❝13❞

3.3K 248 134
                                    

Lo giuro, prima o poi smetterò di cambiare in continuazione le copertine. <3

Izuku's P.O.V

Non avevamo una pista, non sapevamo dove andare; ma forse sapevo a chi chiedere

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Non avevamo una pista, non sapevamo dove andare; ma forse sapevo a chi chiedere.

Non è proprio una buona cosa da dire per un cattivo, ma credo di essermi affezionato particolarmente a te, Midoriya.

speravo solo di effettuare quella telefonata in un momento adatto.

Portai il cellulare all'orecchio, staccandomi dal gruppo dei miei compagni indaffarati a pensare ad un piano per riuscire ad infiltrarsi in quello che sarebbe stato il posto dove avremmo trovato Kacchan.

«Pronto, Kurogiri? Sono Midoriya e ho bisogno di un favore.»

Sentii un sospiro da parte sua.

«So già quel che vuoi chiedermi. Non posso aiutarti, metteresti anche me nei guai.»

«Questo non è vero. Sei la loro unica fonte di spostamento, non ci penserebbero neanche a farti fuori. Ti prego, Kurogiri. Aiutami, ti scongiuro.»

un ennesimo sospiro da parte sua mi giunse alle orecchie.

«Si trova esattamente a due isolati da dove sei tu ora, sempre che tu sia a casa del ragazzo. È un edificio malandato, dietro dovrebbe esserci una finestra aperta, dovrete entrare da lì. Sbrigatevi però, non avete molto tempo.»

Tolsi il cellulare dall'orecchio e lo osservai in seguito, cercando di capire che cosa stesse cercando di intendere con "edificio malandato".

Ripensai al locale dove Shigaraki e Kurogiri alloggiavano, così mi feci un idea su come poteva essere quell'edificio.

«Ragazzi, ho una pista.»

Tutti si voltarono verso di me e stettero a sentire il piano che nel frattempo avevo ideato fino alla fine.

Ognuno di noi prese una strada diversa, alcuni presero quella più breve e altri quella più lunga.

Finii per andare con Asui e Mina, che come ogni volta mi guardavano perplesse mentre cercavo di pensare a come agire quando saremmo giunti alla meta.

«È davvero strano pensare che tu ti sia lasciato trascinare da quei delinquenti.» Mina mi fece distogliere dal mio trance mentale, mentre Asui la osservava del tipo "non girare il coltello nella piaga".

«Hai ragione, anche io stento a crederci. So di essere un idiota.» sospirai.

«Però Kacchan è riuscito a cambiare al mio fianco e questo ha cambiato anche me, però io sembro solo calamita di sciagure e dolore.»

«Non devi preoccuparti, Midoriya. Tu sei forte. Noi arriveremo lì e lui starà bene sicuramente. Faremo neri quei tacci!»


E sarebbe stato bello se fosse stato realmente così.

giunti davanti alla struttura la circondammo, tre dei miei compagni restarono fuori a fare la guardia e gli altri entrarono assieme a me.

L'unica cosa che ci circondava era il silenzio.

L'edificio era piuttosto grande, quindi girammo intorno per diversi minuti. Dopo poco, decidemmo di dividerci per riuscire a ricontrollare ogni stanza.

E fui proprio io a trovarlo.

Lì, disteso a terra, circondato completamente da una pozza di sangue. Le mani che anche da lontano parevano madide, gli occhi socchiusi.

Mi avvicinai a lui e mi ci inginocchiai davanti, chiudendo gli occhi.

Chiusi gli occhi per un tempo che sembrava un'eternità, ma quando li riaprii ero ancora lì e lui era sdraiato, fuso con il pavimento screpolato.

C'era ancora un cerchio di sangue che lo circondava

Feci passare le mie dita tra le ciocche dei suoi capelli, appoggiando la sua testa sulle mie ginocchia.

«Va tutto bene, amore mio.»

«Tu me lo hai promesso, te lo ricordi? Ci eravamo ripromessi di restare sempre insieme da piccoli, tu te lo ricordi no?»

«Io non ti lascerò morire qui, quindi tu devi aprire gli occhi.»

«Io farò di tutto per portarti in salvo, ma tu fai la tua parte, va bene, amore mio?»

feci appoggiare la mia fronte sulla sua.

«Tu devi aprire gli occhi adesso.»

Sentii dei passi alle mie spalle e una mano che si posava lentamente sulla mia spalla. «Midoriya, smettila, ti prego.»

«Lui è-»

«È una bugia! Lui mente, lui è vivo! Chiamate un'ambulanza, chiamatela adesso.» mi voltai di scatto verso il rosso, le lacrime salate mi solcavano velocemente il viso.

«Che cazzo state facendo lì impalati? Chiamate subito un'ambulanza!»

Ora era il mio respiro affannato l'unica cosa che si sentiva, non il silenzio.

Riuscivo a sentire solo quello.

«Perché nessuno si decide a chiamare questa cazzo di ambulanza?»

Perché?






Io non lo so.

uncovered kisses ✧ katsudeku ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora