Finalmente era arrivato il fatidico giorno che tutti stavano aspettando ardentemente da poco meno di una interminabile settimana: Venerdì 6 Settembre, la sera della festa in riva alla spiaggia. Onestamente non stavo nemmeno io più nella pelle, potevo essere semplicemente me stessa senza maschere e bugie. Luke non era d'accordo che io ci andassi, a parere suo mi sarei messa solamente in qualche guaio in più, così gli dissi che non ci sarei andata e sinceramente non credevo che se la fosse bevuta davvero, questo mi fece scorrere ancora di più l'adrenalina nel sangue.
Erano circa le dieci di sera e tutti quanti i ragazzi nel campus si stavano preparando, io ero già pronta da circa dieci minuti, ma ero chiusa in bagno con la scusa che mi stavo facendo una doccia, non dovevo farmi beccare da Luke. Finalmente sentii la porta chiudersi, via libera, uscii in punta di piedi controllando che se ne fosse effettivamente andato, poi mi avvicinai alla porta e tentai di aprirla inutilmente. Era chiusa a chiave. Non riuscii a capirne il motivo, finché non sentii una profonda risata provenire dall'altro lato della porta.« Chi pensavi di prendere per il culo?» mi aveva scoperta. Ero fottuta.
« Apri questa maledetta porta, Luke! »
« Ma stai scherzando? Non sono tutti idioti, si faranno delle domande. » sentii il rumore della chiave togliersi dalla serratura della porta.
« Saranno tutti troppo ubriachi per pensare, fammi uscire! » urlai, ma senza udire nessuna risposta.
« Luke?! » se n'era andato. Grandioso. Voleva tenermi chiusa qui per sempre? Pensava che fosse bello vivere sotto una maschera tutto il tempo? Sempre che quello si potesse chiamare vivere. Non aveva idea di con chi avesse a che fare, se pensava di potermi controllare si sbagliava di grosso. Mi affacciai alla finestra, la nostra stanza si trovava al terzo piano e cercai di trovare in qualche modo una soluzione per potere uscire da lì, ma era del tutto impossibile a meno che non mi volessi rompere una gamba. Poi mi venne una brillante idea, durante la sua malattia mio padre mi insegnò un trucchetto per aprire qualsiasi stanza chiusa a chiave, lo tentai solamente una volta quando si sentii male chiuso in bagno, uno degli ultimi ricordi che avevo di mio padre. Presi la mia chiave della camera e iniziai a dare dei colpetti affinché cadesse quella di Luke, dopo dieci minuti di imprecazioni ci riuscii ed ero soddisfatta di me. Infilai la mia chiave e girai. Finalmente libera. Mi misi una felpa per non farmi riconoscere, per precauzione, poi riflettendoci mi resi conto di non avere idea di dove si svolgesse la festa, così mi nascosi nel cortile e aspettai un gruppo di ragazzi che seguii furtivamente. Mi sentii abbastanza una stalker in quel momento.
Davanti ai miei occhi vidi un enorme falò con un sacco di ragazze e ragazzi che ballavano scatenatamente, percepii una sensazione di spensieratezza che non provavo da moltissimo tempo. Il mio corpo voleva ballare a ritmo di musica e sfiorare altri corpi, ma un ragazzo me lo impedii mettendosi di fronte alla mia traiettoria. Merda. Era il ragazzo biondo della segreteria.
« Ero sicuro fossi te. » disse avvicinandosi a me. Non avevo idea di cosa fare, di dove andare, il mio corpo era come bloccato « Non ti preoccupare, ti capisco. »
« Cosa? » domandai incredula.
« L'avrei fatto anche io al tuo posto con questo branco di imbecilli. » sorrise « Ti va un drink? »
« Va bene, grazie. » furono le uniche parole che riuscì a sillabare, ci dirigemmo al bar e lui ordinò da bere per entrambi, non avevo idea che cosa fosse, ma aveva un gusto estremamente dolciastro ed era anche alquanto forte. Ci allontanammo leggermente dalla folla, precisamente in un angolo pieno di coppiette che stavano professando il loro amore fisicamente e lui iniziò a domandarmi moltissime cose sul mio conto, per esempio per quale assurdo motivo avessi deciso di rimanere in quel maledetto campus nonostante tutto ed, onestamente, non ne avevo la più vaga idea nemmeno io.
« Come hai fatto a scoprirmi? » chiesi all'improvviso curiosa.
« Quegli occhi blu scuro mi sono rimasti fissi in mente da quando ti ho visto la prima volta. Non potevo non riconoscerli. » mi sorrise e io ricambiai a mia volta.
« Perché sei così gentile con me? »
« Te l'ho detto, ti capisco. E poi ti trovo davvero una tosta a fare tutto quello che stai facendo. »
« In realtà non so nemmeno io come faccia a farcela a volte, a momenti non so nemmeno più io chi sono. » risi.
« Sei una ragazza con carattere e con un bellissimo sorriso. » quando udì quelle parole diventai leggermente rossa, non ero abituata ai complimenti, istintivamente gli presi la mano e lo portai in mezzo alla pista. Le nostre mani si sfioravano, i nostri corpi si seguivano e il suo sguardo era perennemente fisso su di me. Non mi sentivo così viva da mesi, finalmente stavo vivendo per una sera come una normalissima ragazza della mia età, spensierata e con il proprio destino fra le mani.
« Come ti chiami? » gli domandai improvvisamente rendendomi conto di stare ballando con un perfetto sconosciuto.
« Isaac, signorina Emilie. » sorrise in un modo che mi fece sentire protetta come se per una volta fossi nel posto giusto al momento giusto. I nostri sguardi non smisero mai di seguirsi e ammetto che non avevo mai provato nulla di più attraente, eravamo solamente io e lui, nessun altro, nessun pensiero, nessun problema. Solamente noi. E Luke. Proprio lui. Non riescivo ad immaginare da quanto potesse essere lì a guardarci con disprezzo e rabbia, lo guardai per qualche secondo e poi riposai i miei occhi su Isaac per fargli capire che non mi importava. Stasera era la mia sera e lui non poteva intromettersi. Vita mia, scelte mie.
Continuammo a ballare insieme per tutta la notte, finché non mi ricompagnò al dormitorio sulle quattro di mattina. Era estremamente premuroso, rispettoso e protettivo nei miei confronti, mi trattava proprio come merita di essere trattata ogni donna. Prima di separarci mi scoccò un bacio sulla fronte, poi mi allontanai da sola diretta verso la mia stanza. Almeno, credevo di essere sola, finché non mi accorsi di qualcuno che mi stava fissando in lontananza: Jake.« E tu chi sei? » disse squadrandomi dalla testa alla punta dei piedi.
Merda. E ora?

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Rebellious
RomanceEmilie Tremblay, dopo la morte di suo padre, decide di riniziare la sua vita da zero trasferendosi in un campus in Arizona, lasciandosi in tal modo alle spalle tutto il suo passato. Si troverà costretta a frequentare un dormitorio maschile che la me...