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Dopo altri 5 lunghi giorni composti da cartelle, flebo e esami posso tornare a casa.
Dottore: Beatrice ti lascio un volantino di una psicologa per quello che hai passato, é specializzata sia in violenze fisiche sia in violenze sessuali ...
B: "come scusi? " chiesi imbarazzata.
Imbarazzata sopratutto per la presenza di Davide, Mario e Diego.
Dottore: posso parlare in privato con la signorina?
Davide: io non vado da nessuna parte.
Il dottore innervosito dal comportamento di mio fratello cerca il mio consenso
B: possono restare...
Dottore: bene, lei ha subito violenze fisiche con conseguente asportazione della milza, lussazione dello zigomo destro, slogatura della spalla sinistra, una piccola emorragia cerebrale, perdita temporanea del' udito, segni di morsi sulla schiena, fianchi , cosce ed internocosce.
In questi casi di violenza è necessario un attento esame ginecologico, prassi. E, come volevasi dimostrare, abbiamo riscontrato segni di abuso ... rapporto non consensuale e non protetto. Quindi consigliamo un' astensione alla sua vita sessuale per almeno 2 mesi al fine di far rimarginare le ferite interne. C' è scritto tutto sul foglio che abbiamo lasciato a suo fratello, comprese le medicine, le medicazioni e gli esami di controllo.
Non riesco a metabolizzare la cosa. Davide si è dovuto sedere.
B: scusi ma ... io non ricordo niente...
Dottore: è normale avere un' amnesia temporanea, però con il tempo tutti i ricordi possono riaffiorare in qualsiasi momento... devo metterti in guardia.
Non rispondo. È cosi frustrante!
Ho bisogno di sedermi, mi tremano le gambe. Sento delle braccia attorno i fianchi. Ringrazio Diego per il sostegno, immagino che abbia preso il posto di Davide dal momento in cui lui staziona sopra la poltrona in preda, da quello che sembra, ad una crisi di panico.
Il dottore ci lascia e segue in momento di imbarazzo.
Questo è troppo, è veramente troppo. Il mio corpo cede e mi sale la bile in gola.
Mi alzo di scatto per andare in bagno a vomitare. Sento qualcuno alle mie spalle ma voglio stare da sola. Da sola con la mia vergogna.
Non posso piangere. Non adesso. Non davanti agli amici di mio fratello.
Devo essere forte almeno fino a casa mia.
Esco un po barcollante e provata.
B: voglio andare a casa.
I ragazzi mi aiutano e  ci dirigiamo verso la macchina.
In macchina regna il silenzio più assoluto.
Arrivati davanti casa scendo.
B: Gggrazie ragazzi, ci vediamo
Davide: non crederai che ti lasci andare da sola, aspetta 2 minuti che prendo le tue cose
Diego e Mario accelerano e noi entriamo a casa.
Appena entro comincio a ricordare. Ricordo Riccardo in salotto, io distesa in cucina.
Stringo il braccio di Davide.
D: tutto bene?
B: comincio a ricordare qualcosa.
D:devi riposarti ... ti porto di sopra.
Mentre facciamo le scale vengo investita da una strana sensazione.
Arriviamo davanti camera mia e ad un certo punto ricordo tutto. Ricordo i morsi , le mie urla, le lacrime e mi ritrovo dentro il mio incubo. Ancora.
Mi accorgo di essere rannicchiata addosso un angolo ad urlare contro il petto di Davide.
Davide: "BEATRICE, BEATRICE SONO QUA SONO QUA." Urla per sovrastare le mie grida cullandomi.
Smetto e comincio a piangere rassegnata all' idea di quelli che da oggi saranno i miei incubi

La chiamavano CalvairateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora