Squadra: quella giusta fa la differenza

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-Apophis con me, Livia con Michele e Scatty con Ame No Uzume.- dichiarò Elia -Tu mi sembra di aver capito che non vuoi venire, Saffo.-
-Precisamente.- annuì la ragazzina -E se succede qualcosa a mia sorella ti uccido spaccandoti i timpani con la chitarra elettrica.-
-Ottimo. Qualcuno ha da obbiettare?- chiese prima che Søren alzasse la mano -Vuoi venire anche tu?-
-Circa, ma non sono molto bravo con le missioni suicide.- ammise il ragazzo -Semplicemente volevo chiedervi una cosa prima che andaste via.- e si tolse la maglietta restando a petto nudo. Le ragazze presenti arrossirono tutte tranne Saffo che si voltò schifata -Vedi? Il mio maestro mi ha fatto fare un tatuaggio che aveva lui prima di me. Ha detto che se avessi incontrato qualcuno che parlava del Graal glielo avrei dovuto mostrare, ma non so perché.-
Elia si fermò a studiarlo cercando di non far capire che era di corsa, ma non riuscì a trovarci spiegazione. Sembrava un asino tribale, costruito su volute e punti sfalsati. Assolutamente incomprensibile ai suoi occhi.
-Figo!- esclamò Ame No Uzume spuntando tra i due -Mamma parla sempre di tatuaggi pentagramici, ma non ne avevo mai visto uno.-
-Penta che!?- chiesero i due uomini.
-Pentagramici, costituiti da pentagrammi arricciati in varie forme.- spiegò tranquilla -Il tuo è un asino, per esempio potrebbe essere...- ricevette un'occhiataccia da Scatach -Ma credo che sarà meglio muoversi.-
-Vero vero, scusate.- sorrise il ragazzo rivestendosi -Comunque usate il Graal per quel che vi serve e se volete portatemelo con calma anche tra qualche anno. Voglio solo studiarlo, poi ve lo ridarei.-
-Lo faremo di sicuro. Grazie mille, Søren.- salutò Elia prima di guardare Apophis -Piano su come arrivare ad Orol?-
-Un paio: barca del sole o chiediamo un jet al magnate qui presente.- spiegò rapido il serpente -Ti dico subito che sulla barca del sole se non la guida Ama-chan non sono proprio il benvenuto.-
-Confermo!- esclamò Livia prima che Michele la prendesse di peso -Ci vediamo in Russia, gente.- e prima che se ne potessero accorgere, l'arcangelo era era sparito fuori dalla finestra.
-Ame, io e te useremo le ombre.- disse spiccia Scatach prendendole la mano e battendo il piede un paio di volte. L'oscurità sotto di loro le trascinò dentro di sé come una pozza di petrolio a rapida discesa.
-Risultato, noi non sappiamo come andare in là...- concluse Elia -Non hai superpoteri da Semimortale come loro, scusa?-
-Sono un demone del caos! È già tanto se so allacciarmi le scarpe con il velcro.- rispose Apophis quasi stupito da tale frase -Comunque potremmo usufruire di uno dei passaggi di Ermes.-
-Gli siamo già piombati in casa nel cuore della notte, non vorrei...- gli arrivarono in testa un paio di ali da scarpe -Ahio!-
-Prendetele e partite.- brontolò Dioniso con un ghigno -Però fatemi sapere come va la ricerca, mi raccomando. Quando lo racconterò ai miei clienti non ci vorranno credere...-
-Non ci crederanno, sono sotto la maledizione di Mnemosine.- ammise Apophis allacciandosi le ali simbolo di Ermes alle scarpe. Erano una specie di tacco metallico da incastrare sul tallone ed allacciare tramite cinturini e cinghie. Le piume erano morbide e semoventi, calde come se avessero avuto vita propria -Comunque, come si guidano questi affari?-
-Pensi dove andare e loro ti ci portano.- rispose il primo proprietario tranquillo.
-È normale che i lacci si piantino nella caviglia?- chiese perplesso Elia. Non provava dolore, eppure i puntali di erano insinuati nella carne come prese elettriche.
-Bé, devono ricevere le indicazioni da qualche parte. Tranquilli, non hanno controindicazioni. La prima versione o tranciavi il piede o ci andavi anche a dormire, non era il massimo.- ammise Ermes arricciando appena le labbra -Comunque, appena avete finito basta sfilare i puntali e slacciarli. Non si trasformano ancora in portachiavi, ma sanno il fatto loro. E non rimarrete feriti, forse un leggero livido, ma dipende dalla resistenza personale.-
-Ce la caveremo.- concluse spiccio Apophis incamminandosi verso la finestra -Dove dobbiamo andare pure?-
-Orol.- rispose Elia. Un battito di ciglia dopo si trovava su un campanile. Perse l'equilibrio e scivolò con i piedi sulla cupola prima di aggrapparsi al tetto con le mani. Alla faccia della sicurezza!
Si guardò intorno, poi provò ad issarsi nuovamente. Una testa di serpente grande quanto la cupola lo sollevò facendolo gridare di sorpresa, poi lo adagiò piano a terra ed Apophis tornò della sua normale forma da diciottenne di quarantanove anni. Si accasciò a terra a sedere inspirando a fondo, quasi avesse avuto un attacco d'asma.
-Ehi, tutto bene?- chiese il professore raggiungendolo rapido.
-Ho... esagerato un po'.- rispose il serpente stringendosi le braccia sul ventre -Un paio di minuti e mi riprendo abbastanza da incamminarci. Hai qualche sensazione?-
-Poco...- ammise Elia -Molto poco, però sento qualcosa verso l'entroterra.-
-È qualcosa, presumo.- ammise Apophis strabuzzando gli occhi prendendo un ultimo profondo respiro. Rimase immobile per un po', poi singhiozzò come appena uscito da un'apnea -Non ti spaventare, credo che avrò degli attacchi di sonno improvvisi.-
-Proprio adesso?-
-Ho usato la forma gigante per aiutarti, amico.-
-L'altra volta non mi sembravi così affaticato...-
-L'altra volta avevo anche mangiato mente ero gigante.- Elia vomitò senza nemmeno trattenersi -Stomachino debole...-
-Pensare a serpenti che mangiano persone vive dopo essere volato con i calzari di Ermes mi fa questo effetto, va bene?- lo guardò male prima di rimettere di nuovo -E con questo posso dire addio cena...-
-Cavolo. Avevo scommesso con Saffo che resistevi meno, le devo venti euro.- il professore per poco non gli si lanciò addosso -Comunque, ora sto bene... possiamo ripartire.-
-Qualcosa di buono che esce dalla tua bocca.- sospirò serrando i pugni ed estraendo la spada come precauzione. La ruotò ed indicò la direzione con essa -Non riesco a calcolare quanto lontani siamo, ma temo molto, per cui, muoviti Pepi. Troviamo il Graal, salviamo Khons e lasciamoci tutta questa storia dei semimortali alle spalle.-
-Credevo ti fossi abituato, cos'è questo cambiamento?- chiese Apophis sorpreso.
-Anch'io, poi siamo arrivati qui.- spiegò il professore arricciò il naso il professore -E ho sentito puzza di problemi.-

Il grande compito di Elia DiotalleviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora