2. Drake Miller

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Dal giorno del famoso incontro di lotta libera femminile consumatosi sul pavimento dell'aula 25a erano passate ormai quasi tre settimane e, nonostante la curiosità ogni tanto pungolasse un angolo della sua mente, Jeff, di fatto, non aveva ancora avuto l'onore di incontrare il famoso Drake Miller tra la folla di studenti che si accalcava tra i corridoi universitari.

In compenso, ogni tanto assisteva a qualche lite scoppiata all'improvviso nei luoghi più disparati ma, accordandosi all'andamento generale, aveva finito per abituarvisi presto considerando le urla e gli insulti alla stregua rumori di sottofondo fagocitati dalla frenetica vita studentesca.

La vita gli andava più che bene. Le lezioni, che pur erano impegnative, gli piacevano ed inoltre aveva ormai fatto amicizia con gran parte dei suoi compagni di corso, divenendo, in effetti, un punto di riferimento per gran parte degli altri studenti.

Jeff che non amava definirsi un nerd, di fatto lo era. Non perché gli piacesse particolarmente studiare ma più che altro perché non tollerava di essere bocciato o di prendere voti bassi, senza considerare che la sua borsa di studio sarebbe dipesa proprio dai numerini che sarebbero comparsi sul suo libretto universitario.

Semplicemente non si poteva permettere di fallire. Ciononostante non viveva la cosa come un peso o un obbligo, prendere buoni voti non era mai stato un grosso problema per lui e, per sua fortuna, era un tipo che memorizzava in fretta e che aveva bisogno di passare poco tempo sui libri.

Inoltre, data la sua quasi maniacale attenzione per le scadenze e i regolamenti, aveva memorizzato l'intera guida che illustrava le caratteristiche del suo corso di studi. I suoi compagni avevo capito presto che chiedere informazioni a lui era molto più pratico che fare una fila lunghissima alla segreteria studenti per sentirsi dire da un vecchio bacucco con il parrucchino sbilenco che avrebbero trovato tutte le informazioni sul sito del dipartimento.

Beh, il sito del dipartimento faceva cagare.

Era più facile trovare le foto del sextape di Emma Watson che la pagina con le scadenze delle tasse. E il sextape non esisteva, ecco.

Fu proprio mentre una ragazza gli stava chiedendo un consiglio su come modificare il piano di studi che, per la prima volta, Jeff ebbe modo di posare lo sguardo su Drake Miller, meglio conosciuto come il ragazzo d'oro dell'università.

A onor di cronaca andava detto che se la ragazza dinanzi a lui non avesse emesso un piccolo urlo eccitato e si fosse aggrappata al suo braccio quasi staccandoglielo a forza di strattonarlo, non si sarebbe accorto proprio di nulla.

E invece, eccolo lì, in tutto il suo fascino strafottente.

Jeff ne rimase... deluso.

Certo, bello era bello, non poteva negarlo, ma in tutta onestà non capiva cosa ci fosse di così speciale in lui da generare tutto quel trambusto nel corridoio.

Drake Miller era probabilmente qualche centimetro più alto di lui, aveva un fisico sicuramente più robusto e muscoloso, ma non è che fosse difficile sembrare atletici accanto a Jeff e al suo stomaco piatto, ma morbido.

I capelli neri, rasati più corti sui lati, erano pettinanti all'indietro in una finta acconciatura spettinata che dava l'impressione che il ragazzo si fosse appena alzato dal letto dopo una nottata di sesso sfrenato. Cosa che per quanto ne sapeva Jeff, poteva anche essere vera.

Aveva lineamenti del viso molto affilati e definiti e un colorito abbronzato che sembrava suggerire lunghe giornate passate all'aria aperta.

I suoi occhi, leggermente allungati e socchiusi, erano di un colore grigio-azzurro molto scuro e sulla palpebra sinistra, sotto il sopracciglio, aveva un piercing nero.

Ne aveva davvero molti piercing, almeno tre per orecchio e un anellino sul lato sinistro del labbro inferiore. Chissà poi che si nascondeva sotto i vestiti. Jeff scommetteva che c'era da farsi le risate ogni volta che passava sotto un metal detector con tutta quella ferraglia addosso.

Il suo look da ribelle era completato da una giacca di pelle nera, una t-shirt dal collo slabbrato che gli scopriva le clavicole e un paio di jeans scuri strappati.

Come un tipo del genere potesse passare per un bravo ragazzo Jeff proprio non riusciva a capirlo. Forse c'era qualcosa che non andava nel cibo cucinato in mensa. Per forza.

Non perse comunque molto tempo ad osservarlo, aveva visto quello che doveva vedere e non era mai stato molto affascinato dai "bad boy". Più che altro li trovava irritanti e poco digeribili. Così, alzò le spalle con disinvoltura e, dopo essersi messo lo zaino in spalla, si diresse verso la mensa.

Qualcuno avrebbe potuto pensare che, dopo che il pensiero dell'altro ragazzo si era presentato più volte nella sua mente nel corso delle settimane trascorse, il soggetto in questione avrebbe dovuto ricevere una maggiore attenzione, ma Jeff era un ragazzo semplice e poco impressionabile. Una volta visto il suo aspetto la sua curiosità ne era stata più che appagata e la sua attenzione si era prontamente spostata sul suo stomaco che brontolava reclamando un pasto decente.

A dispetto di tutti i suoi piani però, il destino, la sfortuna, il fato, la fortuna, gli alieni, qualsiasi cosa ebbe il merito, o la colpa, di agire in quel luogo, segnò profondamente il resto della vita universitaria del nostro protagonista.

Chi mai avrebbe potuto immaginare che Mike, il simpatico ragazzo-fungo, che lo aveva raggiunto per andare a pranzo insieme, avrebbe riconosciuto in un ragazzo moro e dai lineamenti delicati, il suo vicino di casa che si era trasferito lontano quando erano ancora bambini?

E che tale individuo avrebbe gentilmente invitato Mike e con lui Jeff e Spike, prontamente materializzatosi con la sua zazzera azzurra al loro fianco, a mangiare con il suo gruppo in mensa?

E che quello stesso ragazzo gentile fosse amico di Drake Miller? E che quindi anche Drake Miller avrebbe mangiato con loro?

Nessuno, infatti.

Qualunque fu la forza misteriosa che agì in quel momento sulla memoria del suo amico, fece in modo che Jeff si ritrovasse seduto pochi minuti dopo allo stesso tavolo di Drake Miller, a mangiare il suo stesso cibo e a bere la sua stessa acqua.

Gli bastò poco per farsi un'idea più che esaustiva sull'individuo seduto al suo fianco.

Così, come a sette anni aveva capito istintivamente alla vista di un passerotto ferito di voler fare il veterinario; così, come a dieci anni aveva capito istintivamente che l'uomo con le caramelle era una persona cattiva e aveva urlato così forte da far uscire in strada tutto il vicinato; così, come a quindici anni aveva capito istintivamente, guardando un porno etero, di essere gay; così, a diciotto anni capì che Drake Miller era un grandissimo idiota.


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