14. L'ameba

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Era passata più di una settimana da quando Drake aveva parlato con Jeff per l'ultima volta. Ovviamente non stava certo tenendo il conto.
Tuttavia, il biondino si era mostrato particolarmente abile ad evitarlo; Drake non l'avrebbe mai detto ma era dannatamente veloce a cambiare strada quando lo incrociava per i corridoi. Aveva sperato di poterlo trovare almeno in mensa ma neanche lì si era fatto vedere.

Ad essere onesto con se stesso, Drake aveva la sensazione di doversi scusare con lui, solo che se ci pensava razionalmente era sicuro di non aver fatto nulla di male. Era stato Jeff a cacciarlo di casa ed era stato sempre Jeff a dire di non voler avere nulla a che fare con un etero, il che, nella mente di Drake, aveva significato che il biondino, a quella eventualità, ci aveva pensato eccome.

Nonostante però trovasse estremamente fastidioso quel suo fuggire via, non aveva comunque tentato davvero di avvicinarlo e il motivo era abbastanza semplice: per quanto ci pensasse, non sapeva che fare.

Non gli era certo sfuggito il particolare che solo pochi giorni prima aveva baciato un ragazzo, ossia un essere di sesso maschile esattamente come lui, e che la cosa non gli era dispiaciuta.
Drake non aveva mai provato attrazione verso un maschio, per lui era tutto nuovo e non sapeva nemmeno se sarebbe durata quella infatuazione. In quei giorni aveva provato a guardarsi attorno, per capire se i suoi gusti sessuali fossero cambiati così tanto, ma nulla, l'unico ragazzo ad avere quell'effetto su di lui era Jeff Jonson.

Il che lo metteva in una situazione abbastanza difficile, perché se da un lato voleva placcare il biondino contro un muro e devastargli le labbra, dall'altro sudava freddo al solo pensiero di stravolgere ventitré anni di eterosessualità.

Così se n'era stato buono per conto suo, o almeno ci aveva provato. Ammetteva, senza una certa vergogna, che aveva ogni tanto seguito Jeff in giro per il campus, ma solo per il suo bene!

Quel bestione che gli girava intorno non gli piaceva per niente e soprattutto non gli piaceva il modo in cui lo guardava. Drake si era informato su di lui: Andrew Turner, secondo anno di biologia marina, vent'anni, troppo alto e con una faccia da ameba. Sapeva l'essenziale, e gli bastava.

Considerando come erano andate le cose nei giorni precedenti, non c'era da sorprendersi che Drake entrando in mensa quel giorno si aspettasse di non trovare Jeff al tavolo che ormai occupava abitualmente con i suoi amici e le altre due matricole ma, con sua somma sorpresa, riconobbe la sua inconfondibile zazzera biondo fragola accanto l'amico di Jonathan.

E con suo disappunto, accanto a lui, vide seduto l'ameba.

Aggrottò la fronte e seguì Jonathan al tavolo.

Lo irritò ulteriormente il fatto che Jeff fosse seduto tra Mike e l'ameba e che l'unico posto rimasto fosse dall'altro lato del tavolo. Tenne lo sguardo puntato su di lui e lo vide irrigidirsi ma rifiutarsi di alzare lo sguardo dal piatto. Non c'era alcun dubbio che il biondino sapesse che lo stava fissando.

Spinse di lato Jonathan che stava per sedersi proprio davanti a Jeff e prese posto poggiando rumorosamente il vassoio sul tavolo. Il suono attirò l'attenzione di quelli seduti vicino a lui in mensa ma Jeff si rifiutò comunque di guardarlo.

Drake affondò con stizza la forchetta nel piatto di pasta e ignorò l'occhiata assassina di Jonathan che si era quasi ritrovato col culo a terra dopo la sua spinta.

Senza badare ad altri iniziò a mangiare quasi con furia mentre Jeff continuava a rifiutarsi di guardarlo.

Perché diamine l'ameba gli stava così vicino? Non conosceva la parola spazio vitale? E perché Jeff non diceva nulla?!
Iniziò ad innervosirsi sempre di più e quasi affettò una mano all'ameba quando questi l'appoggió sulla spalla di Jeff. Si contenne, tuttavia, e si accontentò di sbattere rumorosamente il pugno sul tavolo attirando nuovamente l'attenzione su di sé.

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