Capitolo 11

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Ho avuto la testa tra le nuvole per tutta la mattina, non riuscivo a fare a meno di ripensare a quello che è successo nella mia stanza, ieri.

Avevo la mente annebbiata e perciò non mi sono fatto problemi e ho continuato a fare quello che volevo. È stata una buona idea? Non lo so. Avevo pensato che fosse meglio andarci piano con Nathan, poi ho fatto tutt'altro saltandogli addosso. Spero solo che lui non abbia pensato che non mi sono fatto problemi a farlo perché ci sono abituato. Non è così, non voglio che lo pensi. Ieri si era fatto tardi ed ero tremendamente in imbarazzo, non ho neanche lontanamente immaginato che lui avrebbe potuto pensare male di me. Mi auguro che non l'abbia fatto.

Malgrado questo la mattinata scolastica è stata noiosa e un po' insolita.

Quando Scott è venuto al mio banco, chiedendomi se avevo già copiato i compiti da Steve e potevo passarli anche a lui, gli ho consegnato il libro dicendo che li avevo fatti io. L'ho sorpreso e ho sorpreso anche Steve, che ha assistito alla scena seduto al suo banco.

Durante la lezione di matematica non sono stato chiamato alla lavagna, per fortuna. Avevo le mie cose a cui pensare.

"Come mai hai fatto i compiti per oggi?" mi chiede Scott.

Siamo in una tavola calda, tutti e tre. Pranzeremo qui e poi andremo a casa mia, a giocare ai videogiochi come avevo promesso a Steve.

Mi sento offeso ma in fondo capisco il perché della sua domanda, non li faccio mai.

"Ieri ero con Nathan e mi ha convinto a farli"

Steve tossisce, la bibita che stava bevendo gli è andata di traverso.

Sbuffo. Ogni volta che nomino Nathan, lui ha qualcosa da ridire.

"Cosa c'è adesso?" gli chiedo, aspettandomi il peggio.

"Niente, è solo che non capisco come facciate ad essere amici voi due"

Ancora con questa storia.

"Me l'hai già detto" gli faccio notare. Rimango calmo, non posso ancora dirgli come stanno davvero le cose. "Che tu ci creda o no lui è molto simpatico"

"Ah sì? Cosa fate quando siete insieme?"

Scott inizia a tossire, non so se gli sia andato di traverso qualcosa o se stia facendo apposta perché non vuole sentire la mia risposta.

In ogni caso mi ha salvato, quella domanda mi ha fatto ripensare a tutto quello che è successo e credo di essere arrossito.

Ormai abbiamo finito di mangiare, paghiamo e ci incamminiamo verso casa.

"Non vedo l'ora di provare tutti i tuoi giochi preferiti" annuncia Steve, allegro.

Non ho mai fatto giocare nessuno con quelli e la cosa un po' mi disturba, ma è quello che gli ho promesso quindi sopporterò in silenzio.

"Anche io" dice Scott.

"Cosa? Come anche tu?" domando, allibito.

"Jake non lamentarti, oggi posso decidere quello che voglio no? E io ho deciso che ci giocherà anche Scott" dice Steve.

Gli mette un braccio intorno alle spalle e lo stringe amichevolmente. Vedo Scott infastidito, lui odia il contatto fisico, ma non si lamenta perché Steve è andato in sua difesa.

Sospiro, non posso farci niente.

In pochi minuti arriviamo a casa e i due non perdono tempo, si fiondano sul mobile del salotto dove tengo i videogiochi e lo rivoltano da cima a fondo. Prendono tutto quello che vogliono provare e in un attimo hanno acceso la console, inserito un disco e si sono messi sul divano. Sul tavolino basso del salotto, davanti a loro, c'è una pila di giochi.

Margherite Gialle (Yaoi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora