Capitolo 2

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Rimasi ferma ed immobile in mezzo alla segreteria, non riuscivo assolutamente a credere a quello che avevano appena udito le mie orecchie. Com'era stato possibile? Come avevano potuto confondermi con un ragazzo se nel modulo era specificato il mio sesso?
Il segretario stava continuando a guardarmi storto provocando in me un certo nervosismo, così decisi di andarmene anche io. Ma dove potevo andare? Ritornare in quella camera con quel villano? Assolutamente no. Eppure qualsiasi posto appariva migliore ai miei occhi piuttosto che rimanere un minuto di più in quella stanza infernale, così mi recai verso la porta, ma qualcuno mi anticipò aprendola dall'altro lato. Mi trovai davanti un ragazzo alto con i capelli biondo cenere e gli occhi verde bottiglia che mi guardarono in modo stupito.

« Sí, lo so, sono una ragazza. Non ne hai mai vista una prima? » sbrontolai seccata e me ne andai lasciandomi dietro le spalle i loro sguardi stralunati i quali non riuscivo più a sopportare.

Mi venne spontaneo dirigermi verso la stanza 181, anche perché era l'unico posto che conoscevo in tutto il campus alla fine dei conti. Aprii la porta lentamente e cercai di perlustrare velocemente l'intera camera per controllare che fosse vuota. Via libera. Entrai piano piano in punta di piedi non facendo alcun tipo di rumore, finalmente ero sola e riuscii a tirare un sospiro di sollievo. Avevo veramente bisogno di una doccia, così andai in bagno chiudendo la porta a chiave per sicurezza, mi spogliai gettando i vestiti sporchi in un angolo ed accesi il getto dell'acqua calda che mi provocò una forte sensazione di libertà e spensieratezza. L'acqua mi scorse su tutto il corpo permettendo di rilassarmi lavando via tutte le mie preoccupazioni: erano cambiate così tante cose negli ultimi mesi e sicuramente ne sarebbero cambiate tante altre in futuro, questo mi incuteva un po' di timore ed incertezza. Da quando se n'era andato mio padre se ne erano andate anche le mie radici più forti e stabili, era il mio punto di riferimento per qualsiasi cosa ed ora senza di lui mi sentivo più fragile, forse un po' sola. A volte sembrava quasi che la vita ce l'avesse con me come se non meritassi anche io di essere felice. Restai sola con i miei pensieri perdendo il conto del tempo, poi uscii e mi infilai un asciugamano attorno al corpo che profumava di vaniglia. Aprii la porta, ma mi bloccai all'istante quando vidi davanti a me tre uomini seduti sul letto: il mio presunto nuovo compagno di stanza, il segretario e quel ragazzo biondo che avevo incrociato in segreteria. Ma che diavolo ci facevano qui? All'improvviso mi resi conto delle mie attuali condizioni e corsi nuovamente in bagno imbarazzata, ma come potevo vestirmi se la mia valigia si trovava esattamente dove erano loro? Momento di panico. Cercai di farmi venire una brillante idea senza, però, alcun tipo di risultato, finché non sentii bussare alla porta.

 « Chi é? » domandai titubante.

« Apri. » mi ordinò una voce profonda e roca. Perché avrei dovuto fidarmi di un perfetto sconosciuto? Aprii la porta piano piano restando sulla difensiva e, a mia sorpresa, trovai davanti a me il ragazzo con i capelli corvini che mi lanciò un paio di indumenti.

« Mettiteli. » il suo modo di fare mi irritava alquanto e non avevo idea per quanto ancora io potessi resistere. Notai che aveva preso i miei vestiti frugando nella mia valigia, che razza di maleducato. Mi infilai una felpa, un paio di leggins e mi asciugai velocemente i capelli, poi uscii curiosa di capire per quale assurdo motivo fossero tutti lì. Mi volevano forse cacciare?

« Che succede? » chiesi.

« Signorina Tremblay, dobbiamo parlarle... C'è stato un errore nell'iscrizione. »

« Che tipo di errore? » domandai allibita.

«Vede, sono state inviate contemporaneamente due email la sua e quella del Signorino Roger » precisò indicando il ragazzo biondo alla sua sinistra « Avevamo creduto di eliminare la sua domanda dato che lei é una donna... »

« ...ma ci hanno iscritto entrambi per errore, nonostante fosse rimasto solamente un posto disponibile per le matricole. » continuò il ragazzo biondo. Perfetto, dovevo andarmene dopo neanche ventiquattro ore dal mio arrivo. Avevo battuto il mio record.

« Il nostro regolamento parla chiaro "nessuna donna é ammessa alle lezioni"... » precisò il segretario sostenuto.

« Che regolamento idiota.» bisbigliai.

« Purtroppo le vostra iscrizione é già stata completata, ma abbiamo trovato una possibile soluzione: potrà rimanere nel campus solamente per il primo trimestre, ma nessun altro al di fuori di questa stanza dovrà sapere della sua permanenza qui, nemmeno il preside. »

« E quindi dovrei rimanere segregata in questa stanza? Ma state scherzando? » sbraitai. Non era così che pensavo di iniziare la mia grande rivincita personale, ma perché non potevo avere anche io una vita normale?

« Il signorino Sparker sarà un ottimo compagno di stanza, non si preoccupi. » disse freddamente il segretario senza curarsi minimamente delle mie emozioni e dei miei pensieri, al contrario se ne andò con l'altro ragazzo, lasciandoci lì da soli in un silenzio agghiacciante.

« Comunque eri proprio carina con quel asciugamano. »  disse improvvisamente il ragazzo con i capelli corvini con un ghigno malizioso formatosi sul suo viso.

« Non verrò a letto con te se é questo a cui stai pensando. » risposi acidamente.

« Non vado pazzo per le ragazze con un livello di intelletto di iscrizione ad un dormitorio maschile, anziché di uno misto. » diventai leggermente rossa dall'imbarazzo a quelle parole, in effetti non ci avevo guardato quando avevo inviato la domanda, avevo scelt semplicemente un campus che mi intrigava a pelle e senza pensarci mi iscrissi. Volevo solamente andarmene il prima possibile dalla mia vecchia città.
Pessima decisione, Emilie.

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