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La giornata è bella, quindi io e Kat decidiamo di andare a fare un giretto per negozi dopo la scuola. Mi ci vuole proprio un po' di svago.
Durante la nostra passeggiata, le spiego più dettagliatamente la mia storia riguardante Cameron, della nostra amicizia e della sua fine improvvisa. Nemmeno lei sapeva darsi una spiegazione a tutto ciò, ma a quanto pare, io conosco solo un lato di lui, ovvero conoscevo, perché per quanto mi è stato raccontato da Katrina, sin dai primi tempi in cui ha iniziato a conoscerlo, agli inizi del liceo, è sempre stato abbastanza chiuso caratterialmente e un po' testa di cazzo. Nessuno sa effettivamente cosa combina nella sua vita privata, tranne quello che vuole lasciare trapelare. Ha sempre avuto un atteggiamento strafottente con gli altri, tranne che con il suo giro di amici fighetti e con il suo migliore amico Nash. Di conseguenza anche Kat è rientrata in questa cerchia, essendo la ragazza di quest'ultimo.   Insomma, Cameron è Il solito ragazzo bello e stronzo di cui tutte le ragazzine si innamorano. E difatti è proprio così, ha fatto varie stragi di cuori e non ha mai voluto una relazione fissa. Gli è sempre interessato solo prendere e mai dare indietro. Per quanto mi riguarda, non ho mai sopportato i ragazzi che si comportano in questo modo, avrei tanto voluto che non prendesse questo atteggiamento.  Mi chiedo come sarebbe andata se quel giorno non fossi partita. Se non ci fossimo divisi.
Saremmo ancora amici?

Torno a casa, mi chiudo la porta alle mie spalle e poso le chiavi nel mobiletto di fianco l'entrata  d'ingresso. Sento dei rumori provenire dal piano di sopra.
Non può essere mia madre, penso.
"Chi c'è?" Urlo dal piano di sotto per farmi sentire.
Poso la tracolla sul divano e salgo al piano di sopra.
"C'è qualcuno?" Dico ancora.
Sicuramente non è niente, mi rassicuro.
Sento un altro rumore provenire dalla mia stanza e questa volta l'ansia pervade il mio corpo. Cerco di non farmi prendere dal panico anche se dentro tremo come una foglia.  Afferro un vaso dal mobile vicino la mia stanza, mi faccio coraggio ed entro in camera mia, tenendo il braccio alzato, così da colpire il presunto delinquente dritto in testa, se fosse necessario. Ma quello che vedo mi lascia più stupita che spaventata. Trovo Cameron in piedi, davanti la mia scrivania con la foto che ritrae noi due da ragazzini, tra le mani.
"Cameron, ma che diavolo! Mi hai fatto paura" dico.
"Hai lasciato la tua giacca dentro la mia macchina" dice lui tenendola con una mano e toccandosi i capelli con l'altra, dopo aver posato la foto dove l'avevo lasciata io.
"Come sei entrato?"
"La chiave sotto lo zerbino"
Allora qualche cosa se la ricorda, penso.
Proprio non riesco a decifrare il suo comportamento. Prima finge di non conoscermi, poi pensa di fare il bullo con me e adesso si preoccupa di riportarmi a casa la giacca?
"Ho chiamato diverse volte, non mi hai sentita?" Gli chiedo.
"Si, ti ho sentito" risponde guardandosi intorno.
"Perché non hai risposto?"
"Andiamo, la situazione è già abbastanza strana"
"Tu sei pazzo" affermò
"Cosa volevi fare con quel vaso, uccidermi per caso?" Lo indica.
Alzò lo sguardo fin sopra la mia testa e mi accorgo che ho ancora il braccio alzato, così lo riabbasso.
"Era una possibilità, si" dico seria.
Sbuffa alzando gli occhi al cielo, posa la mia giacca sul letto e mi sorpassa senza dire una parola, scende le scale ed esce di casa.
Questo ragazzo mi farà diventare matta.
Non mi sarei mai permessa di entrare dentro casa sua e invadere la sua privacy, eppure lui ha avuto la sfacciataggine di farlo,seppur per una buona ragione. Devo ricordarmi che non ho più a che fare con la sua parte dolce ma con quella stronza e strafottente.

Spero davvero che questa storia vi stia piacendo. Ci tengo molto. Se notate qualche errore, vi prego di dirmelo.
🌸🌸🌸

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