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Nella stanza era stato aggiunto un altro letto a baldacchino, sul quale Draco Malfoy, con una smorfia non decisamente felice, se ne stava seduto in una posizione innaturalmente elegante; rigido, spalle larghe, mento alľ insù, osservando gli altri due con superiorità, accarezzando cautamente un furetto bianco che gli somigliava terribilmente.

"Mio padre non ne sarà felice!"
Ron sbuffò.

"Ah, perchè noi lo siamo?"
Disse a Draco, chinandosi per passare il dito tra le sbarre della gabbietta di Crosta.

"Oh, certo, perchè avere Draco Malfoy affianco al letto con un...furetto, rientrava nei miei sogni erotici più arditi, giusto?"

Il biondo ghignò, accavallando le gambe.
"Questo era scontato, Potter."

Harry si sentì mancare.
Il ragazzo era sfrontato e fastidioso.
Lo oltrepassò alzando gli occhi al cielo, sedendosi sul letto ordinato, si tolse le scarpe.

"Questa è una posizione temporanea, sentit- SFREGIATO DANNAZIONE NON LANCIARE LE SCARPE!"
Coprì gli occhi al furetto candido, come se avesse visto chissà quale ignobile e terribile gesto.

Il moro lo ignorò, compilando i compiti di algebra avanzata.

"Bene, finchè mio padre, Lucius Malfoy,-precisò, con un tono di una fierezza insopportabile-  non mi troverà un alloggio singolo."
Ron si voltò verso di lui.

"Non sono religioso, ma sto pregando."
Ron tirò fuori il rosario, cadendo teatralmente in ginocchio.
"La prego, signore Gesù, mandi via Draco Malfoy e il suo furetto prima che io mi amputi il pisello. Amen."

Draco gli scoccò un'occhiataccia, schioccando la lingua sul palato, ignorando il risolio di Harry, che aveva finto di non ascoltare fino a quel momento, che osservava con la coda delľocchio.

"Quanta poca classe."
Constatò Draco, e Harry si ritrovò a pensare che, nonostante il ragazzo biondo davanti a lui avesse un pessimo carattere, un senso delľumorismo alquanto signolare e dei modi di fare osceni, fosse veramente bello.

Era la prima volta che notava i dettagli, del suo viso, delle sue mani, dei suoi capelli biondi platino.
Era bello, genuinamente bello.
La perfezione della sua persona mettava a disagio, quasi.

Sembrava puro.

"Che c'è, Potter? Sembri un maniaco."
Draco si ritirò più sul letto, e il moro si rese spiacevolmente conto di essersi imbambolato a fissarlo.
Gli stava involontariamente dando pane per i suoi denti, quando lui stesso avrebbe potuto fare di tutto per evitarlo.

"Oh, niente. Hai la camicia sporca."
Inventò al momento, tornando ai suoi problemi matematici.

"Non ho la camicia sporca."
Gli fece notare, stizzito, guardandosi dallo specchio, con fare scrupoloso."

"Sì, invece," Si intromise Ron.
Gli passò una mano sulla schiena, spolverando ľinesistente macchia.

Draco si era spiacevolmente irrigidito al tocco, come se avesse toccato una ferita fresca, la carne viva.

Si alzò spazientito.
"Devo andare ad una festa."

"Non si possono organizzare feste nei confini della scuola a meno che-"
Draco alzò gli occhi al cielo, controllando nel suo baule.

"Sta zitto, San Potter. Entrambi verrete con me, stasera."
Frugò ancora, per poi prendere in mano una raffinata camicia di seta, completamente nera, una cravatta e pantaloni del medesimo colore.

"Sarebbe sospetto se io lasciassi nel dormitorio i due sfigati."
Si sbottonò la camicia, piano.
Harry distolse per la medesima volta lo sguardo.

Chastity || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora