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Scendo dalla macchina di Shawn, che si è offerto di darmi un passaggio a casa dopo la scuola. Ci fermiamo davanti casa mia e insieme scendiamo dall'auto.
Si avvicina dalla parte del passeggero, dove mi trovo io e mi prende una mano accarezzandola con il pollice.
"Ti andrebbe di uscire venerdì sera?"
"Si, certo" gli sorrido.
"Bene, potremo andare al cinema o dove vuoi tu" mi sorride.
"Il cinema va bene" annuisco.
Mi guarda negli occhi e il suo sorriso svanisce piano piano.
Si avvicina lentamente al mio viso, so cosa sta per fare ma non mi tiro indietro. Una parte di me desidera la stessa cosa.
"Mendes" dice una voce maschile di fianco a noi.
"Dallas" dice Shawn indietreggiando istintivamente, portandosi le mani in tasca.
Sono passati due giorni, io e Cam non ci siamo rivolti una parola da quando mi ha fermata all'uscita di scuola, ho provato ad ignorarlo per non ritrovarmelo tra i piedi. Ho fatto un favore sia a me che a lui, ma non è servito a molto a quanto pare.
"Cameron, che vuoi?"
"Se ti serviva un passaggio potevi benissimo chiederlo a me, sono il tuo vicino di casa" sorride beffardo. Di nuovo quel suo sorriso, bello e maledetto.
"Sparisci Dallas" gli dico con tono autoritario.
"Va bene, io vado. Ci vediamo Meg" dice Shawn, accorgendosi della tensione  che c'è nell'aria. Mi dà un bacio veloce sulla guancia e fa il giro della macchina sedendosi poi nel sedile del guidatore. Lo guardo allontanarsi con la sua auto.
"Quello cos'era?" Mi giro verso Cameron a braccia incrociate al petto, irritata.
"Quello cosa?" Ripete lui.
"L'hai fatto praticamente scappare" gesticolo a mani in aria.
"Non è colpa mia se Mendes è un codardo" fa spallucce.
"stronzo" Gli urlò in faccia.
Lo sorpasso e corro dritta in casa mia, sentendo le sue risate fin dentro casa.
Non sopporto questo suo modo di comportarsi, specialmente come si approccia con Shawn, non lo merita.
Ma chi si crede di essere? Penso.

Ho finito da poco di studiare matematica, materia che odio profondamente.
Per quanto possa mettermi d'impegno, non riesco a farmi entrare nulla in testa.
Guardo l'ora sul mio telefono e mi accorgo che è quasi mezzanotte, così mi metto comoda sotto le coperte.
Spengo la lucina sul mio comodino e mi tiro le lenzuola fin sopra gli occhi, come faccio solitamente. Mi dà un senso di sicurezza, non riuscirei a dormire altrimenti. Come se potesse ripararmi da qualsiasi cosa brutta.

Vengo svegliata dal rumore assordante di uno stereo e dal rombo del motore di un'auto, che viene parcheggiata nel vialetto dei Dallas.
Tutto ad un tratto la musica cessa e subito dopo sento il rumore di una portiera sbattuta.
Sbuffò e guardo l'orario, le tre del mattino.
La mia camera è illuminata dal chiarore della luna, che mi permette di vedere cosa mi sta intorno. E tutto tranquillo quando sento improvvisamente un rumore che mi fa sussultare, provenire dalla finestra. Mi siedo sul letto e dopo qualche secondo il rumore si ripresenta. È come se una pietra colpisse la mia finestra.
Mi alzo dal letto furtiva e mi avvicino lentamente. Scosto leggermente le tende e vedo effettivamente un sassolino provenire dal basso, colpire il vetro. Apro la finestra e mi affaccio di sotto.
"Era ora" dice Cameron urlando.
"Sei impazzito per caso?" Cerco di parlare piano per non disturbare il vicinato e soprattutto per non svegliare mia madre.
"Scendi" mi dice lui facendomi segno con la mano.
Lo vedo barcollare leggermente.
"Sei ubriaco?"
"Forse"
Alzo gli occhi al cielo e rientro in casa sbuffando.
Fuori fa freschetto così infilo il felpone per tenermi al caldo e soprattutto per non presentarmi in canotta.
Scendo le scale senza fare rumore ed esco di casa, chiudendo la porta alle mie spalle. Mi incammino verso Cameron , che non si è mosso dal punto in cui l'avevo lasciato.
"che vuoi cam? La mia sveglia suonerà fra tre ore."
Lo vedo fissarmi, soffermandosi sulle mie gambe scoperte che non vengono coperte dal pantaloncino del pigiama.
"Allora?" Cerco di richiamare la sua attenzione.
"Volevo fare due chiacchiere" si avvicina stropicciandosi i capelli.
"Due chiacchiere... Cameron è tardi, sei ubriaco e domani c'è scuola. Vai a dormire"
"Uscirai con Shawn?" Si fece più serio avvicinandosi a me.
"La mia vita privata non ti interessa, se non ti dispiace ora torno a dormire." mi volto per tornare in casa ma mi sento afferrare per un braccio.
"Aspetta"
Mi trascina a passo svelto dentro casa sua, sbattendo la porta. Cerco di fare resistenza ma senza riuscirci.
"Ma sei idiota?" Urlo
"Shawn non fa per te" mi dice faccia a faccia, così vicino da poter percepire il suo alito odorare di alcol.
"Come prego? ma chi ti credi di essere? Prima fai finta di non conoscermi, poi tutto ad un tratto diventi gentile, poi sei di nuovo ostile nei miei confronti e adesso ti interessi pure della mia vita privata, dicendomi chi devo o non devo frequentare. Cameron, che vuoi da me?"
Gli urlo in faccia, non curante del casino che sto facendo.
Sono stanca e stufa del suo comportamento.
Sono stanca di lui.
"Vuoi davvero sapere cosa voglio, Meg?" Mi dice serio guardandomi negli occhi.
"Si Cameron, voglio saperlo perché non riesco a capirti" sono agitata e paonazza in viso per il nervoso.
Lo vedo agitarsi, portandosi le mani nei capelli. Finché il suo sguardo non cade di nuovo su di me.
Improvvisamente mi prende il viso tra le mani e lo avvicina al suo, unendo le nostre labbra.

Vi ho fatto aspettare un pochino, chiedo perdono.
🌸🌸🌸

Perfect Strangers Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora