In quei giorni imparai il significato del, così rinomato, silenzio assordante. Quel momento in cui tutti i tuoi pensieri diabolici vengono a tormentarti e non riesci assolutamente a sbarazzartene. Ho provato a scacciarli con la forza, a fare finta di nulla come se non me ne importasse niente, ma quel terribile vuoto mi stava logorando l'anima e solamente in quel momento riuscii a capire che probabilmente non mi trovavo nel posto giusto per me. Mi sentivo tremendamente sola ed incompresa. Avevo solo voglia di lasciare perdere tutto, non andare più avanti e smettere di lottare. Mi tormentava la sensazione di non valere niente, talmente tanto da farmi sentire così inutile e patetica, incapace di fare qualsiasi qualcosa. Impotente. Non ero più felice, di conseguenza mi chiesi se ne valesse davvero la pena continuare a mentire a tutti sulla mia persona e vivere una vita nascosta nell'ombra. I giorni ormai si aggiungevano ai giorni, senza capo né coda, e parevano interminabili. Non avevo più nessun motivo che mi motivasse ad andare avanti.
Quel pomeriggio ero seduta su una panchina, così impassibile agli sguardi altrui che non mi resi conto che qualcuno si era seduto proprio affianco a me, fatalmente proprio l'ultima persona che avrei voluto vedere e con cui avrei voluto parlare in quell'istante: Jack.
« Sei venuto a deridermi? » domandai seccata.
« Sono venuto a parlarti. »
« E di cosa? »
« Luke ultimamente é diverso e credo che tu sappia il motivo. » sospirò « È chiaro che io e te siamo partiti con il piede sbagliato, probabilmente non me ne vorrai parlare e non ti biasimo, ma non sopporto vederlo in quelle condizioni. »
« In che senso é diverso? »
« Negli ultimi tempi é sempre più scontroso ed irrequieto, non ha voglia di uscire e parlare con nessuno, nemmeno più con me. »
« Non vedo come la cosa debba riguardarmi. » risposi gelida come il ghiaccio.
« Vuoi dirmi che é successo tra voi? » mi domandò cupo.
« Niente.» mi si formò un groppo in gola « Semplicemente non andiamo molto d'accordo. » lui ridacchiò nervosamente lasciandomi alquanto stupita.
« Non sprecare tempo a mentirmi, l'ho visto come vi guardate. »
« Come? » risposi sorpresa.
« Non riuscite a stare lontani l'uno dall'altra. » quelle sue parole per me furono una pugnalata secca dritta allo stomaco.
« Ti sbagli di grosso, si sta frequentando con un'altra ragazza. »
« Cazzate. » sbottò acidamente.
« Li ho visti, Jack. » risposi con la voce spezzata « E comunque la vita é sua e può fare quello che vuole, non mi interessa. »
« Non ci credi nemmeno tu a quello che stai dicendo. » ridacchiò nuovamente.
« Anche se fosse non sarà più un problema. » dissi con un filo di voce.
« Perché? »
« Lascio il campus. Torno a casa. » Jack a mia sorpresa non disse nulla, mi guardò solamente e appoggiò la sua mano delicatamente sulla mia spalla rassicurandomi. Era l'unica cosa di avevo bisogno in quel momento. Entrambi ci lasciammo alle spalle le nostre divergenze ed incomprensioni, finalmente dopo tanto tempo mi sentii sostenuta e leggermente meno sola. Bizzaro come l'unica persona che non avevo sopportato negli ultimi mesi fosse la sola a farmi compagnia nel momento in cui ne necessitavo maggiormente.
« Ti va una birra? » domandò accennando un timido sorriso.
« Sicuramente é più intrigante che rimanere un altro minuto ancora qui.» l'atmosfera volse al peggio ben presto. Sentii il mio cuore battere con una violenza inaudita alla vista di Luke davanti ai nostri nasi, mentre il suo petto si sollevava e si abbassava a ritmo irregolare. Scosse la testa e rise nervosamente da farmi venire la pelle d'oca, i suoi occhi lampeggiavano di rabbia e il suo volto pareva così stanco, quasi rassegnato, ma comunque di una severa bellezza.
« Cazzo fai con lei? » si rivolse acidamente a Jack ignorandomi del tutto, proprio come se non esistessi.
« E a te cosa interessa? » sbottai improvvisamente esausta di quella frustrante situazione. « Non hai da fare con la tua nuova ragazza? »
« Chi? Vanessa? » rise acidamente
« Siamo solo amici. » rimasi leggermente scombussolata ad udire quelle parole taglienti.« Sei incommentabile. » non gli diedi il tempo di rispondermi a tono che me ne andai lasciandoli entrambi lì da soli. Non avevo voglia di passare un singolo minuto in più in quel posto infernale. Non volevo più vederlo e sentirlo. Non volevo più pensare a lui. Dovevo scacciarlo dalla mia mente e l'unico modo per riprendere la mia vita in mano era andarmene di lì. Tornare a casa, ma qual era? La verità era che io non avevo nessuno. Ero sola come un cane. Non avevo nessuno che aspettasse il mio ritorno a braccia aperte, nessuno a cui potessi raccontare questa mia folle avventura, nessuno che mi tirasse una fune quando stavo completamente affogando. Io avevo solo me stessa e potevo contare unicamente sulle mie forze.
Probabilmente Luke dopo la mia partenza mi avrebbe ritenuto una codarda, non in grado di affrontare i problemi a testa alta o forse non si sarebbe nemmeno accorto che non condividevo più la stanza con lui. Quella stanza in cui ci eravamo incontrati per la prima volta, in cui avevamo litigato e in cui ci eravamo baciati. Perché noi eravamo così dannatamente complicati, ma finalmente avevo tra le mie mani l'opportunità di ricominciare tutto da capo per costruirmi una nuova vita con meno preoccupazioni e, magari, anche meno bugie. Perché, come mi ripeteva in continuazione mio padre, per ogni fine c'è un nuovo inizio. E io non potevo farmelo sfuggire.
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Rebellious
RomanceEmilie Tremblay, dopo la morte di suo padre, decide di riniziare la sua vita da zero trasferendosi in un campus in Arizona, lasciandosi in tal modo alle spalle tutto il suo passato. Si troverà costretta a frequentare un dormitorio maschile che la me...