Erano le otto di sera ed era quasi buio, ma non avevo paura. Avevo vagato tutto il pomeriggio per il campus, senza una meta precisa, solamente con lo sguardo basso, sperando di non incontrare nessuno. Non avevo la vaga idea di quanti chilometri avessi fatto, non che me ne importasse, camminavo e basta. All'inizio mi logorò un senso di vuoto, poi persi completamente la cognizione del tempo e non provai più nulla. Né rabbia né dolore. Ero estranea persino a me stessa. Una roccia sterile abbandonata nel deserto, ecco come mi sentivo. Volevo solo scappare e starmene da sola, magari immersa completamente nella natura a contare le stelle, una ad una, nel cielo, fino ad addormentarmi dolcemente.
« Dove cazzo sei stata? » disse Luke gelidamente quando aprii la porta della stanza.
« In giro. » risposi seccamente senza nemmeno guardarlo in faccia.
« Non prendermi per il culo. » mi bloccò con un braccio e mi costrinse a guardarlo in volto. Mi guardava senza far intravedere alcun tipo di sentimento. Avevo la pelle d'oca.
« Hai pianto? » mi domandò improvvisamente. Mi si gelò il sangue, l'ultima cosa al mondo che volevo in quel momento era che mi compatisse e provasse pena per quanto fossi ingenua e sciocca. Decisi di affrontare coraggiosamente il suo sguardo e lo guardai intensamente.« Io non piango mai. » dissi alzando il mento con fierezza. Per la prima volta i suoi occhi mi guardavano in modo diverso dal solito, o almeno così sembrava a me. Luke serrò la mandibola e un bagliore di rabbia apparve nei suoi occhi, non ne capivo il motivo, così supposi fosse molto più semplice cambiare argomento il prima possibile. Non avevo voglia di affrontarlo. Non ora. Non in questo modo.
« Cosa significa il tatuaggio che hai sul bicipite? » gli chiesi istintivamente senza rifletterci troppo. Un sorriso si formò sul suo volto.
« Noto che qualcuno mi ha osservato bene. » si mostrò il suo braccio e scorsi leggermente affascinata le tre linee nere tatuate « Secondo gli occidentali é simbolo di lutto, il ricordo di una persona che é stata essenziale per la tua vita. » a quelle parole mi si formò un profondo nodo alla gola. Gli esseri umani si aggrappano con le unghie ai ricordi delle persone che non fanno più parte della loro vita, non sono in grado di lasciarli andare via, come se potessero tenerli ancora vivi dentro di sé. Quando una persona che amiamo se ne va per sempre, è difficile imparare a vivere con quel vuoto che si spalanca all'improvviso come una ferita profonda. Ed io questo lo sapevo bene.
« É riferito a qualcuno di speciale? » gli chiesi timidamente. Luke mi guardò seriamente, poi abbassò lo sguardo e sorrise. Aveva un'aria diversa, non sembrava minaccioso come sempre.
« É incredibile quanto tu sia sensibile, nonostante tu non lo voglia ammettere. » disse senza rispondere alla mia domanda.
« Perché dici questo? »
« Non sai mentire. I tuoi occhi sono effettivamente lo specchio della tua anima. » arrossii a quelle parole.
« Anche tu non sei così cattivo come sembri. » gli sussurrai a bassa voce.
« Ti va di andare in spiaggia? » strabuzzai gli occhi alla sua inaspettata domanda. Perché no? Sarebbe stato divertente uscire di nascosto dal campus. Probabilmente era la cosa migliore di cui avevo bisogno in quel preciso momento.
Fu alquanto facile sgattaiolare fino alla spiaggia, anche perché non c'era anima viva in giro, evidentemente erano tutti occupati a studiare per gli esami come avremmo, teoricamente, dovuto fare anche noi. La spiaggia di notte era di una bellezza mozzafiato: la luna si rifletteva sull'acqua limpida creando un'atmosfera estremamente calma e rilassante.
« É stupendo, vero? » mi chiese Luke.
« A dir poco. » mi morsi il labbro « Ho sempre sognato di fare il bagno di notte. »
« C'é sempre una prima volta. » esordiò con un sorriso malizioso stampato sul suo volto. Lo sfidai con lo sguardo. Alla fine dei conti chi me lo impediva? Corsi verso la riva e mi tolsi i vestiti velocemente, mentre Luke mi fissava leggermente imbarazzato da lontano. Rimasi solamente in biancheria intima e misi l'alluce per sentire la temperatura dell'acqua. Era calda. Presa dall'adrenalina corsi a tuffarmi e un istante dopo mi trovai, a mio stupore, Luke di fianco a me. Era bellissimo. Restammo in silenzio a guardarci solamente negli occhi, entrambi stavamo semplicemente vivendo senza pensare a nulla. Si avvicinò sempre di più al mio viso, pochi centimetri di distanza dividevano i nostri corpi.
« Sei completamente pazza. » mi sussurrò entusiasto.
« Se tu sei qui con me, significa che nemmeno tu sei completamente normale. » lui abbassò lo sguardo sulle mie labbra, mentre la sua bocca si avvicinava sempre di più al mio viso. Il mio corpo non reagiva. Trattenni il fiato. Ero completamente magnetizzata da lui. Ad un tratto mi resi conto di quello che stava effettivamente accadendo, ripensai ad Isaac e mi allontai improvvisamente da Luke. Che diavolo stavo combinando? Non potevo permettermi di rimanerci male se Isaac, con la quale non avevo alcun tipo di relazione, frequentasse un'altra ragazza se poi io mi stavo comportando ugualmente, se non peggio. Stavo agendo da incoerente. Stavo mancando di rispetto a Luke, a Isaac e anche a me stessa. Nessuno si meritava questo. Forse avevo solo bisogno di rimanere da sola per un po'.
« Scusami. » gli dissi a bassa voce, poi gli voltai le spalle e nuotai verso la riva. Avevo bisogno di prendere un po' di tempo per me stessa, per pensare e rendermi conto in quale orribile situazione mi fossi cacciata.
Ma che diavolo mi stava accadendo? Stavo diventando tutto quello che avevo sempre odiato.

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Rebellious
RomanceEmilie Tremblay, dopo la morte di suo padre, decide di riniziare la sua vita da zero trasferendosi in un campus in Arizona, lasciandosi in tal modo alle spalle tutto il suo passato. Si troverà costretta a frequentare un dormitorio maschile che la me...