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Apro piano gli occhi, abituandomi  alla forte luce dei neon. Nell' aria sento odore di disinfettante e plastica. Deduco di essere in ospedale.
Metto a fuoco quella che dovrebbe essere la mia stanza; una camera apatica con le pareti di un verde kiwi, dei macchinari con un suono fastidioso alla mia sinistra, una poltrona e accanto una porta che, a parer mio, dovrebbe portare ad un bagno.
Riconosco la figura che al momento sta dormendo sulla poltrona.
Davide. Il mio fratellone. Tutto ció che mi resta. Ma quanto è bello?
...
Credo di essere imbottita di morfina.
B: davide...
Nessuna risposta.
Davide quando dorme non lo sveglia nessuno.
Entra nella stanza Diego con 2 bicchieri di caffè da asporto
Diego: la bella addormentata si è svegliata!!
B: mi hannnnno droggata.
Diego:" beata te, sai quando dovresti spendere per quella botta che hai attaccata al braccio?" Dice ridendo
Si fa serio.
Diego: Beatrice come stai? Ne hai prese tante.
B: "non lo so, lo scoprirò quando mi toglieranno l' elisir magico dalla vena" dico indicando la flebo.
Sorride
Davide: mmmmn
Diego: "BUONGIORNO FIORELLINO" dice tirandogli delle sberlette sulla testa
Davide: se non vuoi perdere la mano, corri
Diego: hahahahha, coglione c' è qualcuno che vuole salutarti
B: heii
Si alza di scatto e viene verso di me
Davide: heii, come stai piccolina? Diego chiama il dottore, ehm ... ah si lascia qua il caffè grazie. Allora parla Beatrice, parla perpiacere.
Mi prende le mani e mi guarda fisso negli occhi.
B: mi sembra di aver dormito per giorni
Davide: bhe, non hai tutti i torti.
B: cosa intendi?
Davide: è passata una settimana Beatrice.
Lo guardo. Ha occhiaie viola, la barba lunga e i vestiti sporchi. Immagino che sia stato con me tutto il tempo.
B: portami a casa Davide.

La chiamavano CalvairateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora