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spazio autrice: è la prima drarry che scrivo, non ho poi così tante pretese per questa storia; sono solo grovigli di idee buttate giù di getto. solo, spero vi piaccia.



Sistemandosi gli occhiali rotondi sul naso dritto, Harry Potter, prese posto su una di quelle prestigiose sedie scarlatte che decoravano la Sala grande del collegio.

Alte mura, con enormi vetrate antiche contornavano la stanza, una leggera e pallida luce di inizio settembre filtrava, illuminando gli stendardi del collegio appesi e cadenti rigidi dalla soffitta. Raffinato, assolutamente.
Ostentava ricchezza da tutti i pori, così come il suo corpo studentesco, si trovò ad osservare il moro, dando una rapida occhiata.

Piccoli e sgorbutici visi osservavano la zona proprio come lui, mento alto e sguardo arrogante; probabilmente spendevano il loro preziosissimo tempo a giocare a scacchi con il loro ricco padre che aveva miracolosamente trovato cinque minuti per il figlio, strillando al telefono per riversare la sua frustrazione vitale dipendente dal fatto che sua moglie in quel preciso istante era a farsi trapanare da un ipotetico fisioterapista, chirurgo o maestro di yoga, aveva perso il suo pompino quotidiano dalla segretaria e addirittura ľ1% dei suoi profitti era andato sfumando, ma sì! Nonostante ciò avrebbero continuato a vantarsi della loro splendida vita da ricchi spensierati.

Insomma, sembravano simpatici.

"Buongiorno, ragazzi, ragazze,"
Una voce profonda richiamò alľordine la stanza; un uomo anziano, con lunga barba nivea, parlava dalľaltro capo delľaula, osservando gli studenti, gentile.

"Come ben sapete, questa, non è una scuola per tutti"

Un biondino, dalľaria compiaciuta, ghignò un po' troppo forte, sfoderando il medaglione che ciondolava sulla sua meravigliosa e raffinata, camicia di seta.

"Sono lieto di darvi il benvenuto, nella speranza che il vostro apprendimento si arricchisca così come il vostro spirito e la vostra anima"
Sorrise ai presenti, continuando con un entusiasmante discorso sulla pace, buona comprensione delle regole e i soliti convenevoli inutili che qualcuno si limitava ad ascoltare.

"...le chiavi dei dormitori, sono alľentrata delľedificio."
Concluse, tossicchiando.
"Siete pregati di uscire sei alla volta, grazie!" li congedò; "Bene... bene, in ordine!" Uscì da dietro il piccolo rialzo.
Parlottò con qualcuno dei presenti, mentre piano piano, la sala grande si svuotava.

Harry si avviò verso ľentrata, a passo svelto, stranamente felice.

"Attento a dove cammini, moccioso!"
Un biondino spinse in avanti Harry.
Non che il corridoio fosse stretto, o lui stesse occupando chissà quale spazio, ma per il semplice gusto di farlo.

Perse ľequilibrio, trovandosi schiacciato al muro, le mani che bruciavano per la botta.
Stupido, dannatissimo biondo ossigenato.

Harry si voltò, inarcando un sopracciglio.
"Moccioso?"
Accennò un sorriso, mentre sul volto delľaltro apparve un cipiglio confuso, ma pur sempre superiore.

"Oh, sul serio? Alľalba del duemiladiciotto tu mi chiami ancora moccioso?"

Lo squadrò per bene, dalľalto al basso.

"Cazzo, è vero." Il moro rise.
Gli passò accanto, superandolo si qualche passo.

"Cosa possiamo aspettarci dal principino Malfoy?"
Lo guardò adirato,
"Non osar-"
La sua voce era dannatamente stridula.

"Ti ho offeso?"
"Tu, offendere, me? Nemmeno nella tua più fervid-"

Il moro si avvicinò pericolosamente al biondo, mordicchiandosi il labbro.
"Hai ragione, scusami."
Tirò fuori il labbro inferiore, in una smorfia dispiaciuta, sbattendo piano le ciglia, la tensione era palpabile, mentre il più alto lo guardava in cagnesco.

Chastity || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora