6. Questione di culo

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Dal fatidico giorno del primo incontro con Drake erano passate tre intere settimane e Jeff aveva desiderato per tutto il tempo che Mike soffrisse di qualche strategica forma di amnesia che gli facesse scordare dell'esistenza di Jonathan. Non che avesse qualcosa contro quest'ultimo, anzi, passava più che volentieri il tempo a guardarlo con occhi adoranti mentre ridacchiava coprendosi la bocca con una mano per qualche battuta idiota fatta da Jack. Il problema era Drake – grandissimo cazzone – Miller che sembrava deciso a rendergli la vita un inferno.

Durante la pausa pranzo ormai era diventata consuetudine mangiare con l'eterogeneo gruppo di ragazzi dell'ultimo anno e purtroppo per Jeff, Jonathan e Drake sembrano essere grandi amici, il che comportava passare il suo momento preferito della giornata con quel deficiente patentato accanto.

Tutti gli altri erano simpatici e cordiali ed era interessante stare ad ascoltarli, ma la presenza di quel broccolo presuntuoso rovinava tutto. Qualcuno magari poteva pensare che Jeff, avendo preso Miller in antipatia fin dall'inizio, non vedesse di buon occhio il ragazzo e non lo sopportasse per questo, ma le cose erano più complicate di così.

Quel cetriolo ammuffito iniziava a tormentarlo dal momento stesso in cui lo vedeva entrare in mensa. Ovviamente si assicurava di farlo quando nessun'altro guardava e quindi, a meno che Jeff non volesse passare per un idiota egocentrico, non poteva certo dire ai suoi amici che il ragazzo d'oro lo molestava.

Nessuno gli avrebbe creduto; non solo per mancanza di prove, ma anche perché Drake, e Jeff giurava che proprio non capiva come fosse possibile, era ben voluto da tutti e adorato come un dio. Quindi non gli restava che sopportare ed evitarlo il più possibile, anche se le volte che era stato sul punto di strangolarlo non erano state poche.

Inizialmente non era stato nemmeno così male, semplicemente se ne stava lì e lo fissava, mettendolo a disagio certo, ma bastava semplicemente fingere di non vedere. Dopo un po' però, aveva iniziato a cambiare strategia, non solo si assicurava di sedersi sempre accanto a lui ma, mentre gli altri occupanti del tavolo erano distratti, gli sussurrava frasi strane all'orecchio che Jeff, il quale non era certo nato ieri, sapeva perfettamente cosa volessero dire, però preferiva fare finta di nulla, anche perché Drake professava di essere etero e lo dimostrava ogni volta che sceglieva una nuova ragazza con cui andare a letto, il che accadeva molto spesso.

Fingere però era difficile.

Durante la prima settimana aveva avvertito spesso il suo sguardo intenso posarsi su di lui, sia tra i corridoi, sia tra i tavoli della mensa. All'inizio aveva semplicemente accantonato la cosa pensato di stargli antipatico, poi però aveva notato che, con il passare dei giorni, i suoi occhi grigio-azzurro lo guardavano in punti in cui generalmente un ragazzo etero non notava.

Più di una volta lo aveva colto a fissargli le labbra, le mani, i fianchi e, in special modo, il sedere. Jeff aveva iniziato a sentirsi come una di quelle ragazze prosperose che vengono fissate da vecchi bavosi sui bus pur indossando maglioni larghi a collo alto.

Ci aveva ragionato su e si era detto che si sbagliava, che non poteva essere così e che si stava solo impressionando. Nel weekend si era ripetuto quelle cose nella mente più e più volte, deciso a non montarsi la testa – cosa che faceva molto in fretta – e a non lasciarsi trasportate da sterili e poco credibili fantasie – cosa che faceva ancora più in fretta – che avevano come protagonista uno Zotico addomesticato follemente innamorato di lui.

Era possibile, ma solo un po', che Jeff pensasse troppo e che si facessi troppe seghe mentali. Sua madre glielo diceva sempre che doveva smettere di immaginare più di quello che vedeva, però Jeff sapeva anche che il suo istinto era dannatamente buono e che raramente si sbagliava. Quando accadeva – perché sì, ogni tanto succedeva anche quello, ma solo ogni tanto! – si rendeva protagonista delle più grandi figure di merda che il mondo avesse mai conosciuto.

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