Non appena la situazione si calmò Zairon corse da me e mi abbracciò preoccupato. «Stai bene?» mi chiese, visibilmente agitato. Ancora un po' scioccata riuscii solo ad abbracciarlo senza proferire parola. Anche Lucas, tornato normale, si avvicinò per chiedermi come mi sentivo, ma istintivamente, quando lui provò a poggiare la mano sulla mia spalla, mi scansai ripensando alla sua trasformazione in lupo. Pensai che lo avevo abbracciato durante i balli e per tutto il tempo non avevo lontanamente immaginato che i suoi occhi potessero colorarsi di giallo, che il suo corpo potesse riempirsi di pelo marrone e che la sua faccia potesse allungarsi come quella di un animale. Mi parve strano e inaccettabile dal punto di vista razionale.
Lucas ci rimase male, glielo lessi negli occhi e nel profondo mi sentii un po' in colpa per averlo offeso scansandomi, in fondo era stato gentile e mi aveva regalato degli attimi leggeri, privi dell'oscurità che mi appesantiva l'anima da giorni. Mi aveva tranquillizzata per un po' con la sua galanteria e la sua spontaneità.
Così, ripensandoci, feci un passo in avanti e dissi: «Scusami...io non volevo...». La voce mi si strozzò in gola, lui mi guardò negli occhi malinconico e rispose con un cenno del capo, poi si voltò e si allontanò. Avrei voluto seguirlo per chiarire, spiegarmi, scusarmi, ma non era il momento, mi resi conto che era meglio far passare del tempo per digerire la paura e l'incredulità per ciò che si era verificato durante la festa.
«Sara...dobbiamo andare da Lily, è necessario che tu riacquisti la tua identità al più presto, Alyssa sa dove siamo» disse Zairon alle mie spalle.
Attesi un momento prima di rispondere, poi dissi senza girarmi: «Io...credo che abbiano ragione».
«Chi Sara?»
«Quelli che non mi vogliono qui» continuai.
«Sara, tu sei sconvolta da ciò che è successo...e ti capisco ma...» provò a ribattere Zairon.
«Non sono sconvolta» risposi, alzando la voce di qualche tono. Poi continuai: «Ho visto la potenza di quella sirena. Tutto quello che è successo e ciò che sarebbe potuto succedere è solo colpa mia. Se fosse accaduto qualcosa di male a qualcuno di voi non me lo sarei mai perdonato, lo capisci? Io devo andarmene»
«Non puoi andare proprio ora, non te lo permetterò» gridò Zairon circumnavigandomi fino a giungermi di fronte. L'aria fresca ci scompigliava i capelli lasciandoli volteggiare dolcemente. Nell'oscurità i nostri volti erano rigati dalle ombre che si muovevano veloci simulando un ballo vivace. Era chiara, però, la nostra posizione di contrasto.
Stavo per rispondere con stizza che non avrebbe potuto impedirmelo. Ma arrivarono Ginevra e suo fratello David con i vestiti insanguinati. David zoppicava e con la mano premeva la parte destra dell'addome. Tra le dita si scorgeva un rivolo di sangue rosso vivo che sgorgava e scendeva a terra in gocce pesanti ben visibili alla luce delle lampade.
Era stato colpito, Ginevra era in preda al panico, lo trascinava dall'angelo continuando a ripetergli di aiutarlo, lo pregava con le lacrime agli occhi, sembrava recitasse una nenia inespressiva e ripetitiva. Tutta quella sofferenza non si addiceva alla bellezza e alla solarità di Ginevra, mi feriva profondamente vedergliela impressa negli occhi dai contorni anneriti a causa del trucco sciolto tra le lacrime salate.
Mi sprofondò il terreno sotto ai piedi. Era colpa mia, ero io responsabile di tutta quella tristezza. David era in pericolo di vita, il migliore amico di Zairon poteva morire e la cosa mi turbava nonostante non provassi per lui una grande simpatia.
Ero certa che se fosse successo davvero anche l'angelo mi avrebbe esiliata e lasciata in pasto ad Alyssa, non avrebbe avuto più pietà di me e mi avrebbe guardata al di là del filtro d'amore che offuscava il reale pericolo che rappresentavo.

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Il segreto
FantasyUna giovane donna innamorata incontra un misterioso ragazzo nel giardino della sua casa appena affittata. Una fontana al centro del giardino farà da cornice ad un mistero che a poco a poco la introdurrà in un mondo che aveva solo sognato e che pensa...