASPETTA, COSA STO DICENDO?
SCACCIA QUEL PENSIERO DALLA TUA TESTA ISABELLA. SUBITO.
PERÓ SI ERA BELLO, DAVVERO.

A: come mi sta?
I: bene si, andiamo?

Salgo in auto con lui, mi allaccio la cintura e ci dirigiamo verso scuola.
Arrivati a scuola, ognuno per la sua strada, non mi aveva neanche detto 'buona scuola' o 'buona lezione' insomma, eravamo o  no amici?
È pure rimasto a dormire a casa mia.
Io proprio non capisco.
Vabbeh, scaccio il pensiero.
Entro a scuola e lo vedo.
È con lei, con Madison.
NON SI ERANO LASCIATI?

NON SI ERANO LASCIATI?

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