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[Narratore: onnisciente]

Se portassi tornare indietro, cosa cambieresti del tuo passato?

Questa domanda ronzava nella mente della turchina da un mese ormai. Si trovava immersa nel buio e il silenzio della sua stanza, la quale era un caos. A terra giacevano vestiti strappati, libri rotti e altri oggetti con cui precedentemente era decorata la sua stanza.

Lei non era in migliori condizioni che diciamo, era dimagrita molto, i capelli sempre raccolti in una fascia arancione adesso erano sporchi e cadevano disordinati sulle spalle della ragazza, i suoi occhi erano spenti e con due borse viola sotto di questi.

Ma la cosa più preoccupante erano le cicatrici sulle braccia di questa. Graffi, morsa, tagli, colpi... ma a lei non importava. "Questo non è niente, il dolore che ho provocato non si compara a questo"

Tra le mani teneva una foto di lei con la sua famiglia, se così poteva chiamarla... sua madre era sempre stata una donna molto esuberante, amante delle feste e il divertimento, per lei il suo matrimonio non contava niente, mentre potesse permettersi tutti i suoi capricci era felice, e dall'altra parte suo padre era un uomo serio e molto esigente, stanco del suo matrimonio che le portava via molto del denaro, se continuavano così sarebbero finiti in bancarotta.

Ma niente di tutto ciò doveva essere visto dal resto, davanti agli altri giungevano di essere felici ed innamorati, che non avevano nessun problema finanziario o tra di loro. Che erano la famiglia perfetta.

Questo era quello che le avevano insegnato a loro figlia, fingere di essere quello che non sei, essere quello che tutti vogliono vedere, allontanarti da coloro che hanno una cattiva reputazione, essere superficiale. Essere come loro.

Lei era stanca di quella vita costruita a base di menzogne. Molte volte aveva represso la voglia di urlare al mondo la verità, ma non aveva il coraggio.

Questo però non giustificava ciò che aveva fatto. Era una codarda, una falsa, era come loro. La sua stupidità l'aveva portata a commettere quello di qui adesso se ne stava pentendo amaramente.

"Forse per una volta potevi ascoltare..."

Erza aveva ragione, almeno una volta nella sua vita poteva fare qualcosa di buono e lasciarla in pace. Ma lei da stupida doveva rovinare la vita di qualcun altro.

- Se potessi cancellare tutto il male lo berrei come assenzio, stanotte
e quante volte avrei voluto urlare ma sono rimasto in silenzio
a pensare alle cose che ho perso
ad immaginare fosse diverso
non mi guardo da mesi allo specchio
è da un po' che sospetto che dentro al riflesso ci sia quella maschera che mi hanno messo-

Il bussare della porta la fece rinvenire, dall'altra parte si poteva ascoltare perfettamente la voce di Gajeel.

-Levy posso entrare?_

-Va via Gajeel_ rispose secca la ragazza.

-Levy apri questa porta è fammi entrare!_

- Non voglio vedere nessuno che parte non capisci?_ non merito la tua preoccupazione.

-Quella che non capisce sei tu! Cosa risolvi chiedendoti qua dentro? Allontanandosi da tutti farai che Natsu si svegli? Che Lucy sia di nuovo felice? È questo quello che succederà? Tutto si risolverà magicamente senza che tu faccia niente, senza che tu affronti la situazione?_ urlò il moro.

- Che vuoi che faccia, che le chieda scusa? Le mie scuse non le servono a un cazzo, non le riporteranno indietro Natsu!_ urlò con le lacrime agli occhi_ delle semplici scuse non fanno si che tutto torni come prima_

||𝚂𝚙𝚛𝚒𝚗𝚐 𝚍𝚊𝚢|| [Nalu]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora