Capitolo 18

73 6 0
                                    

"Oh cazzo, cazzo, cazzo merda cazzo!"
"Sai Jaz... mi sembri un po' nervoso"
Lizzie e Jason erano nella macchina del ragazzo, lui la stava portando a casa e si era appena fermato nel vialetto.
"Devo dirlo ai miei! Le voci gireranno non posso permettere che lo vengano a sapere da altri"
Jason si riferiva al fatto che Susan, aveva detto davanti a tutti che era gay.
"Vuoi che venga con te?" Gli propose Lizzie.
Jason scosse la testa "Devo farlo da solo" disse con voce insicura.
"D'accordo allora, vuoi venire dentro? O vai via subito?"
"Vado subito. Sono troppo nervoso."
"D'accordo, Jaz. Mi dispiace che Susan se la sia presa anche con te."
"Non è colpa tua, Liz. E comunque la storia con Aiden sta diventando piuttosto seria, quindi dovevo raccontare tutto lo stesso."
Lizzie si sporse per lasciare un bacio sulla guancia a Jason e gli augurò buona fortuna.
Entrò in casa lanciando la borsa per terra e si diresse in cucina. Aveva una fame da lupi.
"Sto preparando le polpette al sugo!" La informò la madre spuntandole di fianco. Lizzie sussultò.
"Cazzo!" Imprecò spaventata "Che ci fai qui ma'?"
"Questa sera io e tuo padre dobbiamo andare ad una riunione fuori città, e mi sono presa il pomeriggio libero."
"Oh"
"Non te l'abbiamo detto?" Le chiese la donna confusa.
"No."
"Ah. Ci siamo dimenticati allora."  Margaret si guardò attorno.
Qualcosa negli occhi della madre faceva supporre ad Elizabeth che le stesse nascondendo qualcosa, ma non indagò.
"Ehilà" saluto Derek entrando in cucina.
"Ciao Derek! Non hai lezione questo pomeriggio?"
"No! Sono tranquillo!"
"Oh beh allora potremmo mangiare tutti assieme no?" Propose Margaret guardando la figlia, che non potè far altro che annuire. Derek se la rise, come se stesse pianificando un malefico piano per tutto il tempo in cui apparecchiò la tavola.
"Oh no ragazzi, non siamo solo noi tre ci sono anche Rick e Ben" disse Margaret quando vide solo tre piatti.
"Oh ok." Mormorò Lizzie aggiungendo due posti.
"Salve a tutti!" Salutò Richard entrando dalla porta d'ingresso, seguito dallo zio Ben che come prima cosa sorrise alla nipote.
"Ciao bimba."
"Ciao pa'"
Richard annusò l'aria e scontrò la mano sul petto del fratello con un ghigno.
"Queste sono le polpette al sugo. Moglie!" Esclamò poi a gran voce "Ti amo quando fai le polpette."
Lizzie sentì la madre ridacchiare.
Questo era quello che voleva. Certo, non mancavano i giorni in cui i genitori non si parlavano, o si urlavano addosso per ore, ma erano rari e i piccoli battibecchi li risolvevano subito. Più spesso invece si punzecchiavano come due adolescenti e Lizzie sapeva che si amavano come all'inizio, se non di più.
Vennero chiamati a tavola e Lizzie, sebbene sperasse di riuscire a mettersi vicino a suo zio, notò con dispiacere che quest'ultimo si era già seduto dalla parte del tavolo con un solo posto.
Derek le ammiccò sedendosi al suo fianco.
"Allora, bimba, com'è andata oggi a scuola?" Le chiese Richard.
"Ho firafo uno -affo a -usan" disse Lizzie mentre masticava una polpetta. Margaret la guardò schifata, maledicendo il giorno in cui l'aveva data alla luce.
"Ehm... si. Possiamo aspettare ad avere una tua risposta, Lizzie, non c'è fretta." Mormorò Richard con la stessa espressione della moglie.
Elizabeth alzò gli occhi al cielo deglutendo in fretta, ma qualcosa in quel gesto andò storto perché iniziò a tossire, in cerca di ossigeno.
Derek che di fianco a lei rideva di gusto, riuscì a versarle dell'acqua nel bicchiere che Lizzie ingurgitò rumorosamente.
"Cielo, Elizabeth!" Esclamò Margaret "Dove hai imparato a mangiare così? Ti prego di non farlo davanti ai tuoi nonni..." Mormorò sconsolata.
Richard annuì in accordo "Già! Riuscirebbero solo a dire che è colpa nostra e del fatto che ti abbiamo avuto troppo giovane." Sbuffò "Beh, Maggie che ti aspettavi? Una bambina cresciuta da bambini. È già tanto che non sia diventata madre a 12 anni." Aggiunse poi imitando la voce severa della madre di Margaret. Lizzie rise alle parole del padre, perchè in fondo non era mai riuscita a prendersela con i suoi nonni, dalla mentalità così chiusa e antica. Al contrario la divertivano e in particolar modo gradiva quelle cene in stile Gilmore, dove i genitori di Margaret, da sempre severi e pignoli, le facevano notare sempre le stesse cose: "Maggie, ti devi tagliare i capelli, sono troppo lunghi, per l'amor di Dio!" Oppure " Sei sicura che tua figlia, mangi abbastanza?" E "Maggie, prepari sempre tu il pranzo e la cena vero? È giusto che una donna, adempi alle sue responsabilità."
La madre durante quelle cene alzava gli occhi al cielo per la maggior parte del tempo, stufa di sentirsi dire sempre le stesse cose, mentre Lizzie e Richard ghignavano senza farsi vedere. Poi in macchina si beccavano entrambi uno scapellotto in testa ed erano costretti a scusarsi, continuando a ridere come matti.
"Ti prego Rick, non farmi pensare a mia madre adesso. A proposito sabato sera ci ha invitato ad una delle sue solite cene. Credo voglia invitare anche i tuoi" quell'informazione fece sorridere Lizzie, entusiasta. Se doveva scegliere tra i nonni materni e quelli paterni, sebbene i genitori di Margaret, fossero fantastici con la nipote, non c'era paragone con quelli paterni. Erano i nonni che tutti avrebbero potuto desiderare. Addirittura Jason, che non aveva avuto la possibilità di conoscere nessuno dei suoi nonni, li adorava a tal punto, che aveva cominciato a chiamarli anche lui, nonno e nonna, e questi erano rimasti sorprendentemente felici. In effetti Richard e Andrew erano amici da sempre e per loro, era strano solo fino ad un certo punto.
"Allora chiamo anche Jaz." Disse Lizzie con un sorriso.
"Ovviamente" concordarono Richard e Ben, che era automaticamente incluso nell'invito a cena.
Margaret strinse le labbra in una linea dritta.
Lizzie sapeva che a lei non dava fastidio Jason, ma erano i suoi genitori a non approvare, però per quel giorno già in troppi se l'erano presa con il suo migliore amico.
"Mamma..." Borbottò cercando di mantenere la calma.
"Lo so, Liz. Parlerò con mia madre." annunciò alla fine la donna abbattuta.
"Grazie, ma'" disse Lizzie sporgendosi quel tanto che bastava per darle un bacio sulla guancia. Per farlo dovette praticamente sdraiarsi su Derek, ma cercò di badarci il meno possibile.
"Quindi Liz, adesso che hai riacquistato la capicità di parlare sembrando umana, e non un maiale... Puoi dirci?" Lizzie fece la linguaccia al padre.
"Si beh, ho tirato uno schiaffo a Susan..." rispose con cautela, osservando le reazioni dei presenti Derek ovviamente sapeva già tutto, e mangiava le sue polpette godendosi lo spettacolo con un sorrisetto. Lo zio Ben come al solito, non diede in escandescenza ne andò contro Lizzie, sapeva che se l'aveva fatto, c'era un buon motivo. Richard era indeciso se essere arrabbiato o orgoglioso della figlia, ma Elizabeth sapeva che non doveva avere troppa paura della sua reazione, quella che realmente la spaventava era la madre. Gli occhi lampeggiarono e istintivamente Lizzie abbassò lo sguardo pronta a subire la sua sfuriata. Sobbalzò quando le mani della donna colpirono con forza i tavolo.
"Mamma..." cominciò Lizzie, ma Margaret alzò un dito per farla tacere e la ragazza ammutolì.
"Se posso permettermi, Maggie" cominciò Derek fermandosi, per controllare che Margaret lo lasciasse parlare. "E' successo durante la mia ora, e posso assicurarti, che per quanto sia stato un gesto sconsiderato, e indubbiamente sbagliato, era impossibile reagire in maniera diversa, data la situazione"
Margaret socchiuse gli occhi, valutando le parole di Derek.
"La situazione?" si intromise Richard.
Derek guardò Lizzie, come a invitarla a parlare.
"Abbiamo avuto una specie di discussione, e Jason..." si interruppe qualche secondo bevendo un sorso d'acqua "Sapete com'è fatto. Mi ha difesa, ovviamente. E Susan, che non so come abbia fatto a scoprirlo, a detto davanti a tutti che è gay" Spiegò.
"L'ha detto davvero?" mormorò Margaret confusa, e non era l'unica, tutti, compresa Elizabeth, conoscevano Susan, come una ragazza dolce, gentile, incredibilmente paziente e comprensiva.
"In realtà" Derek parlò di nuovo "Non ha detto che è gay, l'ha chiamato frocio. Penso che sia diverso. Lo ha volutamente insultato, davanti a tutti." La voce del ragazzo era dura e fredda, come se fosse stato lui ad aver subito quell'insulto.
Margaret squittì scioccata.
"A quel punto le ho tirato lo schiaffo" finì Lizzie.
"Hai fatto bene!" esclamò la donna con forza. Scansò il piatto che aveva davanti.
"Davvero?" Le chiese la figlia leggermente sorpresa.
"Si! Pensavo che il tuo fosse uno sfogo personale."
"Quella ragazza..." mormorò Richard "Non capisco, proprio cosa le sia successo"
"A me sembra ovvio" Ben parlò per la prima volta, mentre con il pane raccoglieva il sugo.
"Cioè?"
"E' invidiosa di Liz. Penso lo sia sempre stata. Lizzie ha un ottimo rapporto con voi, un ottimo rapporto con Jason e anche con i ragazzi, lo dobbiamo ammettere." sorrise di sottecchi alla nipote ignorando l'occhiataccia del fratello. "Ha un futuro promettente, tutto ciò che si possa desiderare lei ce l'ha."
"Ma anche Susan ha tutto!" protestò Elizabeth.
Ben scosse la testa. "Ti sbagli, Liz. Innanzitutto ho sentito che i suoi genitori stanno divorziando, e che suo padre la sta quasi costringendo ad entrare nell'azienda di famiglia. Lo so perchè c'è un ragazzo che entrato da poco nella nostra corporazione, è il figlio del socio di suo padre, e entrambi stanno spingendo per farli avvicinare, non so se hai capito cosa intendo. Sta passando un brutto periodo. E poi... So che probabilmente non era vostra intenzione, e che volevate bene a Susan, ma siete sempre stati tu e Jason. Anche quando vi si vedeva tutti e tre insieme, tu e lui eravate sempre leggermente più vicini, leggermente più complici, non è un caso che tutti pensavano che Jason stesse con te e non con Susan. Il vostro rapporto e più forte rispetto a quello con lei."
Elizabeth, non ricordava di aver mai sentito suo zio parlare così tanto, ed era a quello che riusciva a pensare, non alle sue parole, perchè quelle le facevano troppo male.
Non era vero, che lei preferiva Jason, aveva sempre adorato Susan, era la sua migliore amica, sua sorella, le gemelle siamesi, come le chiamavano anche i professori. Come poteva suo zio dire una cosa simile? E poi... tutte quelle cose sui suoi genitori, di cui era all'oscuro, com'era possibile che Susan non le avesse detto niente? Come? Perchè?
Forse suo zio aveva ragione, forse stava passando un brutto periodo, ma l'aveva tradita molto tempo prima, aveva baciato il ragazzo che le piaceva, pur sapendo che aveva appena perso la verginità con lui. Si suo zio aveva ragione, ma su tutto. Susan era stata invidiosa di lei, da sempre, e l'aveva dimostrato più volte.
"Può essere, zio. Ma questo non l'autorizzava a prendersela con Jason. A umiliarlo davanti a tutti."
"Certo che no, Lizzie."
"Bene. Non mi interessa perchè l'ha fatto. Forse era destino che rimanessimo solo io e Jason, ma almeno adesso so che posso fidarmi ciecamente di lui. E preferisco così sinceramente."
"Lizzie, capisco che tu sia arrabbiata, ma non essere troppo dura con lei."
"NO!" sbottò arrabbiata "No, questo non te lo permetto, zio. Sai che ti adoro, ma non sono io che devo sentirmi uno schifo. Lei ha tirato merda su di me, e su Jason, solo perchè difendeva me. Non so se il suo comportamento va oltre l'invidia, se le ho fatto qualcosa, ma io non meritavo di essere trattata così dalla mia migliore amica, e Jason... Jason che stava scoprendo solo adesso chi è e chi vuole essere non doveva essere costretto a dover affrontare la realtà così in fretta. Voleva più tempo per capire, e per prepararsi ad uscire allo scoperto, era quello di cui aveva bisogno e Susan gli ha negato la possibilità di adeguarsi alla sua nuova vita come voleva."
"Lizzie, sono sicuro che Jason, starà benissimo." convenne Richard.
"Certo!" esclamò la ragazza "Lo sa anche io, papà, ma aveva tutto il diritto di prendersi i suoi tempi, di fare le cose a modo suo."
"Io credo che, Liz abbia ragione" disse Derek "Susan non si è comportata affatto bene. Sono sicuro che Jason sia più ferito di quanto non mostri, e non è giusto, è un ragazzo a posto."
"Certo che lo è" ripetè Lizzie di nuovo con impeto.
"Bimba, tuo zio non voleva offendere te e nemmeno Jason"
"Ovviamente" concordò Ben accarezzando i capelli alla nipote.
"Lo so" disse semplicemente la ragazza.
Tornarono tutti a tavola e il silenzio che durò parecchi minuti venne interrotto bruscamente dallo squillo del telefono di Lizzie.
Sulla schermata comparve il nome di Aiden, ed Elizabeth aggrottò le sopracciglia, mentre faceva scorrere il dito per rispondere. Si accorse che stava facendo saltellare  la gamba sinistra a causa del nervoso, solo quando Derek, senza farsi notare dagli altri, non le poggiò la grande mano sopra la coscia, muovendo in maniera circolare il pollice per farla calmare.

"Ehi Aiden..." rispose con la voce tremante.
"Liz..." Aiden piangeva, perchè Aiden piangeva?
"Aiden, cos'è successo?"
"Io... avevo bisogno di fare qualcosa, per questo ti sto chiamando io."
"D'accordo... Ma cos'è successo?" chiese di nuovo con il cuore che le martellava nel petto. Notò solo con la coda degli occhi che nessuno stava più mangiando, ma la fissavano, come lei in attesa di notizie.
Piove sul bagnato. Piove sul bagnato. Piove sul bagnato. Quella frase le martellava nel cervello come una specie di premonizione.
"Io- Jason mi ha mandato un messaggio stamattina, quando quella troia..." si trattenne. Lizzie sapeva che stava cercando di trattenersi. Non sapeva per quale motivo, ma aveva voglia di piangere. L'unica cosa che la teneva tranquilla era la mano di Derek, rassicurante, come a dire "Io ci sono".
"Comunque stavo andando da lui. Ho visto tutto... è- è stato terribile, Liz"
"Aiden ti prego, dimmi cos'è successo, ti prego." Lo supplicò, con un'unica lacrima che era già pronta, come se già sapesse.
"L'ha preso in pieno. Ero lì davanti. Mi salutava. Mi sorrideva. E quello, è sbucato dal nulla."
Il cuore di Lizzie era indeciso, non sapeva se fermarsi del tutto o prendere la rincorsa e andare all'impazzata.
"Aiden..." Lo supplicò con la voce spezzata. "Dimmi che sta bene."
Lizzie non notò che suo padre aveva ricevuto un messaggio, e che era raggelato leggendolo, e nemmeno che la madre aveva emesso un verso strozzato mentre calde lacrime avevano cominciato a sgorgarle dagli occhi.

"Non sta bene, Liz. È in coma."
No. No. No!
Era successo tutto troppo in fretta. Stavano mangiando! Mangiavano come una normale famiglia. Aveva avuto una discussione. Come una famiglia normale. Questo non era normale. Non lo era affatto.
È in coma.
Jason è in coma.
In coma.

Crazy in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora