La decisione

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Sabato arrivò in fretta e le valigie erano pronte per il trasloco. Zairon sembrava sparito nel nulla e io non ero più tornata nella nuova casa. Utilizzai tutto il tempo libero per prepararmi al trasferimento. Avevo bisogno di cambiare aria e soprattutto dovevo incontrare l'angelo per chiedergli di farmi dimenticare tutta quella strana storia. La verità era che avevo paura. La voce che mi aveva minacciata ancora la sentivo vibrare tra le pareti di quella casa. Non avevo più dormito bene, di notte cadevo vittima di un susseguirsi di incubi che mi terrorizzavano. Quei brividi di freddo che avevo sperimentato durante quei minuti in compagnia di Alyssa (così aveva detto di chiamarsi la voce) mi erano penetrati così in profondità da sentirli ancora al solo pensiero. Non avrei potuto sopportare altro. Volevo essere solo Sara, la solita ragazza innamorata di un uomo troppo impegnato e spesso assente, che la turbava con la sola presenza. Volevo servire al pub e guadagnarmi la dignità servendo ai tavolini e sapendo di potercela fare da sola. Niente di più. La realtà era il mio mondo, non la fantasia e nemmeno il paranormale.

Caricai la macchina fino all'orlo, volevo finirla con due viaggi al massimo. Scaricai tutto in giardino, i muscoli tesi mi facevano male ma non dovevo mollare. Il secondo viaggio mi sfinì ma riuscii a terminare il trasloco per le sei di pomeriggio. Accatastai tutte le scatole ben sigillate e schedate nel saloncino. Tirai fuori solo le lenzuola, la coperta per il letto, il pigiama e qualche vestito utile per il lavoro e per il giorno seguente. Ero davvero fiera di me stessa. Avevo fatto tutto da sola, come piaceva a me.

Mi infilai nella doccia bollente, restai sotto il getto d'acqua per almeno dieci minuti, in silenzio, per godermi quegli attimi e cacciare via quel freddo che mi tornava alla mente.

Quando uscii dal bagno mi trovai faccia a faccia con Zairon e con i suoi occhi penetranti. Mi spaventai e poi rimasi immobile a guardarlo, intenta a cercare di razionalizzare i pensieri. «Ti prego non apparirmi più così, mi fai spaventare» riuscii a balbettare mentre avevo la netta sensazione che quell'angelo mi stesse leggendo il pensiero. «Scusami, non volevo spaventarti» Mentre articolava le parole riuscivo solo a guardarlo. La sua seriosa postura, e il suo viso scavato e a tratti tetro facevano emergere un essere che pareva aver attraversato più di una vita. Provavo una strana attrazione che volevo tenere a bada. Ripresi fiato e decisi di chiudere subito il discorso andando dritta al sodo. «Ho preso una decisione. Voglio dimenticare tutto. Hai detto che puoi farlo giusto?» Non sembrava sorpreso. «Cosa è successo Sara, perché vuoi dimenticare?» «Ieri è successo qualcosa di inspiegabile, qualcosa che ha a che fare con te e con tutte le storie strane che mi hai raccontato. Ho sentito una voce di una donna che ha detto di chiamarsi Alyssa. Mi ha detto di comunicarti un messaggio: dice di avermi trovata e che presto ricorderò tutto e andrò via con lei» Il suo volto si incupì e si tese. Si girò di spalle e diede un pugno sul tavolo facendomi sobbalzare mentre gridava: «Maledizione!». Sentii lo stomaco contrarsi e il respiro accelerare. «Che succede Zairon? Io non voglio ricordare nulla, non voglio sapere nulla. Ti prego fammi dimenticare» Lo pregai con tutta la mia disperazione ma lui rimase in silenzio finché non si voltò e mi penetrò di nuovo l'anima. Sperai che la sua ironia uscisse a sdrammatizzare la situazione ma non accadde. La preoccupazione su quel volto aumentava la mia paura. «Non posso farti dimenticare. Non ora. Se lo facessi ti metterei in pericolo» Alzò le braccia e poggiò le sue mani calde sulle mie spalle. Mi percorse un brivido, quel tocco mi stroncò il fiato. Era preoccupato per me. Nessuno mi aveva mai avuta a cuore in quel modo. Mi sentii avvolta da un senso di calore, di appartenenza, che quasi stentavo a credere di provare in quel momento. Mi tremavano le gambe mentre quelle mani sembrava non volessero lasciarmi. Dovevo sapere perché quella voce diceva di avermi 'trovata'. Chi ero io per avere così tanta importanza per questi esseri soprannaturali? Così glielo chiesi: «Zairon, perché sei così preoccupato per me? Cosa vuole Alyssa?» Le mani dell'angelo mi lasciarono orfana del loro calore. Le braccia scesero giù lungo i fianchi, la sera aveva avvolto la stanza di grigio. L'uomo commosso iniziò a parlarmi: «Sara, capisco che possa sembrare impossibile ma tu sei Dalia, sei la reincarnazione della sirena di cui ero innamorato. L'ho capito quando hai firmato il contratto di affitto di questo posto e sei riuscita ad entrarci. E Alyssa è tua madre. Lei e mio padre fecero un accordo tempo fa, non riuscivano ad accettare questa relazione che credevano innaturale così decisero di allontanarci per sempre. Noi ovviamente lottammo con tutte le nostre forze ma Alyssa riuscì a fare un incantesimo con il quale ci uccise e promise a mio padre che in cambio avrebbe salvato dalla morte mia madre che all'epoca era molto malata. Lui non avrebbe saputo vivere senza di lei così scelse la sua vita in cambio della mia. Su di te, invece, l'incantesimo avrebbe avuto un altro scopo: saresti tornata 25 anni dopo e lei ti avrebbe trovata e ricondotta in mare, nella tua casa. Maledì anche questo appartamento così che nessuno potesse viverci e scoprire la nostra storia. La fontana la fece costruire mio nonno prima di morire per ricordare costantemente a mio padre di avermi lasciato morire senza aver nemmeno lottato» «Ma...se tu secondo l'incantesimo saresti dovuto morire, perché sei qui? Come hai fatto...» «Fui trasportato in una specie di purgatorio dall'incantesimo di tua madre, un luogo dove vivono coloro che hanno delle questioni in sospeso sulla terra. Conobbi altri come me e tra questi una vecchia strega che aveva un conto in sospeso con Alyssa. Le promisi di aiutarla se mi avesse permesso di tornare sulla terra per proteggerti. Per questo sono qui» «Io...non so cosa dire. Mi stai dicendo che sono una sirena. E che un tempo eravamo innamorati. Che mia madre non è quella che ho sentito al telefono questa mattina ma...una sirena che fa incantesimi e che ci ha uccisi in accordo con tuo padre. Io...credo sia troppo eppure...non lo so...mi sembri così sincero e tu di certo non sei umano, hai dei poteri. Credo di aver bisogno di tempo per assimilare questa realtà e di una prova, almeno, per poter accettare di non essere semplicemente Sara, mi capisci?» «Certo» rispose Zairon con dolce accondiscendenza...«Ma ti prego...non allontanarmi e...non chiedermi di farti dimenticare, non ora. Saresti una facile preda di Alyssa se non sapessi più nulla del pericolo che devi affrontare. Continua a vivere la tua vita normalmente, al resto ci penso io» Forse ero una stupida ingenua ma decisi di fare ciò che mi aveva chiesto l'angelo anche se tornare alla normalità era ormai un'impresa impossibile.

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