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La luce del mattino filtrava placida dalle finestre, illuminando il volto dei due ragazzi che giacevano nel letto aggrovigliati e sudati.

Avevano passato una notte decisamente lunga, ed erano crollati ľuno tra le braccia delľaltro senza rendersene minimamente conto.

Harry, aprì lentamente gli occhi, trovandoli appannati e spiacevolmente pesanti, sbadigliò,  osservando il volto niveo del ragazzo che giaceva tra le sue braccia, per poi scendere sul petto nudo, ora ricoperto dai segni ďamore che si erano lasciati la scorsa notte.

Passò lentamente il dito sulla sua pelle marchiata, godendosi la piacevole sensazione del suo corpo che fremeva sotto il suo polpastrello.
Lo strinse un po' più a se; non avrebbe mai voluto rovinare il suo dolce sonno, ma lo spettacolo delle sue morbide labbra rosee socchiuse era decisamente invitante.

Fortunamente, il biondo aprì gli occhi prima che Harry potesse compiere qualsiasi altro gesto in più.

" 'Giorno Potter." Biascicò con gli occhi semi chiusi, alzando il capo quanto bastava per scrutare il viso di Harry per qualche secondo, per poi far sprofondare nuovamente la testa nelľincavo del caldo collo di Harry, che ridacchiava guardandolo.

"Buongiorno a lei, signor Potter."
Draco parve cogliere le parole di Harry al volo, scattando alle parole del moro, con gli occhi spalancati.

"Pensi sul serio che io possa prendere il tuo stupido cognome privo di ogni qualsivoglia classe?"
Socchiuse gli occhi acquosi e grigi, riducendoli in due fessure minuscole.
Harry fu scosso da un risolino irrefrenabile.

"Hai sentito Potter? oh, io ho detto tutťaltro, Malfoy. Buongiorno a lei, signor Pony."
Draco sbuffò, alzando gli occhi al cielo, sotto lo sguardo divertito di Harry.

"Questo è troppo, non hai detto pony!"
"Ho detto pony."
"Non hai detto pony."
"Ho detto pony."
si guardarono, Draco con un cipiglio curruciato dipinto in volto, Harry sorridente.

"Non hai dett-"
Harry si sporse verso di lui, unendo le loro labbra, il biondo spalancò gli occhi, rimanendo fermo.

Il corvino approfondì il bacio, inserendo con lentezza lancinante la lingua, facendo rilassare il più grande, che si abbandonò al bacio, facendosi cullare dalle dolci carezze e alle mille attenzioni a cui veniva sottoposto.

Continuarono per minuti, Draco mise una mano tra i capelli di Harry, spingendosi contro di lui, famelico.

Lentamente, il più piccolo si districò dal bacio, prendendo fiato.
Osservò il biondo davanti a lui; era paonazzo, le labbra bagnate e leggermente più rosse mentre i capelli erano spettinati.

Si morse leggermente il labbro, distraendo Harry ancora più di quanto lo fosse.
Il suo respiro era affannato.

Guardo Harry di sbieco, stendendosi sul petto nudo di quesťultimo.

"E comunque, ho detto pony."

* * *

Ron e Ginny servirono i piatti in tavola.
Hermione e la rossa, provavano molta simpatia reciproca; parlavano e scherzavano come se si conoscessero da sempre, lanciandosi le tipiche occhiatine di chi la sapeva lunga.

Draco le guardava con superiorità, sistemandosi con eleganza sulla sedia.
Fece una smorfia, e si lasciò scappare un gemito.

Lo sguardo di Harry scattò su quello del ragazzo accanto a lui, con gli occhi strabuzzati.
Forse quella notte aveva un po' esagerato, ma sicuramente non era nei suoi piani far scoprire ogni minimo particolare ai suoi amici.

Draco si mosse ancora sulla sedia, provando un fortissimo dolore lancinante, ululando a bassa voce, mentre il suo viso assunse un colorito rossastro.

Harry si affrettò a coprire i versi con dei colpi di tosse troppo marcati per essere naturali.
Calò il silenzio, mentre le occhiate confuse dei presenti trapassarono di parte e in parte Harry, -anche un po' Draco, ma era parecchio impegnato a trovare una sistemazione comoda, quindi non vi badò particolarmente.

"Perchè 'Alfoy si atte 'a come- Gobbo di 'Otre Dame?"
Disse a mezza voce il rosso con la bocca colma di cibo, guardando genuinamente interessato il biondo, che non si dava tregua sulla sedia.

Harry si affrettò a riempirsi la bocca, guardando da tutťaltra parte.
Hermione ghignò, ridacchiando, a differenza di Ginny, che si rabbuiò e continuò a mangiare in silenzio.

Draco parve non aver sentito.
"Perchè è caduto."
Harry cercò in un tentativo disparato di salvare quella situazione decisamente imbarazzante.

"E gli si è infilata la ringhiera nel c-"
"HERMIONE!"
Ron la guardò di traverso, ma con una punta di ammirazione, e gli si dipinse un sorriso divertito sul volto.

"Non è vero! -scattò Draco, dolorante- Ho semplicemente preso una storta e..."
Si puntellò sulle punte, stando leggermente alzato dalla sedia.
La tovaglia a scacchi verde e rossa gli copriva le gambe, quindi non dava particolarmente alľocchio.

"Ooooh sì, molto, molto chiaro." il rosso lanciò uno sguardo eloquente ai due ragazzi, lasciandosi sfuggire un ghigno compiaciuto.

Hermione aveva la stessa espressione, Ron e la ragazza si guardarono per qualche istante.

Il ticchettio, lo stridere delle forchette sui piatti e i gemiti smorzati di Draco, riempivano il silenzio imbarazzato che attanagliava la stanza.

"Oggi, io e il mio ragazzo andremo in posto, Ron, nel caso non ti dispiacesse, potrei prendere la tua macchina? questione di qualche ora."
Il biondo spalancò gli occhi, voltandosi verso di lui e dimenticando anche il dolore che fino a qualche secondo prima sarebbe riuscito a farlo piangere.

Aveva detto il mio ragazzo.
Il mio ragazzo.
Harry James Potter lo considerava il suo ragazzo.

Ginny si alzò bruscamente, avviandosi a passo spedito verso la cucina, seguita da Hermione.

Draco guardò Harry, al settimo cielo.

Si spinse verso di lui, e in un gesto assolutamente inaspettato, fece scontrare le loro labbra per qualche secondo, il corvino sorrise sulle labbra del più grande, mentre facevano incrociare le loro dita, rimanendo mano nella mano sotto la tovaglia.

"Oh... sì, be', certamente, perchè no? cioè, ovvio, nessun problema, eh?"
Borbottò Ron imbarazzato, diventando rosso dalla punta delle dita dei piedi, alla punta della sua nuca.

* * *

Sparecchiarono velocemente, mentre Draco si era imposto di farsi manicure, pedicure, ceretta completa, maschera di cheratina per i suoi capelli, maschere per il viso, -come se ne avesse bisogno- si ritrovò a pensare osservando il suo riflesso nello specchio davanti a lui, con un ghigno compiaciuto.

Quale meraviglia!
Si lavò via gli ultimi residui della maschera dal viso, per poi afferrare gli abiti che aveva accuratamente riposto sul comodino del bagno; una camicia nera e un paio di jeans.
Era decisamente più formale di ciò che si ostinava ad indossare solitamente.

Si infilò i vestiti, lanciando per un'ultima volta un'occhiata allo specchio, per poi uscire dalla porta.

Draco era molto emozionato, non aveva mai avuto un vero e proprio appuntamento, se non quelli organizzati dai suoi genitori con Pansy.
Ed erano noiosi, brutti, monotoni e spesso e volentieri esasperanti.
Era così contento, si comportava come si sarebbe comportata una ragazzina al concerto del suo cantante o band preferita.

Si trovò davanti Harry, che lo guardava ammirato porgendogli cordialmente il braccio.

Draco si costrinse a non sorridere, fallendo miseramente e afferrando il braccio seduta stante.

"Come siamo belle, signorina."
Il biondo arrossì, fissandosi la punta delle scarpe.

Chastity || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora