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7 anni dopo

Harry si rivoltò per ľennesima volta nel letto, mentre osservava il soffitto esasperato.

Ginny Weasley, al suo fianco, si girò dalla parte del moro, che si ostinò ad ignorarla.

"Tesoro...Perchè non dormi?"
Bisbigliò vicino al suo orecchio, lasciandogli dei baci umidi sul suo collo.
Odiava quel contatto.

"Non ho sonno." Bisbigliò Harry, tirandosi a sedere.
Ginny lo guardò con una punta di disappunto nello sguardo.

"Anche ieri non avevi sonno."
asserì convinta, scuotendo la testa con impeto. La sua chioma rossa vorticò.

"E non ne avrò nemmeno domani, se non mi lasci in pace, Ginevra."
Si alzò bruscamente dal letto, lasciando la ragazza mortificata sdraiata sul letto, che non osava proferire una parola in più.

Harry percorse le scale di fretta, scoppiando in un pianto liberatorio.

Anni prima, aveva finito il college, aveva trovato un lavoro dignitoso, che gli permetteva di guadagnare più di quanto avesse mai potuto mettere su le mani nel suo passato.
Aveva perdonato Ginny, per poi sposarla.
Non per amore, sia chiaro. Non per amore.
Aveva solo bisogno di riempire il vuoto che lo attanagliava da così tanto tempo, ponendosi così tante volte la domanda che Ginny gli arrivò prontamente come risposta.
Si limitò ad accettare il suo destino.

Non dimenticò mai Draco Malfoy.

Rimase disperatamente aggrappato ai ricordi, crogiolandosi tra di essi, consentendo di farsi divorare dalla malinconia.

Ogni volta che abbassava lo sguardo, si ritrovava ad osservare la cicatrice.
La dinamica era incisa a fuoco nella sua mente.

Si scosse dai pensieri, asciugandosi le lacrime che gli scorrevano senza limiti sul viso.

Si avviò con passo lento e strascicato verso il garage chiuso, che si affrettò ad aprire, per poi infiltravici.

Si ritrovò davanti ad un grosso e logoro baule.
Le sue mani tremanti, si inginocchiò davanti ad esso, alzando il coperchio con cura.

Pile di foto giacevano al suo interno.
Foto del matrimonio di Ron e Hermione, lui sorridente con loro due nei periodi migliori della sua adolescenza, vecchie magliette accuratamente impilate, una di queste  era appartenuta alľamore della sua vita.

Non la toccò mai, fino a quel giorno.
La alzò, per poi stringerla al petto con dolcezza.

Non sapeva più di lui, ľodore del biondo era sbiadito man mano che il tempo andava avanti.
Se solo avesse chiuso gli occhi, per qualche secondo, unicamente per qualche secondo, avrebbe ripotuto averlo tra le braccia...

La sua mano urtò contro qualcosa di ruvido.
Infilò la mano nella tasca della felpa, guardando incuriosito ľangolo logoro e accartocciato di un foglio di carta.

Lo estrasse, per poi aprirlo.
Era la scrittura di Draco.
Il suo cuore iniziò a martellare incessatamente nel petto.
Alcune frasi erano sbiadite, ma la scrittura era chiara e leggibile.

Caro Potter.
Odio i convenevoli, ma temo che questa volta siano necessari.
Quindi ripartiamo da capo.
Caro Harry.
So che leggerai questa lettera a distanza di anni.
Il fatto che questa lettera la abbia avuta io tra le mani, e ora giace tra le tue, è la dimostrazione che non c'è nessuna enorme distanza a separarci.
Mi manchi così tanto, Harry.
Vorrei solo non essermi innamorato di te, Harry.
Tu mi ami ancora?
perchè non importa quanto tempo sia passato, quante persone siano entrate ed uscite dalla mia vita, io continuerò ad amarti. Nel modo più silenzioso e distruggente possibile, Harry. Ma continuerò, sempre.
Non mi importa delle conseguenze.
Ti amo nella maniera più pura, più innocente che possa esistere.
E se nel caso ti fossi dimenticato di questo dannato furetto biondo, per favore, Harry, ricorda cosa avremmo potuto essere. Perchè io non avrò tregua, mai. Finchè non ti avrò tra le braccia. Finchè tu non mi conceda di amarti. Finchè non potrò sentire il tuo dolce sapore ancora e ancora, io continuerò. Sempre. Harry, non farò morire il tuo ricordo.
Costi quel che costi, rimarrai sempre un po' mio, e io sempre un po' tuo.
E non me ne sono ancora andato, Harry. E già sento la tua mancanza bruciarmi sulla pelle, logorarmi.
So che sarà ľultima volta che ti vedrò.
Ho sentito la Weasley parlare con mio padre, al telefono, oggi.
Mi dispiace così tanto. Spero che tu ora sia felice.
Lo spero con tutto il cuore, perchè ovunque io sarò, con chiunque io sarò, non proverò mai più quelľ incredibile sensazione che mi riservavi tu e solo tu soltanto. Quindi, sii felice anche per me, perfavore.
Mi sento un po' patetico.
Non so se tu nemmeno riserverai il mio ricordo. Probabilmente a volte penserai allo strano ragazzo ricco che è stato strappato ingiustamente dalla tua vita, e penserai a quanto sia stato sciocco bramarlo così, magari conserverai solo un ricordo sbiadito e contorto dal tempo, che non ti suggerisce la benchè minima emozione. O forse racconterai di me ai tuoi figli. Nel caso tu lo abbia fatto, spero che tu non abbia omesso alcun dettaglio sul fatto che sono incredibilmente meraviglioso!
Okay, scusa. A parte tutto, spero che tu leggerai questa lettera. Sentiti a casa. Ovunque tu sia, da qualche parte, c'è un ragazzo biondo di nome Draco Lucius Malfoy che ti ama terribilmente e in maniera incondizonata. Che potrebbe persino trascorrere del tempo con persone del tutto prive di classe per renderlo felice.
E questo vuol dire tanto.
Ti amo.. Ti ricordi?
Abbiamo giurato, sarà per sempre.

Per il sangue, Harry?

Le lacrime salate del corvino avevano cominciato a macchiare la carta.
Rilesse un paio di volte la lettera, non capacitandosi della veridicità della lettera.
Fu assalito da una strana, stranissima scarica di adrenalina, scattò in piedi, barcollando pericolosamente.

Salì in una manciata di secondi le scale, con il cuore che gli batteva decisamente più veloce del normale.
Il suo respiro era irregolare, mentre armeggiava con la cassa forte.

Ne estrasse parecchio denaro.
Non si premurò nemmeno di chiuderla, infilandosi la felpa che tempo prima era appartenuta a Draco Malfoy.

Salì agilmente in macchina, premendo il piede più forte che poteva sulľ acceleratore.

* * *

"Il primo biglietto per Londra!"
Ľaereoporto, nonostante fossero appena le due del mattino, pullulava di turisti e seri uomini ďaffari che brandivano impazienti una nera ventinquattrore, osservando ti tanto in tanto ľorologio.

Era solo questione di secondi per ľimbarco, e il moro fremeva sul posto, decisamente impaziente.

* * *
Harry prese posto, ľultimo infondo accanto al finestrino sudicio.

La mattina, quel giorno, aveva letto sul giornale che le nozze del piccolo conte Malfoy si sarebbero svolte a Londra, il giorno dopo.

Si torturava le dita.
Quella era la sua unica occasione per rivedere ľamore della sua vita.

Il flusso incessante dei suoi pensieri fu bruscamente interrotto da una graziosissima ragazza bionda e pallida, che con un movimento elegante prese posto accanto al corvino.
Aveva gli occhi molto grandi e acquosi, che si ostinava a tenere spalancati che le conferivano costantemente un cipiglio sorpreso.
Portava abiti molto singolari, colorati, e dei rapanelli come orecchini.
Sembrava totalmente essere persa nei suoi sogni.

Sobbalzò sul posto, come se si fosse appena resa conto che accanto a lui sedeva un'altra persona.

"Oh! Ciao... io sono Luna Lovegood."
La sua voce pareva sognante, mentre guardava con molto interesse il sedile davanti a sè.

Harry si appiattì contro il sedile, stando in silenzio.

"E tu sei Harry Potter. Draco mi ha parlato molto di te!"

Chastity || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora