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Mi irrigidisco e non riesco a muovermi.
Non voglio ne guardarlo ne tantomeno sentirlo.
Riccardo si ferma per un secondo davanti al nostro tavolo e, vedendo il mio scarso interesse, prosegue raggiungendo i suoi amici al tavolo poco piu avanti del nostro.
Leo: stai bene?
Ho l' affanno e non riesco a rispondere.
Daniela: vieni Bea, andiamo a prendere una boccata d' aria, ok?
Non mi muovo. Mi sento come se fossi rinchiusa dentro un batuffolo di ovatta.
Daniela mi prende per mano, mi accompagna fuori e mi fa sedere su una giostra per bambini con la forma di un cavalluccio.
Daniela: ok vabbene, ti distraggo un po allora ... io e Ale abbiamo una "tresca" - apostrofa con le mani in aria - solo che  ... É ALE!
Farfuglio qualcosa per farla parlare, mi rilassa.
B: in che senso?
Daniela: buonasera Bella Addormentata, comunque dai, é Ale. É il bambino scassa minchia che alle elementari ci rubava la merenda e ci spingeva nel fango...
B: Dani non vorrei essere maleducata, non vedo l' ora che tu mi racconti delle belle scopate con Ale ma adesso ho bisogno di Davide. Ho il cellulare dentro, mi dai il tuo?
Compongo il numero ma l' unica voce che sento é la segreteria telefonica.
B: ok non risponde, entriamo .
Daniela: sicura?
B: si
Mi siedo fra Mattia e Leo sperando che basti per tenere lontano Riccardo.
L' effetto che avrei voluto avere si é rivelato l' opposto.
Riccardo con due falcate riempie la distanza tra il loro tavolo ed il nostro e si avventa su Mattia.
Lo prende per un braccio e lo costringe ad alzarsi.
Prende il mio braccio e fa la medesima cosa. Mi prende il colletto della giacca e mi sputa parole in faccia
R: CHE CAZZO VUOI FARE?!
Mattia lo prende per la giacca e lo trascina fuori, accompagnato da Leonardo, Ale e Nicolò.
Daniela corre fuori, in lacrime parlando al telefono.
Io rimango li, ferma al centro del corridoio del Mc mentre una decina di persone mi fissano. Vuota. Impassibile. Immobile


-ñ

La chiamavano CalvairateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora