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Chiudo gli occhi e prendo una boccata d'aria.

Le cose fra noi si misero male poco dopo il mio trasferimento a Chicago.
Eravamo inseparabili, eravamo come fratelli, non c'era giorno che non passavamo insieme, fino a quando il nostro rapporto si raggeló.
Lui, con il passare del tempo non rispondeva più alle mie email, così persi le speranze nello scrivergli ancora, tanto non ricevevo nessuna risposta.
Non ho mai capito il motivo del suo comportamento, a dire il vero, non credevo abitasse ancora qui.
Per quel che ne so, avrebbe potuto essere ovunque.
Non so più niente di lui, non lo conosco più. Avevo addirittura smesso di pensarci, fino a questo istante.

La sveglia suona ininterrottamente rompendo il silenzio.
Allungo un braccio con mala voglia e la spengo, mettendo la testa sotto al cuscino.
"Megan, alzati o farai tardi a scuola"
Sento mia madre chiamarmi dal piano di sotto.
Vorrei tanto darmi per malata e non andarci, ma prima o poi mi toccherebbe comunque.
Mi alzo e corro a farmi una doccia, così da svegliarmi del tutto.
Indosso un jeans e una felpa bianca con cappuccio, non voglio indossare nulla che non mi faccia passare inosservata, almeno il mio primo giorno di scuola.
Voglio essere totalmente invisibile.
Per quanto faccia amicizia facilmente, all'inizio sono sempre un po' timida.
Mi faccio una coda alta, lasciando cadere i capelli sulle spalle.
Prendo la tracolla e mi precipito di sotto per stuzzicare qualcosina.
"Buongiorno tesoro, come ti senti?" mi chiede mia madre.
"Bene, per il momento. " Rispondo.
Non amo fare colazione la mattina presto, così opto per mezzo toast e un succo d'arancia.
"Non preoccuparti, farai amicizia facilmente, ti conosco." Ridacchia lei.
"Lo spero" dico.
"Saranno tutti simpatici, vedrai"
Mia madre sprigiona ottimismo da tutti i pori.
Le do un bacio sulla guancia ed esco di casa salutandola.

Mi incammino appena fuori dal vialetto, verso la strada di scuola, quando alle mie spalle sento delle urla e il rumore di una porta sbattuta, esattamente come la sera prima, provenire dalla casa di fianco alla mia. Mi giro e vedo lui, fermo davanti la sua macchina, intento ad accendersi una sigaretta.
Probabilmente percepisce il mio sguardo, perché si gira a guardarmi,  facendo poi uscire il fumo dalla bocca.
I nostri sguardi si incontrano, sembra che mi stia studiando ma non dice una parola.
Faccio una leggera smorfia e gli volto le spalle, continuando per la mia strada verso la scuola.
Non ho avuto neanche il coraggio nell'accennare un saluto.
Il suo guardarmi in quel modo mi ha messa parecchio in soggezione, eppure non avrei dovuto sentirmi così.
In passato condividevamo molte cose, adesso invece,  siamo perfetti sconosciuti.

So che sembra banale ma è solo l'inizio.
Premetto che posterò ogni volta che avrò un momento libero.
Stellinate

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