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Devo provare a muovermi. Lo voglio.
Mi giro su un fianco nonostante la scossa di dolore che mi percorre tutto il corpo. Appoggio i piedi a terra e provo ad alzarmi. Non cado, buon segno.
Riesco ad arrivare al bagno e mi levo il seme di quel mostro dalla pancia. Mi metto una felpa e un paio di pantaloni e mi siedo sul divano.
Comincio a piangere, ad urlare.
Sento bussare la porta ma non gli do importanza.
Urlare in questo momento mi conforta, il bruciore della gola lenisce un po il dolore proveniente da tutto il corpo.
Il rumore smette.

MARIO P.O.V.

Davide è un rompicoglioni. Davide è un gran rompicoglioni. Mi ha costretto a sorvegliare sua sorella per motivi "x" che non mi é permesso sapere.

35 minuti prima

Davide: Mariè, hai da fare questa sera?
Mario: no però volevo lavorare su un pezzo ... ma se mi proponi qualcosa non mi tiro indietro.
Davide: potresti passare a casa di mia sorella , io devo andare andare a lavorare
Mario:" a fare cosa con tua sorella" dico con un sorrisetto malizioso
Davide: Mario non ti conviene fare il coglione, ricorda che abitiamo sotto lo stesso tetto
Mario: posso sapere almeno per cosa?
Davide: tu assicurati che nessuno esca e nessuno entra.
Io a Davide voglio bene ma mi mette sempre in queste situazioni di merda.
Che poi io questa manco la conosco, so solo il nome.
Mi apposto con la macchina fuori casa sua.
Esce un ragazzo.
"Si da da fare la sorellina" penso
Chiamo Davide
M: Davide qua tua sorella si da da fare, é appena uscito un ragazzone ... tutta il fratellino.
R: entra in casa, 5 minuti arrivo
Chiude la chiamata.
Confuso vado verso la porta e sento delle urla. Busso. Busso parecchie volte ma nessuno risponde. Comincio a preoccuparmi.
Corro sul retro della casa e vedo la porta socchiusa.
Entro e seguo il suono delle urla. Arrivo in un stanzone, ipotizzo sia il soggiorno
La vedo. Vedo una ragazza magrolina, con i capelli sul castano scuro rannicchiata su un angolino che urla come una pazza.
Ha un paio di pantaloni della tuta tutti strappati , una felpa col cappuccio sulla testa ed alcune macchie di sangue in alcuni punti. In parecchi punti.
A causa del cappuccio e delle ginocchia non riesco a vedere la faccia.
Mi avvicino
M: Beatrice? Sei tu Beatrice vero?
Non risponde, però almeno smette di urlare.
Mi vede.

SI SONO VISTI PER LA PRIMA VOLTAAA !!!
Ve lo avevo promesso, da adesso sarà storia

La chiamavano CalvairateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora