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[Narratore: Natsu]

-LUCE!_

Fu l'unica cosa che riuscii ad articolare in quel momento mentre correvo verso di lei per poi tirarla verso l'asfalto. Poi il buio...

Attorno a me era tutto nero, non sapevo cosa stava succedendo e neanche dove ero, avevo freddo e una sensazione di solitudine mi opprimeva. Il tempo si era come fermato o almeno io lo sentivo così, fino a quando non ebbi di nuovo il controllo del mio corpo e finalmente riaprii gli occhi, voltai immediatamente verso il marciapiede dove avevo spinto Lucy.

Lei era in piedi e mi guardava con orrore, non capivo cosa stava succedendo quindi mi alzai e le andai in contro ma... lei mi passò attraverso, mi girai orrorizzato e poi capii tutto.

Vidi il mio corpo steso nel cemento tinto di cremisi, lei era inginocchiata al mio fianco urlando, piangendo. Mi portarono in ospedale, lei in sala di attesa, non poteva andare oltre, mi sedetti al suo fianco e le accarezzai i capelli.

"-Non mi allontanerei da te neanche davanti alla morte..._" le sussurrai.

Sapevo benissimo che non poteva sentirmi, o vedermi, ma le avevo promesso che le sarei stato affianco, e in questo momento aveva bisogno di me.

Dopo qualche ora arrivò Zeref, chiedendole alla bionda cosa era successo, lei tra le lacrime gli raccontò l'accaduto,dopo di quello non parlarono più finché...

- Come sta?_ chiese con panico la bionda.

- È...è in coma, il colpo alla testa è stato molto forte, non si sa quando si si sveglierà_ Zeref abbassò lo sguardo.

Girai la mia testa di scatto per il tonfo al mio fianco, vidi il suo viso pallido,senza anima...senza niente mentre le lacrime cadono dal suo viso.

-È...è colpa mia, è solo colpa mia!_ diceva tra le lacrime e i singhiozzi, era stato troppo, la discussione, l'incidente, il coma...
Gildarts la portò via, ed io andai con loro.

Era passata una settimana e lei non usciva dalla sua stanza, non mangiava, non dormiva, piangeva, si incolpava ed io non potevo fare niente

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Era passata una settimana e lei non usciva dalla sua stanza, non mangiava, non dormiva, piangeva, si incolpava ed io non potevo fare niente. Ero seduto sul bordo del letto quando lei riaprì di nuovo le sue iridi marroni contornate non solo dalle occhiaie, ma anche lucide per le lacrime.

-É solo colpa mia_ singhiozzo, ancora... non sopportavo più quelle parole dalle sue labbra, ogni volta era come una pugnalata, ed io non sapevo più quante ferite avevo ormai.

"- Non è stata colpa tua Luce, niente di ciò che è successo lo è stato!_ mi avvicinai a lei e con una mano le accarezzai la guancia_ non voglio più vederti piangere, fallo per me...per favore..._" dissi in un sussurro, trattenendo le lacrime, non potevo crollare anch'io.

Stranamente quel giorno si alzò dal letto, traballava ma nonostante ciò uscì di casa, io camminavo al suo fianco, ero curioso di sapere dove stava andando. Entrambi salimmo su di un treno, durante il viaggio notai i suoi occhi più spenti del solito, camminammo poi per varie strade fino ad arrivare davanti ad una casa coperta da delle strisce gialle. "Non sarà mica...?"

Entrammo, lei si diresse al piano di sopra, stavo per seguirla, ma una figura chiamò la mia attenzione, aveva dei lunghi capelli biondi e un vestito bianco, pulcro, che arrivava a terra. Lei mi guardò per qualche secondo e mi sorrise.

-"Rimani qui per favore"_ disse per poi sparire.

Qualche minuto dopo la voce di Lucy arrivò alle mie orecchie, stava parlando con qualcuno, volevo andare da lei, ma quella donna mi aveva detto di non farlo, o almeno di aspettare, e fu ciò che feci.

Mi guardai attorno notando le varie foto appese ai muri ritraenti tre persone, un uomo biondo dall'aspetto severo ma con un sorriso sul volto mentre guardava una bimba dai capelli biondi, a guardare la scena c'era anche una donna bionda, la stessa di prima.

"-Quella è...sua madre?_"

Continuai a guardare il resto, la maggior parte erano di Lucy, in ognuna sorrideva, era felice dopotutto aveva i suoi genitori. Avevano ancora molto tempo da passare insieme, tante cose da dirsi, da fare, da vedere... fa male quando tutta questa felicità finisce, è difficile da credere.

-"Fottuta vita ingiusta..."_ fa paura sapere che puoi perdere ciò che più ami, basta anche qualche secondo per vedere con i tuoi stessi occhi come si sgretola il tuo mondo.

-MAMMA!_ sobbalzai per lo spavento per poi correre verso il piano di sopra, entrai nell'unica stanza aperta. Lei si trovava al centro della stanza circondata da una pioggia dorata, che emanava un calore molto confortevole ma allo stesso tempo melanconico.

"-Luce...LUCE!_ la presi per le spalle, lei alzò lo sguardo pieno di lacrime, guardava il tetto con lo sguardo perso, le accarezzai una guancia_ Non piangere, non ti lascerò sola, mi hai sentito!?_"

L'abbracciai, come quella volta nella sala di musica.

||𝚂𝚙𝚛𝚒𝚗𝚐 𝚍𝚊𝚢|| [Nalu]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora