Festa: prima o dopo bisogna confessarsi

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Elia sfogliò l'Enciclopedia di Alessandria più per noia che per effettivo interesse. Erano in attesa di dirigersi verso la festa privata in cui avrebbero incontrato il magnate danese che sapeva del Graal. Livia, Ame No Uzume e Scáthach sembravano sparite, persino Saffo risultava nervosa per il ritardo della sorella. All'inizio aveva rasserenato, si fa per dire, Michele ed Elia dicendo "È una ritardataria cronica, specialmente se c'è gente da vestire per una serata."
Ma un conto era ritardare ad una partecipazione, un altro alle prove del gruppo che doveva cantare alla festa.
-Se ritardano ancora un po', sorvolo la città e...- iniziò Michele prima che le tre ragazze li raggiungessero dall'ingresso dell'albergo in cui si sarebbe tenuta la festa.
Ame No Uzume apriva il trio in rockeggiante misto di pantaloni neri di pelle e tubino cinese lilla corto. Un cerchietto di fiori finti le adornava la testa, mentre il trucco la rendeva più grande della sua età apparente. In effetti forse rossetto e matita avvicinavano di più il suo aspetto alla sua anagrafe.
Dietro di lei c'era un'impacciata Scatty con un elegante completo smoking color verde serpente e i capelli impreziositi da gel glitterato. Apophis trattenne una risata, mentre Elia e Michele rimanevano a guardare sorpresi Livia. Vestito estivo bianco con nastri rossi, elegante e sobrio allo stesso tempo, sandali in tinta un po' alti e delicato trucco che rafforzava la sua bellezza.
Il professore fece per commentare, ma l'arcangelo fu più rapido, volando di fonte alla ragazza e cercando di fare non si capiva bene cosa.
-È troppo scollato, cavolo! Ti si vede tutto tra un po'.- commentò come una mamma apprensiva -Davvero, vuoi essere molestata per caso?-
-L'unico che mi sta molestando al momento sei tu.- rispose Livia rossa come un pomodoro maturo -E non fare così che sembri mia madre!-
-Su su, Mic. Ci siamo noi a proteggerla.- lo rassicurò Apophis -Vero Elia, siamo pronti a dif...-
Il professore era catatonico, paralizzato dalla ragazza. L'aveva sempre vista vestita militare, sotto quella nuova veste prendeva una femminilità unica, diversa.
E gli piaceva.
-Perso, ma c'è sempre Scatty.- aggiunse il serpente ricevendo un calcio volante dalla diretta interessata -Che ti dicevo?-
-Vestita così mi muovo male, anche se i nunchaku sono nascosti discretamente.- commentò indicandosi sulle spalle dove, effettivamente, non si vedeva nulla -Al contrario delle armi di qualcuno.-
Elia scosse appena la testa sentendosi preso in causa. In effetti teneva lo scudo ben visibile sulle spalle e la spada infilata in cintura con tanto di fodero, e nemmeno in tinta con il completo nero. Avrebbe preferito essere in bianco come Livia, ma Saffo aveva insistito con il nero, più sobrio ed elegante, oltre che perfetto per il lutto e per nascondere chi era.
-Perché? Nero e marrone stanno bene assieme.- commentò Saffo sentendosi presa in causa -Inoltre le faremo passare per costumi di scena.- nemmeno a farlo apposta il ciliegio si trasformò lentamente in ebano nero -E questo come cavolo è possibile?-
-Modalità Thanatos, geniale!- esclamò Apophis rialzandosi -Così non fa schifo.- Saffo lo abbatté di nuovo.
-Se mi concentro posso cambiarla, ma non so per quanto la sopporterò.- spiegò Elia studiando il risultato -È temporaneo, al massimo li metto sotto al tavolo così non sono troppo visibili.-
-E anche poco facili da recuperare se ci attaccano.- commentò Scatach sbuffando.
-Come se qualcuno ad una festa privata ci potesse attaccare.- le fece il verso il serpente.
-Non perché Apo è il mio hausbando, ma ha ragione. Rilassatevi e divertitevi fino al momento delle presentazioni.- sorrise Ame No Uzume -E soprattutto godetevi la musica, dopo vi chiederemo come siamo andate.-
-Ma prima sistemi la scollatura di Livia.- commentò l'arcangelo.
-Michele!- esclamò l'interessata superandolo offesa ed incamminandosi -Pensate di venire o volete fare tardi?-
-Livia ha ragione, vi muovete?- chiese Scatty seguendo la ragazza a passo spedito. Gli altri non dissero nulla e si diressero alla terrazza che avrebbe ospitato l'evento. Tavolini rotondi da quattro più persone riempivano la prima parte, aperti al centro in una specie di corridoio verso quella che sembrava una pista da ballo. Più vicino al bordo, invece si trovava il palco con la strumentazione già montata, ed era veramente tanta per sole due persone. Un bel sirtaki, una batteria, ben due tastiere e un basso elettrico, oltre al computer per eventuali basi aggiuntive.
-Davvero siete solo in due?- chiese perplesso Apophis.
-Ovvio! Le Dee Incoerenti fanno tutto da sole.- commentò Saffo avvicinandosi agli strumenti e suonando alcune note per provare le casse -Ed Ame non si è ancora vestita.-
-Vestita?- chiese Elia perplesso.
-Vedrai stasera durante la cena.- rise l'interessata divertita provando il microfono con un'assordante -Prego, sedetevi.- vedendo la reazione infastidita chiese a gesti alla gemella di abbassare il volume.
-Io propongo di separarci.- disse Elia studiando i tavoli.
-Perché stamattina ha funzionato alla grande.- commentò Scáthach roteando gli occhi -Qual è il piano?-
-Livia ed io nei posti davanti, seconda fila direi.- spiegò il professore -Buannan e Michele diagonalmente opporti, così da avere controllo della sala anche da dietro. Apophis in fondo dietro di noi.-
-Ma così destra o sinistra che sia, sarete scoperti.- ammise l'Arcangelo -E poi non ti farò stare vicino a Livia mentre è vestita così. Che tu sia figlio della Vergine o meno.-
-E se volessi stare io vicino a lui?- chiese indispettita la ragazza stringendo il braccio del professore che arrossì imbarazzato.
-Strategicamente è corretto.- disse Scatty -Loro due attireranno meno l'attenzione di te con lei o di me con lei. Va migliorata la logistica...- si guardò intorno tenendo le dita a rettangolo, poi aggiunse -Loro due a destra, noi due a sinistra e Apophis al centro nella parte a destra in fondo.-
-Da solo... abbandonato...- commentò melodrammatico prima di prendere posto e fingersi un cane bastonato.
-Meglio.- brontolò Michele -Ma preferirei comunque che stessi tu con lei invece di lui.- Livia lo ignorò trascinando Elia al tavolo assegnato loro da Scáthach, poi arrossì e rimase a guardare verso il basso.
-Scusa.- brontolò appena -Però è insopportabile quando fa così.-
-Ti vuole proteggere, non lo biasimo. Insomma, se fossi in lui io lo farei.- spiegò Elia facendola accomodare galantemente -È preoccupato che qual che potrebbe accaderti, la scollatura è il minimo rispetto alle paure che abbiamo vissuto fin ora.-
-Abbiamo?- chiese perplessa.
-Bé, non posso dire di aver vissuto momenti sereni quando sei stata attaccata dai baital.- spiegò imbarazzato -O quando i kamaitachi hanno avuto la meglio. Effettivamente avrei voluto proteggerti...-
-Intendi dire che non mi reputi forte? O capace? Non mi sembra che tu abbia un addestramento.- commentò offesa.
-Vero, e anche con quel poco che mi ha insegnato Michele dubito che senza l'istinto di Thanatos riuscirei a fare molto da solo.- ammise inspirando a fondo -Ma non intendevo questo, intendevo che... sei una donna, vai protetta.-
-Quindi sei misogino e reputi che una donna non sia in grado di cavarsela da sola?- chiese seria. A quanto pare le parole di Elia stavano peggiorando la situazione.
-No, no... mamma mia se siete complicate.- inspirò di nuovo -Non m'importa che tu ti sappia difendere o meno, sono felice che tu lo sappia fare però... reputo che sia dovere di ogni uomo proteggere la donna, parente o meno che sia, amante o sconosciuta. Non fraintendere, ti sprono a diventare più forte se è ciò che ti esalta e desideri, ma non impedire a nessun uomo di difenderti. E non pensare mai a un secondo fine, poiché un vero uomo lo fa per etica e coscienza, senza chiedere nulla in cambio.-
Livia rimase ad osservarlo sorpresa, poi disse imbarazzata:-È... la cosa più saggia e romantica che mi sia stata mai detta. Mio ma...- si trattenne un momento prima di aggiustare la frase -Mia madre mi ha precluso hai ragazzi per un po'. Potevo vedere solo mio padre, storia lunga...-
-Onestamente sarei curioso. Non avendo mai avuto una famiglia "tradizionale", diciamo così, sono curioso di sapere i meccanismi instaurati nelle altre.- spiegò Elia -Non l'ho mai dato a vedere, ma sono curioso dei vari tipi di madre e di padre che ci sono al mondo.- in effetti non ne aveva mai parlato nemmeno con Vesta in anni di convivenza. Ma lei non aveva nemmeno palesato l'intenzione di mummificarlo vivo, per cui si potevano dire alla pari -Per esempio mi affascinano i rapporti tra Semimortali. Alcuni si sedentarizzano come umani, altri hanno più amanti, altri non cercano affatto un compagno o una compagna con cui stare. Eppure appartengono bene o male tutti alla stessa base culturale. Credo.-
-Ah, con me è come se parlassi scandinavo. Non ne so nulla, è già tanto se conosco Cavalieri di Malta e Isis tra un po'.- spiegò Livia prima di aggiungere rapida -O Guardie Svizzere, Assassini, Hamish e compagnia bella...-
-È già molto, Vesta non sapeva nemmeno cosa fosse un Moai.- rise appena il professore prima di prendere una strana espressione triste. Quella piccola dea del focolare gli mancava, in fondo.
-Basta guardare Alberto Angela per conoscerli.- commentò la ragazza prima di rendersi conto di essere stata indelicata -Bé, non proprio... se si è persa la puntata sull'Isola di Pasqua si è più che giustificati.-
-Si era persa più di una puntata...- ammise Elia -E non le piacevano le mie ricerche. Ha sempre finto e non posso pensare che... che...- inspirò a fondo -Non so perché, ma non riesco a perdonarmi la condanna che le ho inflitto. Anch'io sono riuscito a piangere per lei dopo tutto quello che mi aveva fatto.-
-Allora a quanto pare hai un cuore.- commentò qualcuno davanti al loro tavolo. Un uomo biondo e dagli occhi verdi li stava guardando stranamente amichevole. Allungò la mano socievole -Baldr Odinson, molto piacere, Professor Diotallevi.-

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Cabina extralusso apparentemente inconsistente, dalla tappezzeria viola ricamata in oro e argento. Calici e bottiglie di nettare, idromele, acqua e vino, oltre al bagno privato, la TV via cavo, il satellitare e persino in wi-fi. Le finestre erano schermi comunicativi che Lugh aveva usato subito per contattare Scáthach e spiegarle la situazione.
Questa era una breve destrizione di una delle cabine della Metroenergia, un treno che passava attraverso le linee d'energia, appunto, che collegavano il mondo.
Kohns era steso su uno dei due letti presenti nella carrozza, le fasciature rinnovate e i lenzuoli già macchiati di anticore. Aveva smesso di tremare, inoltre Ecate aveva dichiarato l'interesse a visitarlo non appena Heka avesse preso il posto di guida ed Aradia IX si fosse messa la divisa da bigliettaia. A quanto pare credeva che il vestito facesse eccome il monaco per cui senza la tenuta adeguata non iniziava a lavorare.
-Dovresti dormire.- disse Lugh guardando la figlia seduta per terra accanto al letto di Kohns.
-Sto bene.- rispose lei restando con la testa appoggiata sul materasso del marito.
-Hai bisogno di riposare.- insistette l'uomo -Ti sveglio quando siamo arrivati.-
-Quanto mai sarà lontano?- brontolò senza guardarlo -E dubito che Jingwei ci avrebbe dato un passaggio lento per raggiungere zio Tenjin.-
-Vero, passeranno solo pochi minuti, ma qui sembrerà un giorno e mezzo.- spiegò Lugh -Ciò non intaccherà la salute di Kohns in alcun modo. Secondo l'Enciclopedia di Alessandria gli effetti sono legati al mondo in cui la benedizione è avvenuta, ovvero il Sidhe Umain nel suo caso.-
-Lo stesso. Non mi sento stanca.- rispose dopo una pausa riflessiva. Si mise ad accarezzare distrattamente i capelli del marito rabbrividendo appena. Era bollente.
Lugh si alzò dalla poltrona su cui si era seduto e si accovacciò vicino a lei, studiandola dolcemente.
-Sembri tua madre quando sei apprensiva.- commentò dopo un po' -Solo che hai preso il mio caratteraccio che ha rovinato tutto.-
-Io non torturerei mia figlia.- dichiarò aspra -Però... sei stato carino a prendere le nostre difese. Per un attimo mi sei sembrato come ti vedeva mamma.-
Lugh la guardò sorpreso. Forse troppo abituato a vederla come sua figlia si era scordato che portava in sé i ricordi della sua prima moglie. Unica donna che aveva avuto il suo amore.
-E come mi vedeva?- chiese curioso.
-Il principe azzurro un po' imbranato e studioso, pronto a proteggerla nel momento del bisogno...- spiegò Kushinadahime chiudendo appena gli occhi -Colui che la faceva ridere... e sognare... e che ballava con lei anche in camera da letto in pigiama...- rise appena prima di iniziare a sdormicchiare -L'uomo che le ha fatto scoprire il mondo... ma cosa fai?-
-Ti metto a letto, stai crollando.- rispose mettendola sotto le coperte e togliendole gli occhiali -I balli in pigiama dovevano essere un segreto.-
-Le piaceva troppo per permettersi che andasse dimenticato...- biascicò sbadigliando prima di addormentarsi completamente.
Lugh rimase ad osservarla, accarezzandole dolcemente i capelli come faceva in passato con sua madre. Strano a dirsi ma era il lutto che lo aveva spinto ad unirsi ai Sacri.
E solo su quello strano treno inconsistente si stava rendendo conto di quanto gli avessero rubato, bramosi del loro intento.
-Rimorso...- commentò qualcuno sulla porta. Una bambina delle elementari, occhi viola e capelli verdi come il drago che stava con lei sembrava attendere che la guardasse. Dischi magici di vari colori le illuminavano il volto infantile indurito da un'espressione matura -Quanto hai sofferto per lei? O hai sofferto più per te stesso?- guardò Kohns e disse -Non espierà le tue colpe. Ricordatelo sempre. Salvarlo non salverà te.-
-Lo so.- rispose Lugh -Ma se non lo salvassi finirei solo più a fondo, Somma Ecate. E non posso permettermi di incastrarmi nella fanghiglia.-

Il grande compito di Elia DiotalleviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora