Stigma

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Per quanto la gente avesse potuto sforzarsi di trovare del buono in quel che era il mondo, non sarebbe mai riuscita nel suo inattuabile intento.
Purtroppo, il mondo era estremamente crudele, completamente l'opposto di come veniva presentato ai loro occhi innocenti, di come credevano con fermezza che fosse.
La colpa era soprattutto della stessa popolazione, della loro indifferenza, incoerenza, superficialità, della loro paura per il diverso, per ciò che non erano in grado di tenere sotto controllo.

L'argomento principale, però, riguardava un avvenimento in particolare, che veniva raccontato da secoli, il più famoso in assoluto.
Non molti ci credevano, o pensavano che fosse realmente accaduta una cosa del genere, altri invece sì.
Si parlava perciò di Dio e Lucifero, due poli completamente opposti tra loro.
Attraverso un loro tragico conflitto, fu facile paragonarli ad elementi in contrapposizione come il bene ed il male, il bianco ed il nero, la stupenda vita contro l'inarrestabile morte.
Una storia che metteva in risalto la saggezza di chi era troppo potente e l'ira di chi voleva sentirsi più forte di chiunque altro, persino di Dio stesso.
Ciò che non veniva mai raccontato, per via di un'impulsiva discriminazione o per semplice paura, era ciò che nacque inevitabilmente da quella tragica guerra.
Una conseguenza che entrambi i protagonisti di quel racconto non erano stati in grado di prevedere, una responsabilità troppo pesante per loro, che decisero di riversare sul pianeta Terra.

Dunque, si trattava di un ragazzo.
Nulla di maligno all'apparenza, o forse per davvero.
Egli, faceva credere di avere all'incirca diciotto anni, ma effettivamente non aveva un'età, non possedeva un nome, né tanto meno era umano data la sua immortalità.
Era nato con le sembianze di un giovane, il fisico già ben scolpito e perfettamente sviluppato, e i lineamenti del viso magistralmente definiti.
Nelle sue caratteristiche estetiche risedeva un'astratta bipolarità, che faceva ben intendere che tipo di origini avesse.
Si parlava di attributi da demone, come gli occhi color ghiaccio ed incredibilmente taglienti, duri, profondi e molto spesso assenti. Le labbra, erano leggermente sottili, dalla forma a cuore, e di un colore rosso ciliegia. Quest'ultime, data la gradazione particolare, sembravano quasi macchiate di sangue, quello che i suoi creatori avevano versato.
Era capace però di illudere chiunque lo guardasse, di far credere chissà quali sciocchezze per via del suo aspetto piuttosto angelico.
Si intendeva la sua pelle chiara, quasi come la tintura della ceramica, molto liscia, morbida e senza nessun tipo di imperfezioni. I capelli color grano, dalla forma mossa e perennemente disordinata.
Per non parlare poi del suo sorriso, in grado di sedurre ed incantare chicchessia, ma solo se capitava la fortuna di poterlo ammirare.

Quell'ibrido era caduto in picchiata dal cielo come un vero e proprio meteorite, alla velocità della luce.
Lo scontro con il suolo Terreno aveva provocato un fortissimo fragore, simile a quello di un ordigno, il quale aveva attirato l'attenzione di tutti i presenti.
Fin da subito, la gente si rivelò essere spaventata, addirittura terrorizzata del suo arrivo improvviso e incredibilmente caotico.
Si trattava di un avvenimento più unico che raro, di una novità persino per i creatori stessi, che osservavano ciò che avevano involontariamente creato dall'alto delle loro dimore, con esclusivo interesse.

Forse, ciò che mise il giovane in cattiva luce furono proprio le sue grandi ali, che lo proteggevano e lo coprivano, avvolte attorno al suo corpo nudo.
La stranezza risedeva proprio nell'aspetto di esse: una di quelle due ali possedeva piume nere come la pece, e l'altra di un bianco puro e splendente.
Venne definito proprio per quella strana particolarità, purtroppo a causa dell'ignoranza di molti:"Scherzo della natura".
Quella fantastica qualità, era il suo 'Stigma', ciò che comunemente veniva definito 'marchio', 'segno distintivo'.
Ciò che avrebbe dovuto renderlo una creatura meravigliosa, una reincarnazione vivente della definizione 'arte', in realtà si rivelò essere la sua condanna.

La popolazione decise di emarginarlo, ritenerlo diverso, pericoloso, un danno per l'intera società, rinchiudendolo in seguito in una cella per secoli da quella parte.
In quella sorta di agonia infinita dove era costretto a passare la sua immortalità, veniva studiato da molteplici scienziati, i quali facevano esperimenti di ogni genere sul suo corpo: gli venivano inflitte appositamente delle ferite, che guarivano in meno di un minuto, al solo fine di scoprire in quale modo avvenisse tale fenomeno.
Le sue meravigliose ali venivano strappate via dalla sua schiena, in modo violento e terribilmente doloroso, impedendogli così di poter eventualmente scappare. Queste, però, tendevano a ricrescere una settimana dopo, sempre allo stesso modo, senza mai variare nulla.
La tortura, perciò, era costante e non poteva assolutamente opporsi o gli avrebbero recato molta più sofferenza.
Inoltre, veniva messo alla prova in ogni modo, continuamente.
Sperimentavano, perciò, la sua pazienza, le sue sensazioni ed emozioni in ogni circostanza, con l'intenzione di riuscire a ricreare un essere simile a lui. Intenzione che, però, falliva costantemente.

Il ragazzo, veniva chiamato C-00 (Caso 00), poiché era stato il primo in assoluto a possedere quelle fantastiche particolarità, a provenire dal mondo dell'alto, dal confine con il paradiso e l'inferno, ad esser nato da due geni completamente opposti tra loro.
Era totalmente unico nel suo genere, ma la gente aveva preferito nasconderlo, rinchiuderlo, voltargli le spalle.
Per cosa, poi? Per quale assurdo motivo gli avevano negato la possibilità di vivere in modo normale?
La causa era forse inspiegabile paura, incondizionata ignoranza.
Non c'era davvero una ragione precisa.
Quel povero ibrido, era andato incontro a qualcosa che non avrebbe mai potuto arrestare, che non meritava realmente.
Era nato per non poter vivere.
Di certo non conosceva la lingua degli umani, perciò non avrebbe mai potuto obiettare, spiegare che effettivamente non era un pericolo, che non avrebbe mai potuto seguire le orme dei suoi creatori, compiere i loro stessi errori.
Il suo silenzio involontario, era stato percepito come un consenso alla decisione del popolo.
Era ingenuo, impaurito, un bambino residente in un corpo troppo grande, che non gli apparteneva realmente.

Quel bambino che col passare degli anni, dei secoli, era del tutto cambiato, si era completamente trasformato.
Il suo dolce carattere assunse un tono più cupo, misterioso, costantemente arrabbiato ed ottimo provocatore nei confronti di quei pochi che cercavano di aiutarlo, perché secondo lui non meritava nessun tipo di aiuto, non aveva alcuna speranza di migliorare.
Imparò finalmente la lingua degli umani.
In particolare amava quelle che venivano definite 'parolacce', ma a suo parere erano solo semplici rafforzativi, assolutamente necessari per esprimere al meglio un determinato concetto.
La sua voce perciò, si rivelò essere dolcemente vellutata, dal tono basso e a volte roco.
Con il tempo seppe anche opporsi, ribellarsi a quegli scienziati, a prendere una posizione in determinate circostanze, ma quando esagerava subiva le più severe punizioni.
Più i secoli passavano, più il suo corpo iniziava a sviluppare dei vigorosi poteri cinetici. Bastava uno sguardo, un piccolo cenno del suo capo, per poter fare qualsiasi cosa lui avesse voluto. L'unico problema era che, quella sorta di cella dove veniva forzato a dormire e i diversi laboratori, attraverso un meccanismo ben studiato bloccavano i suoi fantastici poteri, perciò risultava praticamente impossibile sfruttarli.

La solitudine fu l'unica cosa che non lo abbandonò mai.
Difatti ogni notte, celato tra le lenzuola candide, piangeva e singhiozzava nel modo più silenzioso possibile, segretamente, poiché odiava esporre il suo lato più debole. Semplicemente, non voleva assolutamente ammettere che, nonostante tutto, anche lui possedesse un pizzico di umanità.
Quelle iridi così belle quanto dannose, venivano attorniate da un rossore impressionante, e ben presto delle piccole lacrime dolci, iniziavano a solcare le sue morbide guance.

Non era  di certo quella la vita prevista per il giovane ibrido, non era quello il modo in cui avrebbe dovuto passare la sua immortalità, e lui lo sapeva bene.

Joke Of Nature 悪魔 || VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora