Louis Tomlinson passione tenda.
With you by my side
I felt like I'd arrived
I was lost and found
I feel kinda selfish
And selfish is helpless
I dragged you down
Say nothing, Example
È quel che è.
Louis se lo ripete anche in quella tenda nel silenzio della notte, che ha come rumore soltanto l'eco della cicala, la quale sbatte le sue ali per mantenersi in vita.
Non è quell'animale che non lo fa dormire o che lo infastidisce, ma i suoi pensieri, la consapevolezza che Harry sia lì, a pochi centimetri da lui, e che lui non faccia niente per esaudire i suoi desideri.
È quel che è.
Harry ci ripensa in quella tenda con gli occhi aperti verso l'alto e il desiderio di dire qualcosa a Louis, qualsiasi, anche la più stupida, pur di non permettere che quel momento scivoli via.
Da quell'istante Harry vuole qualcosa, lo desidera più di se stesso.
Si morde un labbro e ci pensa: cosa fare? Può dire che gli va bene anche quel non rapporto?
Perché a lui pare comunque che lo sia, visto che non ha mai avuto la possibilità di conoscere cosa viene dopo l'innamoramento.
In fondo Harry non ha mai amato una persona e quell'inizio, per quanto Louis sia restio a tante cose, gli basta sul serio. Perché, benché lui non debba saperlo, Louis ha fatto tante cose per lui. Gli ha dimostrato tanto. O le sue sono solo delle giustificazioni?
No – nega. Perché se Louis si fa abbracciare, se gli sorride anche quando è tutto nero, Harry è felice e quelle non possono essere giustificazioni – quelle sono dimostrazioni, fatti, verità.
Non è un qualcosa di importante? Un minimo, certo, ma non si inizia sempre così?
"Scusami se ho detto quella cosa prima..." bofonchia Louis, sorprendendolo.
È quel che è.
Louis parla perché riflette su ciò che ha detto e che probabilmente, a Harry, può essere sembrato un minimizzare.
La verità è che Louis è stanco di dover dare delle risposte ai dubbi di coloro che chiedono per curiosità, come Marcel o Leeroy, o ancor peggio di chi chiede per punzecchiarlo, come Niall.
"Tu non c'entravi nulla e ho sbagliato. Ti ho ferito, Harry?" gli chiede con voce esile, senza girarsi a guardarlo per paura di osservare uno sguardo che confermerebbe i suoi dubbi.
Louis vorrebbe tutto, ma non vuole assolutamente ferire quel ragazzo.
E si stupisce, perché è raro che provi quello stato d'animo per una persona diversa da se stesso. Anche se poi proprio lui si è limitato di vivere per non ferire gli altri – che incredibile controsenso è Louis Tomlinson.
E lo capisce in un istante il fatto che Harry sia importante per lui e questo lo terrorizza.
"No, ho capito cosa volevi dire..." gli risponde, poco dopo, Harry, girandosi d'un fianco verso di lui.
'È quel che è' alla fine è un non stabilire qualcosa che esiste. E a Harry basta la consapevolezza che esista, tra loro, qualcosa.
A quel punto anche lo scrittore si gira verso Harry e la luce della torcia, che hanno lasciato accesa, permette loro di guardarsi con un sorriso timido stampato in volto.
"Mi dispiace sul serio, ma odio quando vogliono sapere o tentare di indagare su di me. Tu, però, sei diverso, Harry. Tu... mi piaci tanto per questo" afferma, stupendosi delle sue stesse parole.
Si morde l'interno della guancia, evitando la lingua, ma ormai l'ha detto.
Gli piace.
Sì. È così. E non deve meravigliarsi tanto, perché l'hanno capito tutti e lui, probabilmente, l'ha accettato soltanto in quel momento.
"BOOM" è, probabilmente, l'espressione corretta che definisce quello che succede dentro il petto di Harry.
Non se ne capacita del fatto che finalmente si sia dichiarato a lui, perciò si limita a osservarlo con un sorriso beota e due iridi verdi perse in quelle azzurrine, ora imbarazzate da quell'improvviso silenzio.
Harry non riesce più a connettere, per questo non fiata, e lo guarda con una intensità capace di far svolazzare all'interno della pancia dello scrittore un paio di farfalle, che Louis non aveva la minima idea risiedessero, pigre, addormentate, in letargo da una vita, dentro di lui.
Non è facile quello che sta per dire e Louis ha troppa paura perché sta infrangendo tanti di quei paletti che col tempo si è imposto; ma non vuole pensarci, non adesso, non in quella tenda, non di fronte a quelle fossette che, come sempre, gli danno pace.
"Sì, mi piaci, Harry. Sei l'unico che non ha fatto domande sul perché non voglia provare emozioni, sei l'unico che non mi ha imposto nulla e, dio, questo complica tutto quanto..." Farfuglia, abbassando il capo.
Harry si morde l'interno della guancia, agitato, perché in quella dichiarazione c'è dell'amaro. Non solo perché lui sa troppo di Louis e per questo, forse, non domanda, ma perché Louis sembra frustato da tutto ciò che sta dicendo.
"Lou-" tenta di dire, abbassando lo sguardo, ma l'altro lo frena.
"Shh, fa' parlare me! Questo complica tutto perché tu, Harry, tu quelle maledette emozioni me le fai provare! In qualsiasi cosa fai, anche con un semplice sorriso... sei un'emozione per me. E ho paura. Perché questo non mi accadeva da un po', da mai, in realtà! Ma tu ci sei riuscito in un modo così semplice e questo mi spaventa. Perché non posso, per quanto lo desideri, non posso... perché ho paura, accadono tante cose brutte quando io-mi lascio andare" biascica mesto, senza il coraggio di guardarlo.
Harry, ancora una volta, lo sorprende e gli alza il mento per far incontrare i loro sguardi.
Poi gli sorride, rincuorandolo.
"A me va bene anche così, Lou... Io non pretendo nulla, non voglio che tu abbia paura- di questa cosa, p-perché- va bene così. Se io posso fare questo" e lo abbraccia repentino, circondandolo con entrambe le mani. "Non ho bisogno di altro- mi va bene così." Ammette, sul collo dell'altro, socchiudendo gli occhi, mentre il cuore accelera la sua corsa nel petto.
Dovrebbe dirgli tutta la verità, ma ancora una volta si dichiara, crogiolandosi in quell'abbraccio.
In realtà, non è vero che gli va bene così, ma non vuole che Louis soffra, non vuole che Louis faccia niente che possa farlo spaventare.
Non vuole cambiare quel "è quel che è", se Louis poi è pronto ad andarsene. Non vuole perderlo.
Perché, come tutti, in realtà, Harry vuole solo amore, vuole amare ed essere amato.
"Io- non ti chiedo nulla di più", aggiunge, carezzandogli i capelli con una guancia.
Louis sospira e in quell'abbraccio ancora una volta non si sente stretto, ma confortato.
Quell'odore, poi, che ormai associa ad Harry, lo inebria a tal punto da avere l'esigenza di inalarlo con forti respiri.
Harry l'ha sorpreso con quelle parole. E come sempre ha smosso in lui il desiderio di cambiare.
Perché Harry non lo chiede, ma Louis è pronto a farlo.
E, poi, pensa che c'è uno sbaglio nelle parole di Harry; perché Louis è il primo a desiderare di più da quel rapporto. È, lui, il primo a desiderare Harry nella totalità di quel non rapporto.
Louis è il primo a voler amare ed essere ricambiato, come non è mai successo.
Perché... è così semplice da spiegare, sospira; Harry è la sua eccezione.
Per Harry, Louis pensa che valga la pena avere paura.
Così, dopo aver indugiato in quell'abbraccio, Louis si distacca un po' e cerca il viso dell'altro.
Si morde un labbro, mentre Harry gli sorride ancora, tentando di rassicurarlo.
E Harry, ancora una volta, non immagina minimamente cosa Louis abbia intenzione di fare.
Quando quest'ultimo lo bacia, celere e lento, dolce e rude, sulle labbra, è il primo a sgranare gli occhi e a perdere quasi razionalità sugli avvenimenti che si succedono.
Perché Louis lo sorprende, come ha sempre fatto in quei pochi giorni che si conoscono, e quando lo bacia, Harry ha modo di capirlo soltanto pochi secondi dopo, quando le loro lingue si incontrano e i loro corpi si cercano, affamati.
E di quel bacio casto dato nella loro stanza non c'è traccia, né di quelli dati per sfida o per gioco.
Quel bacio esprime i loro pensieri, i loro desideri, le loro voglie.
Quando si dividono per riprendere fiato, si guardano confusi e felici. Louis gli carezza una guancia e le sue iridi gli sussurrano che non ha desiderato altro da un po'.
Harry sorride impacciato e le sue fossette ringraziano, mentre pensa a quanto Louis sia- "Sei bello, Lou..."; ecco appunto, Harry non ha filtri e troppo spesso si lascia scappare pensieri come questi.
L'imbarazzo cresce notevolmente sul suo viso e Louis scoppia a ridere, quando torna a baciarlo sbrigativo e desideroso.
Si toccano, si studiano e Harry in quei baci e in quelle scoperte non sembra più tanto timido come lo è quando parla.
Carezza da sopra la maglietta la schiena di Louis e le loro gambe si intrecciano, quando Louis scivola sopra il suo corpo.
Si baciano, si baciano e si baciano come se non esistesse altra cosa al mondo da poter fare.
Quando prendono ancora fiato, entrambi cadono nell'incavo del collo dell'altro e ridono, felici e commossi.
È Louis, poi, che prende l'iniziativa e inverte le posizioni. Lo fa per un semplice motivo: vuole proseguire, vuole di più, vuole Harry.
Suo.
Così, mentre le mani si posano sul bordo della maglietta, Harry abbassa lo sguardo e, inizialmente titubante, poi annuisce e si alza per permettere a Louis di proseguire.
Gliela sfila, calmo, trascinandosi con le mani sulla pelle accaldata dell'altro con estrema lentezza.
Una volta sfilata, la lancia accanto a loro e Harry si lascia osservare dallo scrittore che, come se non l'avesse mai fatto, inizia a descriverlo nella propria mente.
E a Louis gli basta una sola parola, in quel momento: perfezione.
Harry cerca di imitarlo subito dopo, togliendogli il maglioncino largo e setoso, mentre Louis sorride e l'aiuta, denudandosi.
Si baciano ancora in uno scocco che sa di mancanza.
Louis gli morde un labbro e sorride sulla sua bocca, prima di far incontrare ancora una volta le loro lingue.
E Harry gli permette tutto.
Un'erezione nei suoi pantaloni struscia famelica nell'interno coscia dell'altro, che sentendola rabbrividisce, colpito da troppe sensazioni diverse.
Sono emozioni, le sta vivendo e per la prima volta le accetta, senza evitarle.
I suoi occhi sono come il portale per i suoi pensieri e Harry, guardandoli, ci trova il desiderio, la possessività, l'accettazione e amore...
Quell'amore innaturale e naturale che è scoppiato nei cuori d'entrambi troppo velocemente, troppo facilmente.
Accade così, però, quando si incontra l'anima gemella, giusto?
Non gli sembra vero e si morde un labbro dopo che Louis inizia a baciarlo sull'addome. Lascia che il capo cada all'indietro e che gli occhi si chiudano, mentre le labbra dello scrittore lasciano lascive una scia di baci bagnati fino al suo ombelico.
Qualche secondo dopo Louis si sbriga a sfilargli i jeans e Harry non dice nulla, si lascia manipolare da quelle piccole mani veloci e osservare avido da quegli occhi di un azzurro intenso.
Harry è un ragazzino col corpo di un uomo. È formato, asciutto, la pelle candida e pulita. Ha delle gambe bellissime con un accenno di peluria, che farebbero invidia a chiunque. Ha un viso da fanciullo, ma a tratti perfino furbo se non fosse così teneramente impacciato.
Louis lo guarda e lo descrive, mentre vorrebbe toccarlo.
La zona ancora nascosta, poi, è capace di imbarazzarlo ulteriormente, perché quel rigonfiamento nei boxer neri è molto pronunciata, benché sappia, visto che la mamma glielo ripeteva sempre, che il nero sfini.
E riderebbe, se non fosse totalmente spaventato da ciò che sta succedendo. Si morde un labbro e torna su quegli occhi verdi, che per un attimo non sono capaci di calmarlo perché, divampanti come fiamme, lo desiderano.
Incontrando di nuovo gli occhi di Louis, Harry ha la sensazione che siano esitanti e preoccupati.
Così aggrotta la fronte e si tira a sedere.
Cosa l'ha turbato?
"Harry... io ti desidero ma-" farfuglia Louis, osservando ogni centimetro del suo corpo.
Esita, perché è preoccupato.
Lotta contro quella passione, perché ha paura di procedere, non vuole spaventarlo e spaventarsi.
Harry avvampa e capisce all'istante cosa l'altro stia cercando di dirgli, perciò, con sincerità, gli risponde: "Io- i-io l'ho già f-fatto, Lou..."
Harry non ci ha mai pensato, se non in quel momento. Perché quel ricordo lo turba e lo confonde. Ma, a quella festa, dove ha bevuto fino a non ricordare quasi più nulla, non ha soltanto baciato il suo migliore amico.
E, forse, fino a quel momento, non lo ha accettato per tutto quello che Nick gli ha fatto passare.
Eppure Louis è un'altra cosa, un'altra sensazione e in quel momento essere sincero – almeno su quello – gli sembra la cosa giusta da fare.
Louis sembra stupito da quelle parole e per qualche secondo lo guarda inebetito, ma alla fine si schiarisce la voce e guarda alla sua sinistra, verso la luce della torcia.
"Davvero? Io, pensavo... Io- invece..." borbotta e il suo tono sembra affranto.
Che sia geloso di scoprire che quel corpo sia stato di qualcun altro?
Ha caldo, improvvisamente, e non diventa rosso per l'imbarazzo. Harry lo afferra per il mento. "Per te è la prima volta?" domanda.
Louis fa fatica a guardarlo e poi annuisce. "Che stupido che sono stato a pensare che lo fosse anche per te..." si lamenta, guizzando i suoi occhi ovunque tranne che in direzione del ragazzo, nonostante Harry lo stia trattenendo ancora per il mento.
Se non fosse preoccupato dalla circostanza, Harry sorriderebbe ammaliato da quella gelosia e da quella inesperienza – la stessa che, alla fine, si sente addosso perché anche per lui, quella, è una prima volta.
"Louis, ero ubriaco e ricordo- molto poco di quella volta..." Ammette Harry, sorridendo imbarazzato. A quelle parole Louis torna a guardarlo, stavolta dispiaciuto perché capisce che quel ricordo è legato al suo passato, al suo coming out con la famiglia. "P-perciò anche per me è come se fosse- una prima volta..." continua e Louis lo bacia veloce, possessivo, perché a parole – per la prima volta – non sa cosa rispondere.
Sa solo che Harry è suo, deve essere solo suo. Di nessun altro.
E felice, poi, di tornare su quella bocca, si sente sollevato perché Harry ha sempre quel dono di placare ogni sua incertezza. Anche se il pensiero che sia stato con un altro uomo continua a turbarlo, a infastidirlo terribilmente.
Ma si può essere gelosi del passato di una persona? Ce l'ha il diritto di sentire quella stretta nello stomaco, sebbene lo conosca da poco più di una settimana?
Sospira quando pensa di essere irrimediabilmente perso per quel ragazzo e continua a baciarlo, avido, perché è suo.
Harry è suo.
Quando si dividono, Louis si toglie i pantaloni, lanciandoli vicino al resto dei vestiti. E a quel punto mancano pochissimi ostacoli tra loro.
Tutto avviene con impaccio, tra baci voluttuosi e risate che vengono fuori quando, scoordinati, si fanno male sbattendo tra di loro con qualsiasi arto.
Ma tutto ciò avviene anche con dolcezza, passione e in un gioco lento di baci e carezze perché entrambi vogliono gustarsi ogni momento come se fosse il più prezioso.
Le mani di Louis sono quelle più ingorde, perché si trascinano sul corpo di Harry ovunque sia possibile.
Harry, leggermente più impacciato, si limita ad accarezzarlo lungo la schiena, le spalle e a sfiorare delicatamente il coccige sodo dello scrittore che, lo ammette, è qualcosa di meraviglioso.
Quando, occhi negli occhi, Louis gli sfila i boxer, lo fa con un labbro fra i denti e lo sguardo brillante.
Ciò che vede, poi, abbassando lo sguardo con un sorriso malizioso, è un erezione che provoca tutta la sua soddisfazione.
Così, avvolto in quel senso di gloria, senza chiedere il permesso, né dare un avviso, Louis lo afferra e lo inizia a massaggiare, causando nella bocca dell'altro un ansimo inaspettato che soffia via, vivendo e morendo in quella tenda, senza la sua volontà.
Louis ride ancora, poi, quando si avvicina per baciarlo e fa scontrare le loro fronti troppo forte, mentre con una mano gli provoca piacere.
E Harry non può seguirlo in quella risata, perché sente di star per venire su quelle labbra, di star per venire troppo velocemente, ma quella mano è... quella mano è... "Ahhh" esclama, irrigidendosi, senza più tentare di trattenere i gemiti, ma Louis lo sorprende e si ferma, guardandolo in un modo che esprime tutto e niente.
Lo guarda e gli sorride, baciandolo.
Harry, un po' insoddisfatto, con l'affanno e il cuore colmo di un amore che non vede l'ora di poter donare, si sente pronto per il suo Louis.
Louis lo capisce e sorride dolcemente quando si abbandona tra le sue gambe, dopo essersi tolto i propri boxer.
La prima volta non è mai il massimo.
C'è sempre l'imbarazzo di non sapere cosa si sta facendo, l'incompletezza di non essere abbastanza, la paura difinire troppo presto e il terrore di non essere poi così bravi.
È così che si sente Louis, quando capisce che è il momento. Ma quegli occhi verdi sono una rassicurazione e li guarda, mentre Harry lo circonda con le gambe, lungo la vita.
Sono pronti entrambi per quel momento. E lo desiderano, forse tanto quanto la loro inesperienza.
Louis esita ancora un po', mordendosi il labbro e temporeggia, accarezzando l'addome e guardandolo per cercare una rassicurazione.
Dovrebbe essere lui a tentare di non andare nel panico.
E se dovesse fargli male? E se fosse un incapace? si domanda. E se Harry preferisse l'altra prima volta?
Louis Tomlinson sgrana gli occhi, guardando l'addome niveo che ha davanti. È nel panico, succede ad ogni prima volta.
Poi Harry gli accarezza veloce una guancia, con un sorriso abbozzato su quel viso etereo e le fossette, ancora una volta, sono capaci di liberarlo.
Louis trattiene il respiro e, avviluppando il labbro di Harry tra le sue, lo carezza in un bacio e decide di provarci nel bene e nel male, di rischiare, mentre con una mano si aiuta ad entrare piano in lui, con qualche difficoltà iniziale, per poi lasciarsi andare, scosso dalle prime belle sensazioni.
Harry invece geme, stavolta di dolore, e il suono che fuoriesce dalla sua bocca è gutturale e tentennante.
Fa male e trema, guardando quell'azzurro a pochi centimetri da lui.
Si guardano in quei sospiri sottomessi e tremano entrambi, alla loro prima volta.
Louis esita un'altra volta e si ferma, guardandolo preoccupato. Ma si rilassa non appena vede Harry che, benché nella totale sofferenza, lo intima a continuare con l'ennesimo sorriso.
Lo bacia ancora e spinge in lui, mentre rabbrividisce ancora per quelle sensazioni nuove.
È patetico, lui che scrive dovrebbe trovare le frasi migliori per esprimere quel momento, ma ciò che riesce a pensare – come se poi pensasse realmente – è che legato a quel corpo, a quell'uomo, è semplicemente bello.
È una sensazione che vorrebbe vivere a rallentatore in modo che si estendi nel tempo per durare di più.
Una volta che gli è dentro completamente, tocca le sue labbra in un ansimo, dolcemente, sentendosi completo e finalmente un tutt'uno con la sua Musa, con il suo Harry, con il suo Curly.
Per un momento, è suo; quel dolce impacciato ragazzo è solo suo.
Harry prova dolore, ma la bocca di Louis è una medicina capace di placare tutto, perfino di fermare il tempo.
Perché è irrimediabilmente innamorato del ragazzo con cui sta facendo l'amore e pensa che sentirlo dentro di lui, sia l'unica cosa giusta nella sua vita.
Louis inizia a muoversi prima piano, poi sempre più veloce, mentre le loro bocche si ritrovano ingorde e le loro mani si intrecciano, stringendosi come se si appartenessero, sopra la testa di Harry.
Louis tenta di farsi spazio, di abituarsi a quell'universo, stretto e invitante. Ci riesce, perché ancora una volta pensa di non volerne più uscire.
Mai più.
E Harry sente che quel dolore, poi, è un piacere tanto amaro, quanto dolce, da fargli desiderare di sentirsi sempre così; vorrebbe che Louis restasse dentro di lui, si perdesse lì dentro, assieme a lui, per sempre.
Si avvicina sulla sua bocca piena, mentre si muove e spinge sempre più a fondo, mentre, senza più pensieri, si lascia andare a sospiri, sorrisi e a movimenti sempre più vigorosi.
Poco dopo, viene e il mondo sembra fermarsi per davvero di fronte a quel piacere che ricaccia fuori in un mugugno.
Stringe le mani, già intrecciate in quelle dell'altro, e chiude gli occhi, trattenendo istintivamente il fiato.
Tutto sembra trattenersi in quel momento e Harry lo osserva, meravigliato e profondamente commosso, ma soprattutto felice.
Quello è il suo spettacolo, Louis colto dall'emozione più potente, più forte, più vera.
Poi il mondo torna a girare, i minuti a scorrere e anche Louis ricomincia a respirare, cercando di riprendersi.
Si guardano, mentre Louis sorride e si sente ancora avvolto in quello stato di beatitudine.
Divide le loro mani e lo accarezza sui fianchi, accasciandosi sul suo petto, ancora un po' scosso, estasiato e completamente sfinito; tenta di riprendere il controllo, il fiato perso, mentre Harry lo abbraccia e abbassa le gambe, stanco e distrutto fisicamente, ma tremendamente felice.
Eppure Louis sente di non aver finito, di non sentirsi del tutto completo. E questo perché non ha ancora visto Harry colto da un orgasmo.
E deve vederlo, pensa, quando sente l'eccitazione dell'altro addossata sul suo ventre.
Perciò si alza appena, uscendo di malavoglia dall'abbraccio di Harry e torna a baciarlo sul petto, scendendo velocemente sempre di più.
Harry è confuso, non capisce cosa l'altro stia facendo, non lo comprende fino a quando Louis non arriva vicino al suo pube e lo guarda con un sorriso sghembo.
Tocca a te, ora – sembra stia pensando lo scrittore. Ma nonostante quel pensiero così limpido, Harry capisce le sue intenzioni troppo tardi. Soltanto quando la bocca di Louis bagna la punta della sua erezione con la lingua.
A quell'improvviso gesto, Harry si irrigidisce, trattiene il fiato, accasciando il capo all'indietro, e chiude gli occhi, per poi gemere ancora senza sapersi trattenere.
Quella, per Harry, è una prima volta.
Anche se tutto ciò che ha provato fino ad ora per lui è nuovo, nonostante l'abbia già fatto. E tutto questo grazie a Louis Tomlinson che l'ha amato nel modo più semplice e bello al mondo.
Louis lo lambisce e si dedica completamente a lui e sorriderebbe perché gli ansimi di Harry sono buffi come la sua timidezza; e l'orgoglio trottola nel suo cuore, perché è contento di riuscire a scatenare quelle sensazioni all'altro.
Harry, però, non vuole venire in quella bocca perfetta, gli sembra un torto e così lo avverte, quando tremando, pensa di star per venire.
"L-lou..." farfuglia. Louis alza gli occhi verso di lui e lo capisce immediatamente, allontanandosi, ma non di troppo, sostituendo la bocca con la mano e muovendola veloce.
In quella nuova posizione, guarda il viso rosso di Harry e lo fa in modo attento, curioso e indisponente.
Deve cogliere ogni cosa di quel momento. Deve memorizzare ogni espressione, ogni gemito perché li sta creando lui, perché li scriverà per ricordarli in eterno.
Perché sono suoi, soltanto suoi.
Con i muscoli delle gambe tese, il cuore agonizzante e il respiro strozzato, Harry viene poco dopo ed esulta in un sospiro gutturale che fa scoppiare di gioia lo scrittore.
Poi, col respiro di Harry ancora affannato, Louis torna all'altezza del suo viso e il riccio lo ringrazia, afferrando con entrambe le mani il suo viso angelico e beffardo e baciandolo appassionato.
Louis ride su quella bocca e si butta su di lui, abbracciandolo contento, per trascinarlo poi sopra di lui.
Si baciano e si sorridono, appagati e sazi – momentaneamente – d'amore.
Rotolano a destra e a sinistra, in quelle risate soffocate e in quei baci mai stanchi. Alla fine si ritrovano nella posizione iniziale, Louis sopra il corpo caldo del più piccolo.
"È stato magnifico..." gli sussurra Louis, soffiando sulla pelle dell'altro che rabbrividisce, mugugnando come un gatto che fa le fusa.
Poi Harry cerca la sua bocca e lo bacia ancora, perché deve dimostrargli che per lui è lo stesso, che non ha mai vissuto niente di tutto questo.
Ancora nudi, il più piccolo copre entrambi con una coperta e non c'è bisogno di nessuna parola, di nessun altro gesto.
E quel silenzio per la prima volta non turba nemmeno Harry che li ha sempre detestati.
Perché Louis è capace di parlargli anche con un semplice sguardo, perché lo scrittore gli ha parlato anche mentre facevano l'amore.
Perché Louis gli ha insegnato che anche il silenzio è fatto di parole.
Spengono la torcia e si abbandonano al buio.
Ogni tanto ridono e si baciano senza remore, in quella tenda, avvinghiati tra loro con le braccia, le gambe, i cuori e l'anima.
Anche se è durato poco il momento in cui sono stati una cosa soltanto, entrambi si sentono ancora uniti, completi e felici.
E quella sensazione durerà per sempre, perché si sono rincontrati, si sono amati, è stato glorioso, è stato unico e, lo sanno entrambi, quello è stato l'inizio della loro eternità.
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A Modern Myth
FanfictionCinque ragazzi, cinque segreti. "The secret is out" è la parola magic- maledetta. Harry è scappato di casa per il suo segreto, a causa di una tensione familiare. Liam e Niall ne condividono uno abbastanza duro da accettare e affrontare. Insieme, per...