Capitolo 7

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"Mi raccomando tesoro, stai attenta. Non parlare con gli sconosciuti e rimani sempre vicina a Jason ok?" Il padre di Lizzie era nervoso per l'imminente partenza della sua unica figlia. Anche se stava via solo una settimana.
"Anche quando vorrà stare da solo col suo tipo?" Chiese lei retoricamente.
"Ci fidiamo di te" rispose solamente Richard con voce solenne. Voleva far capire alla ragazza che non era arrabbiato per il fatto che avesse perso la verginità a quattordici anni.
"D'accordo" disse dando un bacio sulla guancia di entrambi i genitori.
Prese il piccolo trolley rosso vicino alla porta e si infilò la giacca. Uscì tirando fuori dalla tasca le chiavi della macchina. Posizionò il bagaglio nel baule in modo da lasciare posto anche a quello di Jason. Sarebbero andati con la sua Mini, che lei si divertiva a chiamare Lambo.
"Ciao piccola Lambo" disse appunto, accarezzando il tettuccio bianco dell'auto.
"Hai appena chiamato la tua Mini Cooper, Lambo?" Derek spuntò dietro Lizzie che si tenne il petto per lo spavento.
"Certo!" Esclamò lei, con una punta di rabbia.
"E perchè?" Domandò il ragazzo con il tono di uno che deve portare pazienza per le stupidaggini di un bambino.
"La profezia che si auto avvera" spiegò lei.
Derek aggrottò la fronte confuso avvicinandosi di qualche passo a lei.
"Prego?"
Elizabeth sbuffò sonoramente. "La profezia che si auto avvera!" Ripetè seccata " faccio credere alla mia Mini Cooper di essere una Lamborghini, così si comporterà come una Lamborghini"
"In pratica vuoi aumentare l'autostima della tua macchina?"
"Detto in altre parole." Borbottò Lizzie "Ma se permetti la mia spiegazione era più sofisticata"
Derek rise a tale affermazione.
"Non ci trovo nulla di divertente. Ora se mi vuoi scusare... devo andare via" disse " A Boston." Aggiunse. "Al college" specificò sedendosi al posto del guidatore.
"Stai cercando di dirmi qualcosa?"
"Si di spostarti se non vuoi che ti investa." Elizabeth lo fulminò con lo sguardo.
Derek si mosse indietro guardandola con un misto di rabbia e rassegnazione, poi se ne andò senza dire una parola.
Lizzie pensò che fosse incredibilmente lunatico e rompi scatole.
Partì cercando una stazione carina che trasmettesse qualche canzone decente, ma non trovandone nessuna decise di mettere il suo cd preferito dei Muse.
Raggiunse in soli dieci minuti casa del suo migliore amico, pregustando una settimana di puro divertimento.
Parcheggiò e scese dalla macchina nell'esatto momento in cui Jason uscì di casa con un trolley blu.
Dietro di lui c'era un ragazzo molto carino più basso di Jason, ma più robusto. Portava i capelli neri mediamente lunghi, qualche ciocca gli ricadeva davanti al viso conferendogli un'aria sbarazzina e decisamente sexy. Rideva mentre chiudeva la porta di casa di Jason.
"Cosa c'è di divertente?" Chiese Elizabeth dando un bacio a Jason.
Il ragazzo la guardò confuso. "Non lo so! Ho solo detto che non sono gay. È da mezz'ora che ride." Lizzie rise per il tono sconsolato del suo migliore amico.
"Ciao, io sono Aiden" Lizzie gli diede la mano presentandosi anche lei. Trovava anche la sua voce molto sexy.
"Sicuro di essere gay?" Gli chiese poi dopo averlo squadrato per un po', sbattendo le ciglia.
"Stronza!" Gridò Jason che stava mettendo la valigia nel baule.
"Che? Ma l'hai visto? È fottutamente figo!"
Si giustificò Lizzie continuando a guardare il ragazzo che sorrideva compiaciuto.
"Scusala. È appena uscita da una relazione" disse Jason sedendosi al posto del passeggero e facendo segno a Aiden di sedersi dietro. "La sua figa è in cerca di cazzi, possibilmente fighi!" Finí la sua spiegazione mettendosi la cintura.
"Ma lui" indicò Aiden guardando la sua migliore amica "è mio. Chiaro?"
Lizzie alzò gli occhi al cielo.
"Ti devo ringraziare Elizabeth, non mi aveva mai dimostrato una tale gelosia prima d'ora!" Disse Aiden spuntando in mezzo ai due sedili davanti.
"Al tuo servizio" ghignò Lizzie.
"Allora Aiden parlami un po' di te." Disse la ragazza abbassando il volume della musica.
"Devi girare a destra qui Liz" la avvertí Jason.
"Fanculo non potevi dirlo prima?" Rispose sterzando bruscamente.
"Pensavo lo sapessi"
Lizzie gli fece il dito medio.
"Aiden? Non farti pregare. Raccontami i tuoi segreti" disse Lizzie con tono lugubre.
"Sei particolarmente sfacciata." Elizabeth annuì in accordo.
"Beh... non so bene cosa dirti. Studio legge. Mi piace la fotografia e l'arte in generale. Ho una sorella più grande di due anni."
"E tu quanti anni hai?"
"25. Non glielo avevi detto Jason?"
"Non me l'ha mai chiesto." Rispose il ragazzo scrollando le spalle.
"Eh tu Elizabeth? Come va con il sexy professore?" Le chiese Aiden sorridendo.
Lizzie lanciò un'occhiataccia al suo migliore amico.
"Gliel'hai detto?"
"Era un segreto?"
"Beh no... ma non è neanche da sbandierare ai quattro venti!" Borbottò Lizzie, anche se non era veramente arrabbiata. Aiden per qualche motivo le ispirava fiducia.
"Uhm bene comunque" disse infine concentrandosi fin troppo sulla strada.
Jason captó qualcosa, si sedette dritto sul sedile e lanciò una breve occhiata d'intesa al suo ragazzo.
"Spara." Disse
Elizabeth si girò verso i ragazzi sentendosi a disagio come se fosse stata sotto inchiesta. Mitico. Aiden sembrava curioso quanto Jason, e non era un bene: erano in maggioranza.
"No niente..."
"Se vuoi mi metto le cuffie." Intervenne Aiden con voce gentile.
"Oh no non ce n'è bisogno."
Sprofondarono in lungo silenzio. Jason e Aiden aspettavano pazientemente che Lizzie si decidesse a parlare. Lei d'altro canto sperava che loro smettessero di guardarla.
"Uff d'accordo" borbottò infine "c'è stato un piccolo episodio di qualcosa..."
"Avete scopato?" Gridò Jason eccitato.
"Che? No!"
"Oh"
"Non abbiamo fatto niente Jaz... però è stato strano, ecco"
"Amore mio, sei saltata alla fine, non hai detto un cazzo!" Le fece notare Jason infastidendola.
Lizzie sbuffò "Ok allora. Lui si stava facendo la doccia, ma io non lo sapevo, così sono andata in bagno e ho aperto la tendina e l'ho visto lì che si lavava. Faccio per andarmene, ma lui mi dice che ha finito. Quindi aspetto" Lizzie si fermò mentre osservava Jason che abbassava nuovamente il volume della musica per sentire meglio. "Aspetto e alla fine lui dice che si è dimenticato un pezzo e si tocca il cazzo, tipo che se lo lava, ma quello non era lavarsi..."
I ragazzi pendevano dalle labbra di Lizzie fissandola stupefatti.
"E poi?" Aiden fu il primo a riprendersi a tal punto da parlare.
"E poi è uscito. Io sono andata in doccia e quando mi stavo lavando e tornato ed entrato anche lui nella vasca, mi ha spinto contro il muro ed è rimasto lì un minuto. Poi se n'è andato."
"Basta?" Lizzie scosse la testa, picchiettando le dita sul volante.
"Abbiamo parlato, gli ho detto che non poteva più fare quelle cose. Mi ha chiesto con chi sono stata a letto e poi ci siamo quasi baciati."
"Quasi non è abbastanza" Mormorò Jason.
"Già" disse Lizzie senza rendersene conto. "Cioè no! Non mi importa" balbettò imbarazzata.
"Tranquilla Lizzie, ti posso chiamare Lizzie vero? Ti farò conoscere un sacco di ragazzi."
"Etero vero? Non voglio prendermi una cotta per uno a cui non piace la patata."
I ragazzi risero. Lizzie alzò di nuovo il volume dello stereo per godersi la sua canzone preferita "Time is Running out" e cantarla a squarciagola.

Il viaggio fu lungo, specialmente perchè Jason, non abituato alla Mini Cooper di Lizzie guidava pianissimo. Aiden invece si era adattato molto meglio, anche se c'era voluta tutta la sua buona pazienza per sopportare le continue frecciatine che gli lanciava Elizabeth, preoccupata a lasciar guidare la sua macchina a qualcuno che non conoscesse.
Certo, Jason le aveva assicurato che Aiden era un ottimo guidatore, molto prudente. Ma Lizzie teneva moltissimo alla sua piccola Lambo e aveva avuto paura per tutto il tempo in cui Aiden aveva guidato, finché alla fine, probabilmente scocciato, si era fermato e aveva deciso di farsi una dormita, lasciando il posto di guidatore ad una Lizzie, molto più serena.
Jason l'aveva sgridata.
Lizzie non lo aveva mai visto così, e al suo:
"Cazzo sei proprio cotto!"
Aveva risposto:
"Fottiti."
Però furono entrambi sollevati quando Aiden si alzò dalla sua posizione e stampò un bacio in bocca a Jason con tanto di lingua, segno che aveva sentito il commento di Lizzie e ne era rimasto felice.
Questo aveva riportato la serenità nell'abitacolo. Lizzie era felice che né Jason né Aiden ce l'avessero con lei, e Jason era sicuro che quel breve momento avrebbe portato la relazione con Aiden ad una svolta.
Quando arrivarono all'Hotel, Aiden informò i ragazzi che era solo a 5 minuti dal college.
"Tu stai nel dormitorio?" Gli chiese Lizzie.
"Io no, ho un appartamento vicino. Ci sto con il mio migliore amico." A quelle parole Jason le ammiccò.
Elizabeth lo spinse via scherzosamente.
"Salve" disse Lizzie alla receptionist "Dovrebbe esserci una prenotazione a nome mio, sono Elizabeth Johnson." La donna sulla trentina con dei lunghi capelli rossi, le sorrise cordialmente chiedendole di attendere qualche secondo mentre cercava il suo nome sul computer.
"Oh eccola qui. Signorina Johnson... camera doppia" le sorrise di nuovo consegnandole un paio di chiavi.
Lizzie aggrottò le sopracciglia confusa.
"Mi dispiace, deve esserci un errore. Dovrebbero essere due singole."
La donna mormorò delle scuse controllando di nuovo il computer.
"Sono spiacente signorina Johnson, ma qui risulta una prenotazione per una doppia."
Lizzie sentiva che si stava per arrabbiare quindi si allontanò prima di dare di matto.
"Tranquilla Liz" le disse Jason raggiungendola "abbiamo dormito insieme altre volte!"
"Non è questo il problema." Ribattè lei prendendo il telefono e digitando il numero di suo padre.
Rispose al terzo squillo. "Ciao tesoro! Siete arrivati?"
"Ti avevo chiesto due camere singole" rispose lei con rabbia.
"Elizabeth, erano finite" cercò di dire Richard.
"No! Non erano finite. Tu non ti fidi e pensi che mettermi in una stanza con il mio migliore amico possa in qualche modo impedirmi di fare sesso con qualcuno se lo volessi."
"Non ti permetto di parlarmi in questo modo"
"D'accordo. Allora non ti parlo. Ci vediamo tra una settimana"
Lizzie staccò il telefono in faccia al padre e lo spense quando notò la chiamata in arrivo della madre.
"Mi dispiace ragazzi, avevo chiesto che Jason avesse una camera per sè. Così potevate stare insieme." Mormorò abbracciando Jason.
"Non è un problema, nel caso c'è casa mia" Aiden le sorrise  dolcemente.
"Senti io devo andare a fare un paio di commissioni venite da me quando avete finito di sistemarvi?" Jason annuì con un'espressione strana, che mantenne anche quando il suo ragazzo lo baciò.
Jason corse nella stanza riservata a loro, la numero 69. Vedendo il numero fece un sonoro sbuffo ed entrò lanciando la valigia contro il muro. Si sedette sul letto prendendosi la testa tra le mani.
Lizzie osservò la scena confusa.
"Che c'è Jaz?" Chiese sedendosi accanto a lui. Lo obbligò ad alzare la testa e a guardarla.
"L'hai sentito?" Gridò alzandosi di scatto dal letto. Prese a camminare avanti e indietro. "Ha detto che andrò da lui" continuò mimando le virgolette.
"Scusa non capisco... tu non volevi stare con lui?"
"Si, ma non fino infondo! Cioè non credo di essere ancora pronto a fare sesso con lui."
"Ok. Non sei obbligato" lo rassicurò l'amica.
"Ma in pratica si. Sennò perchè dovrei andare da lui?"
"Jaz credo che tu ti stia facendo troppe paranoie. Non so cosa facciate tu e lui insieme, ma probabilmente farete quello che avete sempre fatto. E se lui vuole di più e tu no, glielo dici."
Jason parve leggermente tranquillizzato dalle parole di Lizzie.
"È che... mi sento strano con lui. Non te lo so spiegare, ma non ho mai provato niente di simile. Ho paura di rovinare tutto."
Elizabeth abbracciò il suo migliore amico per confortarlo.
"Non lo perderai." Disse "È cotto di te. Ti guarda con gli occhi a cuoricini."
Jason la guardò in cerca di conferma.
"Dio! È fantastico vero?" Sorrise estasiato.
"È piuttosto figo. E mi ha sopportato durante il viaggio. Direi che è perfetto."

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