La strega Lily

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La prima persona soprannaturale che conobbi alla tenuta fu David. Apparve dietro di noi come un fantasma, non sentimmo nemmeno un fruscio. Saltai come un elastico, la tensione mi stava logorando. Appena uno scricchiolio dell'erba e fu addosso a Zairon come una cavalletta. Credevo volesse ucciderlo, tirai fuori un urlo di spavento e David scese dalla schiena dell'angelo aprendo la bocca dalla quale fuoriuscì una fragorosa risata che mi mise terribilmente in imbarazzo. Zairon non rise, però, e mi guardò preoccupato.

«Ma chi ti sei portato stavolta. Ahah» continuò a ridere sguaiatamente prima di aggiungere: «Stasera c'è una festa, se non regge uno scherzo figuriamoci l'alcol! Conviene che la fai uscire di qui e le fai dimenticare tutto! Ti presto mia sorella, se vuoi, è in crisi esistenziale e mi serve qualcuno che se la porti per un po' fuori dai piedi! Ahah»

«Smettila David. Lei è Sara e credo tu le debba delle scuse» disse con aria severa Zairon, trasudando un accenno di astio.

«E chi sarebbe Sara? Non mi pare nella lista delle donne di cui mi hai parlato, e nemmeno di quelle che mi hai fatto conoscere» disse provocatoriamente David guardandomi a mezza bocca e girandomi intorno come un lupo pronto ad azzannare una pecora indifesa. Sembrava quasi che si fosse sentito offeso da Zairon che aveva preso le mie parti.

«Ti spiego più tardi, quando ti sarà passata la sbronza. Ora ho questioni più importanti da affrontare» Così l'angelo concluse la conversazione e mi trascinò via con forza ancorando la sua mano sul mio braccio indolenzito. Lo sguardo di David era più torvo che mai, gli occhi azzurri si erano trasformati in due fessure cariche di odio per me, che non sapevo nemmeno chi fosse e soprattutto cosa fosse.

«Piano, mi fai male!» protestai. E piantai i miei piedi a terra, intenzionata ad avere spiegazioni e a chiarire che non mi piaceva essere trasportata come un pacco. Guardai Zairon con aria di sfida, l'atteggiamento di David aveva risvegliato in me il lato guerriero.

«Scusami Sara, è che sono un po' teso, ho fretta di restituirti i ricordi. E...per quanto riguarda David, non è come sembra. Siamo come fratelli...»

Lo interruppi allibita: «Scegli male i tuoi amici allora, credevo avessi più senno!»

«Ascoltami. Non è vero che non gli ho mai parlato di te. Lui ti conosce con il nome di Dalia, non come Sara. Ma non è la mia priorità ora spiegargli tutto. Avremo tempo per le presentazioni. Per questo non ho insistito. Devo trovare la strega Lily e capire come posso aiutarti a tornare in te. Non sarà facile tenerti lontana da Alyssa ed è meglio che tu sia preparata a tutto, che tu sappia»

«Io non ho nessuna intenzione di conoscere questa sirena o cos'è. Io sono solo Sara e mia madre non ha le pinne ok? Smettila di inventare storie strane su di me. Credo sia stato un errore venire qui» Sentir parlare di Alyssa mi faceva provare una rabbia che non riuscivo a gestire. Pensare che qualcuno, o 'qualcosa' volesse spodestare la persona che amavo di più al mondo mi logorava. Mi girai con l'unico pensiero di andarmene lontano da quel posto, nella mia casa ,che improvvisamente mi mancava. Non sapevo come uscire da quel posto stregato ma in qualche modo avrei fatto.

La mano di Zairon, però, mi bloccò dopo pochi passi. Non mi avrebbe lasciata andare, lo sapevo.

«Sara, ti prego. Io capisco perfettamente come ti senti. So che hai una grande confusione, che tutte queste stranezze ti fanno impazzire ma, ti prego, dammi un po' di fiducia» mi guardò dritto negli occhi come sapeva fare solo lui, costringendomi ad ascoltarlo. Volevo fuggire lontano, ma non sapevo come fare, non sapevo nemmeno di preciso dove ero. Non avevo intenzione, però, di restare a lungo.

«Ok, cerchiamo questa strega. Ma poi mi riporti a casa, ok? Quel tuo amico, David, non ho nessuna voglia di rivederlo»

«Grazie Sara» Mise le sue mani sulle mie spalle e dolcemente mi baciò sulle labbra. Di nuovo quel solletico allo stomaco mi bloccò il respiro. Mi sentivo troppo vulnerabile, con un bacio quell'uomo poteva tutto e la cosa mi spaventava più delle streghe, delle sirene e degli incantesimi.

Ci incamminammo verso la serra. Quando costeggiammo il lato destro della tenuta, dai piani alti, si poteva sentire musica rock che spezzava con violenza il silenzio della natura che imperava in quel luogo. Era come un pugno vibrante nell'aria, in netto contrasto con tutte le sensazioni che quel verde evocava. Mi infastidiva ma allo stesso tempo, quel ritmo, mi entrava sotto pelle e mi esaltava. La stessa sensazione che mi provocava la consapevolezza di essere entrata a far parte di un mondo soprannaturale: da una parte mi elettrizzava ma dall'altra sentivo che quella nuova realtà stava spezzando senza pietà tutte le mie certezze e ora minava alle mie radici.

La serra era separata dall'esterno da una tenda di plastica trasparente e spessa. Una decina di strisce erano sovrapposte l'una all'altra scendendo dall'alto verso il basso. Le scansammo facilmente con le mani ed entrammo. La musica, ormai, era un lieve sottofondo, la natura, lì dentro, era di nuovo la padrona incontrastata. I vasi erano tutti disposti con un ordine che sembrava maniacale. Ogni pianta aveva affisso il nome e le caratteristiche ed ognuna era posta esattamente alla stessa distanza dalla successiva.

«Per le streghe le piante hanno un valore inestimabile, loro vivono quasi sempre qui dentro. Coltivano con cura e maestria qualsiasi cosa emerga dal terreno e abbia radici» mi specificò Zairon.

Passammo poi di fronte ad una zona che sembrava un po' in disparte. Ciò che mi colpì di più fu vedere un teschio nero disegnato sul cartello posto di fronte ai vasi. Guardai l'angelo perplessa e lui mi spiegò: «Quelle sono piante molto velenose, mortali. Fai attenzione a non avvicinarti, con la stregoneria non si scherza. Se ci sono esseri rispettati qui dentro sono proprio le streghe. Hanno poteri incredibili. Alyssa, anche lei conosce la stregoneria, per questo sono così preoccupato per te. E c'è di più...»

Lo guardai ancora più perplessa così lui continuò: «Anche tu eri...una mezza strega come tua madre...è possibile che ricordando, e quindi rompendo l'incantesimo che Alyssa fece su di te, i tuoi poteri possano, in qualche modo, tornare...»

«C-Cosa? No no, ti sbagli. Io, credimi, di piante non ne so nulla e non ho mai avuto alcun potere...magari mi sarebbe servito in qualche occasione...»

«Sara, io devo essere sincero con te. Non voglio mentirti perciò ti dirò sia gli aspetti positivi che quelli che potrebbero non piacerti»

Sentivo che mi diceva la verità, abbassai lo sguardo e risposi che era tutto ok.

Superammo la zona delle piante proibite e ci dirigemmo verso una porticina con su scritto 'Privato- Non disturbare'. Zairon, ignorando il cartello, bussò e attese in silenzio. Passarono alcuni minuti e nessuno si affacciò alla porta, così afferrò la maniglia e aprì. Mi sentii in imbarazzo, come se stessi compiendo un illecito, ma mi fidai di Zairon; se aveva oltrepassato quella porta probabilmente sapeva di poterlo fare. Mi accodai a lui nascondendomi dietro la sua presenza, cercai di tenere a bada il respiro. Quando l'angelo si fermò gli rimbalzai addosso come un'imbranata ma lui non se ne accorse nemmeno. Feci capolino e mi resi conto che al centro di una stanzetta, nella semi-oscurità, c'era una donna avvolta in una veste bianca, con i capelli lunghissimi neri che le incorniciavano il viso pallido e cadevano dolcemente sulle spalle strette ed esili, gli occhi chiusi e le gambe incrociate.

Sembrava assorta in una profonda meditazione. Era circondata da una decina di candele spesse la cui fiammella tremolava come sotto l'influsso del vento, disegnando strane animazioni sulle pareti e sulle guance tese della donna. Ma non c'era nemmeno una porta o una finestra aperta, né si percepiva alcun movimento dell'aria che potesse giustificare quel movimento perpetuo delle fiamme. Restammo in silenzio per un po', poi Zairon sussurrò il nome 'Lily'.

La donna ci mise un po', poi iniziò a sbattere dapprima dolcemente, po' energicamente le palpebre fino ad aprire gli occhi puntandoli dritti su di me. Mi impressionai, mi sentii scrutata non tanto nell'aspetto fisico quanto nell'anima. Sembrava quasi che quella donna riuscisse a penetrare la mia mente e a leggervi qualcosa. Strinsi le mani alla maglietta di Zairon fino a stropicciarla. Poi la donna guardò l'angelo e disse a voce alta e con rabbia: «Perché hai portato Dalia qui? Ti avevamo messo in guardia. Alyssa ci troverà, e per noi sarà la fine»

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