«L'arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è»
«Cosa stai fissando oggi?» chiese la voce di Jungkook alle spalle del giovane, facendolo sussultare subito dopo dallo spavento.
Come al solito, il biondino si trovava seduto sul pavimento in legno, mentre fissava con interesse un altro dipinto molto significativo per lui.
Capì quindi di dover spiegare nuovamente cosa rappresentasse quest'ultimo, solo quando lo psicologo si sedette difianco a lui.
La scena sembrava davvero ripetersi.
«Si chiama "Il lamento di Icaro" di Herbert James Draper.
Rievoca il racconto di questo personaggio mitologico, quando tentò di raggiungere il sole con le ali di cera» disse con la sua voce vellutata e dolce, senza mai distogliere lo sguardo dall'oggetto interessato.
«Nonostante il padre gli avesse raccomandato più volte di non volare troppo in alto, Icaro si fece rapire dall'ebbrezza del volo, avvicinandosi troppo al sole. Il calore, perciò, fuse la cera, facendolo cadere inevitabilmente nel mare, dove inseguito morì» aggiunse, in modo da rendere più chiaro il concetto sul quale mirava principalmente.«Quindi ha tentato di competere contro qualcosa più forte di lui» constatò l'altro, cercando nello sguardo del ragazzo al suo fianco un qualche segno di approvazione.
«Come Lucifero ha tentato di sconfiggere Dio» commentò il diretto interessato, puntando finalmente gli occhi in quelli scuri di Jungkook.
«Accecato dalla presunzione» arricchì il suo pensiero il più piccolo, comprendendo bene quanto fosse significativo quel dipinto per l'ibrido.
«Alla disperata ricerca di una gloria che si sarebbe rivelata vana» aggregò l'ultima frase, concludendo così quella sorta di discorso che si era involontariamente creato tra i due.
«Non credevo fossi così profondo» esordì la voce del castano, qualche minuto dopo, guardandosi distrattamente intorno con un sorriso provocatorio stampato sul volto.
«Mi ritieni profondo?» domandò l'altro, mentre un'espressione compiaciuta iniziava lentamente a fare la sua apparizione.
«Pensavo sapessi formare frasi solo con parole come 'Cazzo' e 'Minchia'» espresse Jungkook apertamente e usando il massimo della finezza, facendo ruoteare gli occhi all'altro.
«Sei un fottuto demente» lo liquidò il biondino, spezzando definitivamente l'atomosfera tranquilla che si era creata poco prima.
Dopotutto, non avrebbero mai potuto definirsi 'Tranquilli', quei due.«Come non detto» mormorò lo psicologo, forse a voce troppo alta.
«Cosa sei venuto a fare?» s'incuriosì l'ibrido dopo qualche momento, sdraiandosi interamente sul pavimento e chiudendo gli occhi.
«La mia presenza ti infastidisce?» chiese immediatamente il diretto interessato, particolarmente curioso di sapere la risposta.
«Sei troppo perspicace» lo stuzzicò il ragazzo, prendendolo ovviamente in giro. Anche se, non avrebbe mai ammesso ciò che pensava davvero al riguardo.
«Dovresti ringraziarmi, invece» fu ciò che disse il castano, incrociando le gambe per stare più comodo.
Aveva ben capito che all'altro non piacesse stare su divanetti o poltrone, ma bensì solo ed esclusivamente sul pavimento.«Dovrei sapere perché?» domandò lui, inarcando un sopracciglio, ma in realtà non gli interessava minimamente.
«È merito mio se puoi uscire da quella cella, se hai il permesso di stare qui» indicò le quattro mura che li circondavano, facendo comprendere meglio cosa volesse intendere.
L'attenzione del giovane si accentuò maggiormente, aprì solo una sua palpebra e fissò il più piccolo, che si sentiva in qualche modo fiero di sé.
«Wow» commentò annoiato poco più tardi, tornando ai suoi mille pensieri, giusto perché odiava dare compiacimento ad altre persone.«Che carattere di merda» si affrettò a dire la sua opinione lo psicologo, che in fin dei conti si era leggermente offeso per via di quella sua risposta.
«È uno dei complimenti più belli che mi avessero potuto fare» gli rispose subito il diretto interessato, rimanendo nella sua posizione. Sembrava quasi un sasso.
«Ci vuole del coraggio, per farti i complimenti» rispose Jungkook, non aspettando altro che una sua reazione negativa, solo per vendicarsi e poterlo provocare maggiormente.
Il biondino di tutta risposta alzò il suo busto, e puntò la sua attenzione sulla figura dell'altro, analizzandola da capo a piedi, con un atteggiamento superiore.
«Meglio non esprimersi» parlò dopo, facendo ben intendere cosa ne pensasse di lui al riguardo.
Era un bugiardo dopotutto, un bravissimo bugiardo.«Tanta bellezza potrebbe causarti un trauma» Jungkook passò le sue dita estremamente fredde e affusolate tra le ciocche dei suoi capelli scuri, imitando il comporatamento di una celebrità.
«Preferirei essere mortale» lo liquidò l'ibrido che, però, si era incantato nel fissarlo, facendo in seguito una smorfia di finto disgusto.
Tuttavia, era parecchio divertente stuzzicare quel ragazzo.«Non sai che ti perdi»
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Joke Of Nature 悪魔 || Vkook
Fanfiction"La solitudine fu l'unica cosa che non lo abbandonò mai. Difatti ogni notte, celato tra le lenzuola candide, piangeva e singhiozzava nel modo più silenzioso possibile, segretamente, poiché odiava esporre il suo lato più debole. Semplicemente, non v...