«Ma che cos'è questo amore, che fa tutti delirare? È una gioia? É un gran dolore? É una cosa da morire?»
Esistono diversi tipi di punti di riferimento. Ci sono luoghi, locali, strutture a cui ti affidi per ritrovare la strada di casa. Poi ci sono le persone, di cui ti fidi ciecamente, consapevole del fatto che solo loro potranno essere in grado di non farti perdere, di condurti sempre sulla via giusta.
I problemi più gravi si presentano quando passi ogni giorno della tua esistenza con la convinzione che ci sarà sempre quel qualcuno su cui contare, e diventa tutto terribilmente più complicato nonappena ci si rende conto dell'esatto opposto.Quel giovane in tre secoli aveva perso molte persone importanti, le poche di cui si fidava realmente.
Era proprio per quel motivo che, incrociando lo sguardo di Jimin, immediatamente lo assaliva un'angosciante paura di non poterlo mai più rivedere.
Il suo unico amico, era il solo che lo aveva visto piangere, senza alcun tipo di maschera che celasse la sua umanità.
C'erano persino delle notti in cui, quel ragazzo, si intrufolava nella sua cella e piangeva assieme a lui, consapevole di quanto il dolore dell'ibrido fosse immenso.
Erano stati proprio quei suoi gesti a far capire a Tae-hyung di potersi fidare. Perché nel momento in cui le sue spalle venivano circondate dalle accoglienti braccia del suo caro amico, sentiva finalmente di non essere più solo, di potersi sentire in un luogo sicuro, condividendo la sua sofferenza con qualcuno che riusciva a prendersene davvero cura.
Jimin, dopotutto, era solo un minimo assaggio dell'amore, ma il giovane non se ne sarebbe potuto mai accorgere realmente.«È la prima volta che mi chiedi di mangiare di tua spontanea volontà» disse la voce dolce di Jimin, intento a cucinare sul piano di lavoro, fissando il biondino con un'espressione alquanto dubbiosa.
«Cosa c'è dietro?» domandò sospettoso, assottigliando di molto lo sguardo.«Ti sorprenderà sapere che non lo so neanch'io» fu la risposta del diretto interessato, che nel frattempo si era accomodato sul tavolo in legno della cucina.
Da quando quello psicologo era arrivato, l'ibrido aveva iniziato ad avere più libertà riguardo ciò che faceva, perciò avrebbe potuto passare le giornate anche fuori dalla cella. Ovviamente, gli unici luoghi in cui sarebbe potuto andare erano la cucina e la stanza in cui faceva le diverse sedute con Jungkook.«Non che mi sorprenda una cosa simile» lo rimbeccò il suo amico, posizionandosi davanti ad una pentola colma di verdure prelibate.
«Come va con lo psicologo?» chiese poco dopo, curioso di saperne di più al riguardo. Aveva sentito che fosse andata in un modo diverso dal solito, ma nulla di più.«Lo vorrei prendere a ceffoni ogni due secondi» fu la breve risposta del giovane, che distrattamente aveva preso a giocherellare con una mela rossa.
«Quella adesso te la mangi» disse il ragazzo, notando solo in quel momento cosa avesse tra le mani il giovane. Jimin era caratterizzato da una particolare fissa per l'igiene, e tutti in quella struttura lo avevano ben capito.
«Come mai questi istinti da serial killer?» cercò di informarsi più tardi, mentre iniziava a tagliare diverse verdure con molta attenzione.«Rompe le palle» riassunse brevemente il tutto Tae-hyung, addentando in modo lento e delicato il frutto, nonostante la presenza della buccia.
«Hyung, la tua finezza mi lusinga ogni volta» lo prese in giro il più piccolo, che non potè fare a meno di alzare gli occhi al cielo per via del suo comportamento strettamente volgare.
«Pensiamo alle cose serie adesso» esordì l'ibrido, nonappena finito di mangiare quella mela, battendo le mani ripetutamente.
«Cos'è successo con Jisoo?» chiese, e inevitabilmente al suo amico cadde il coltello affilato contro il pavimento, che si rovinò appena.«Che stai blaterando?» fece il finto tonto lui, raccogliendo meticolosamente l'utensile e allontanandosi dal suo amico.
«Mi hai detto che ieri sera sareste usciti, perciò cosa avete fatto?» domandò ancora il biondino, scendendo in fretta dal tavolto e iniziando a seguire Jimin per tutta la cucina.
«Ci siamo solo baciati» rispose semplicemente il diretto interessato, scrollando le spalle, e cercando di evitare qualsiasi tipo di dettaglio, mentre le sue gote si coloravano di un rosso acceso.
«Vi siete baciati?» ripeté Tae-hyung, non capendo minimamente cosa volesse significare quella strana espressione.
«Ci siamo baciati» affermò nuovamente Jimin, rendendosi conto pian piano di ciò che stava dicendo.
«Oh cazzo» mormorò un secondo dopo, fermandosi di colpo e passandosi le dita piccole fra le ciocche dei suoi capelli perfettamente pettinati.
«Ci siamo dati un fottuto bacio!» urlò ancora, mentre il suo respiro si faceva più pesante e l'agitazione iniziava a dominare ogni singola cellula del suo corpo.Il ragazzo inarcò un sopracciglio, cercando di studiare bene la reazione del più piccolo, ma sembrava piuttosto impossibile come impresa.
«Cos'è un bacio?» chiese infatti, assalito dalla curiosità.
Era una cosa totalmente nuova per lui, nonostante i suoi tre lunghi secoli di vita. Dopotutto, nonostante la sua ignoranza in merito, era come attratto da quell'ignoto sentimento. Perciò, sarebbe stato molto meglio se ad insegnargli cose simili fosse stato il suo amico.«Beh...-» Jimin si bloccò, non sapendo effettivamente come spiegarlo.
Dopotutto, non si potevano trovare delle parole giuste o quantomeno adeguate per esprimersi. Era un'azione totalmente naturale, incondizionatamente spontanea.
«-...Quando le tue labbra si incontrano con quelle della persona che ami, quello è un bacio» lo informò infine, tirando un lungo sospiro.
Di certo, non avrebbe potuto trovare parole migliori.«La persona che ami?» replicò immediatamente, volendo saperne di più su quell'argomento così strano, mentre i polpastrelli delle sue dita affusolate iniziarono ad accarezzare involontariamente le sue stesse labbra.
«Già, ma non riuscirei mai a spiegarti anche questo, perché ne so meno di te al riguardo» gli disse l'amico, dedicandogli un sorriso sincero, mentre iniziava a lavare alcune pentole sporche.
«Siete davvero strani voi umani» commentò l'ibrido lievemente offeso per la mancata informazione, poggiando le sue natiche contro uno dei tanti mobili e incrociando le braccia al petto.
Voleva davvero saperne di più su quell'argomento.«Potrei dire la stessa cosa di voi immortali» disse l'altro, facendo ovviamente riferimento alle sue poche conoscenze riguardo l'amore. Anche se, effettivamente, neanche lui riusciva a capirne molto.
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Joke Of Nature 悪魔 || Vkook
Fanfic"La solitudine fu l'unica cosa che non lo abbandonò mai. Difatti ogni notte, celato tra le lenzuola candide, piangeva e singhiozzava nel modo più silenzioso possibile, segretamente, poiché odiava esporre il suo lato più debole. Semplicemente, non v...