Amami o faccio un casino.

Capitolo 14

La campanella mi fa risvegliare dal mio stato di trance.
Ieri ho lavorato per ben 10 ore e non ho avuto nemmeno il tempo di farmi una doccia.
Solamente sta mattina in fretta e furia mi sono data una veloce lavata, infatti i miei capelli sono leggermente umidi.
Mi sistemo la frangetta e rifaccio la mia solita coda alta.
Frugo nel mio zaino per vedere se ho una maglietta di riserva perché sto sudando.
Ma il mio zaino mi manda codice rosso e così facendo sbuffo.
Ne ho sempre una a portata di mano però a tutto c'è una soluzione alternativa così come tutti gli altri esco dall'aula e metto piede sui corridoi stracolmi di gente.
C'è chi parla di football e chi di moda.
Le persone che cercano di farsi spazio tra la massa mi danno continue spallate e io a loro.
Finalmente riesco a respirare e mi dirigo verso il bar del college con in mano ancora il libro di letteratura.
Mi alzo la spallina dello zaino che cade continuamente ed entro nel bar,con il fiatone.
Ovviamente la fila di studenti è immensa così mi rassegno a stare in piedi nell'attesa che avanzi qualcosa di buono.
Mentre sto in fila i miei occhi si scontrano contro un viso dall'aria familiare.
Mi metto in punta di piedi e mi allungo con il collo penzolando da una parte all'altra.

<<oh fermati! Mi fai venire il mal di mare! >>

Mi volto verso un ragazzo, dalla divisa che ha indosso posso notare che è un giocatore di football, ruoto gli occhi e sospiro, mi giro riprovando a vedere
chi fosse la famosa incognita.

La mia curiosità aumenta sempre di più e non posso fare a meno di avanzare e di ignorare le urla delle persone che dicono 'non è giusto c'ero prima io'.
Appena giungo al bancone incontro quel viso.. Lo collego alla mia esistenza e solo ora mi accorgo che è lo stesso ragazzo che mi ha guardata male al bar in cui lavoro e stessa cosa sta facendo ora.

Faccio spallucce e torno indietro per poi uscire dal negozio.

Mi dirigo verso un chiosco che vende delle magliette con sopra lo stemma del college.

Ne afferro una al volo e pago il venditore.

Mi reco nei bagni femminili perfettamente curati e mi levo la maglia sudata di dosso.
Metto quella appena acquistata di un color verde acqua pastello e rifaccio la coda con una presa ben salda.

Afferro il mio zaino e mi dirigo verso una panchina attendendo la prossima ora di scienze.
Nel frattempo la mia bocca viene occupata da una dolce mela rossa.
Metto le cuffiette e faccio partire la mia Playlist, con il sole cocente che accarezza la mia pelle mi faccio cullare dalla dolce musica FIRESTONE e andando a tempo bachetto la matita contro la copertina di un libro.
Chiudo gli occhi e un leggero venticello dalla brezza marina accarezza i miei capelli, respiro e inspiro. Mi godo l'attimo.
È da tanto tempo che sognavo di essere libera e finalmente ce l'ho fatta.
Ho imparato a fare molte cose tra cui cucinare, lavare e fare la spesa.
Per me sono tutti premi dei quali vado fiera,soprattutto di me stessa.

Sento il ritornello allontanarsi sempre di più dalle mie orecchie e automaticamente i miei occhi si aprono, mi guardo intorno e poggio le mie mani sulle mie orecchie.

Che fine hanno fatto le mie cuffie?

Un sorriso divertito si piazza davanti a me.
Assumo un espressione buffa rivedendo il ragazzo del fatidico bar.
Si mette le mie cuffie e fa un breve sorriso per poi ridarmele.

<<Firestone è la mia canzone preferita! >>

Faccio un breve sorriso alla sua affermazione.

<<Anche la mia. >>

Aggiungo.

<<Lo so. >> dice guardandomi per poi andarsene.

La mia faccia si dipinge in un grande straniamento da tutto ciò.

È veramente un mistero questo ragazzo.

<<CLOEEEEEEE! ECCOMI! GUARDA CHE COSA HO TROVATO?! >>

Le urla di Sam mi riportano alla realtà, mentre mi mostra 2 muffin al cioccolato.

La abbraccio e scoppiamo a ridere.

<<Siediti. Qui si sta bene. >>

Dico sedendomi e stessa cosa fa lei.

<<Che bel panorama! >>

Sussurra Sam mentre mi indica il giardino fiorito davanti a noi e come sfondo Seattle e il mare.

<<Già. >> confermo.

Respirando l'ebrezza marina.