18- Chiacchiere tra amiche pt.2

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Bevo un sorso d'acqua. Osservo dalle finestre gli altri edifici, simili a quello in cui è insediata la Carter Corp.
Sospiro, ricordando la sensazione del pianoforte sotto le dita, poi noto sguardo divertito di Lisa.
"Stai pensando al tuo bell'adone?"
Sorrido leggermente.
"No, anche se le cose sono collegate. Ho suonato al pianoforte per tutta la notte."
Lei spalanca gli occhi.
"Quando hai iniziato a suonare?"
"Quand'ero bambina, non so neanche perché... Quando sono tornata dal concerto, sono stata presa da questo irresistibile bisogno di suonare e comporre, come facevo un tempo. Forse per l'energia della serata."
"O per quella emanata dai musicisti."
Lisa ride e mo fa l'occhiolino.
Rido di rimando.
"Avrei voluto iscrivermi a una buona scuola di musica."
"Perché non l'hai fatto?"
"I miei adorati genitori pensavano non fosse una buona idea. Dicevano che la musica fosse roba da sognatori. Le persone con i piedi per terra hanno un lavoro d'ufficio. Come qui. Diventi una pecora e ti unisci alla massa: metropolitana, lavoro, dormire. Questo era ciò che i miei genitori sognavano per me."
Lisa annuisce e sbatte la forchetta sul tavolo.
"Perché non hai ricominciato a suonare? Non c'è nulla a fermarti."
"Devo confessare che, prima di questo weekend, mi ero quasi dimenticata dell'effetto che ha su di me. Forse l'ho cancellato volutamente dalla mia mente."
Penso al pianoforte.
"E ora?"
Prendo un pezzo di carne e mastico in silenzio. Il mio sguardo cade ancora una volta sui palazzi.
"È un sogno, non è vero?"
"Ed è un male sognare? Divertirsi un po'?"
Perché non voglio rimanere nuovamente delusa.
Quando i miei genitori sono riusciti a convincermi ad andare avanti, ho trovato davvero difficile aderire a una vita più tradizionale. Semplicemente, non sarei più in grado di affrontare in simile calvario. "I tuoi genitori non sono qui. Sei una ragazza adulta, puoi fare ciò che ti pare."
Sorrido tristemente, mentre il viso di Colin continua a colpirmi come un boomerang, facendomi sentire fuori posto.
"È per via del ragazzo che hai conosciuto che hai ripreso a pensare al pianoforte?"
La sua perspicacia mi sorprende.
"Credi potrei farmi ispirare da un ragazzo rompiscatole?"
Lei alza un sopracciglio.
"Leno anche che siano quelli più stimolanti."
Scoppio a ridere. Preferisco non pensarci ancora per un po. È molto più sicuro. La presenza magnetica di Colin invade entrambi i lati del mio cervello: quello analitico, che mi ricorda costantemente quanto si tratti di una pessima idea. Mentre il mio lato emotivo grida di lasciarmi andare, anche se non è una buona idea. Colin mi ricorda la musica. Mi fa venir via di comporre ancora. Anche se vorrei ci fosse un'altra ragione, so che è lui a spingermi.
Voglio davvero rivedere Colin...rivederlo e provare quella forte emozione che mi provoca. Può un uomo far rivivere una passione dimenticata, al punto da non riuscire più a respirare?

Spazio autrice
Allora, cosa ne pensate?
Scusate per il capitolo un po più corto dal solito...ero un pochetto impegnata❤
Voi come state? Vi sta intrigando questa storia?

Is it love? È amore? Colin [SOSPESA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora