XXXI

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«Mai abbandonare gli amici, Dave. Per nessuna ragione»




I due ragazzi iniziarono a correre insieme, mano nella mano, senza più rivolgersi una singola parola. Dopotutto, non era necessario aggiungere qualcos'altro.
Si erano capiti grazie ad un semplice sguardo, ed era meglio così.
Il costante rumore dei loro passi, era l'unica cosa che si riusciva a sentire, assieme al loro battito cardiaco dal ritmo fin troppo veloce.
Completamente in sincronia, finirono di percorrere il tanto odiato corridoio, arrivando così davanti ad altre strade molto simili.
A guidare quella sorta di maratona infinta era proprio Jungkook, il quale era uscito ed entrato molte volte da quella struttura, quindi ne aveva memorizzato perfettamente la piantina.
Tae-hyung, invece, conosceva molto bene uno di quei tanti passaggi. Perciò, immediatamente, un terribile senso di colpa si impossessò di lui, del suo cuore.

«Jimin...» sussurrò, fermandosi di scatto e voltandosi nella direzione opposta, fissando con insistenza una porta in particolare.
Jungkook corrugò le sopracciglia, fermandosi a sua volta a qualche centimetro di distanza dal biondino.
«Devo prima salutare Jimin» affermò, lasciando la mano del più piccolo, e incamminandosi velocemente verso la cucina.
A grandi falcate, raggiunse la sua meta, respirò a fondo, e solo dopo alcuni minuti entrò.
La prima cosa che vide, fu proprio il suo migliore amico, il quale se ne stava davanti ai fornelli e fissava un punto impreciso davanti a sé. Sembrava in ansia, totalmente preoccupato.
Il giovane si avvicinò dietro di lui, com'era solito fare, e dopo un attimo di esitazione, posò una mano sulla sua spalla.

Jimin immediatamente si girò e, incontrando gli occhi di Tae-hyung, abbracciò quest'ultimo senza pensarci due volte. Gli era mancato troppo.
«Cristo, sei qui!» esclamò, stringendo ancora il corpo in forma del suo amico.
«Sai quanto ero in pensiero? Io...-»

«Jimin» lo interruppe il biondino, staccandosi lievemente da quell'abbraccio.
«Sto... andando via» pronunciò quelle parole con molta difficoltà. Non avrebbe voluto abbandonarlo, così, di punto in bianco.
Abbassò lo sguardo verso il pavimento, aspettando di essere sgridato, insultato, spintonato, qualsiasi cosa.
In realtà, però, non accadde nulla di ciò che si era immaginato.
Tae-hyung sentì la presa intorno alle sue braccia indebolirsi, e riuscì ad udire il battito cardiaco del suo amico accelerare a dismisura.

«Tu... Cosa?» furono le uniche parole che Jimin riuscì a pronunciare, completamente esterrefatto.

«Andrò via con Jungkook, uscirò finalmente e sarò davvero felice!» il biondino sorrise, stringendo le mani del più piccolo, ma non notò in quest'ultimo la sua stessa gioia.
Era più tristezza, quella che riusciva a percepire.
«Non vuoi che io sia felice?» chiese poi, mentre il suo ampio sorriso spariva lentamente.

«Sì, ma...-»

«Allora perché hai quella faccia?» domandò ancora, senza curarsi di averlo interrotto nuovamente.
«Perché ultimamente ogni cosa che faccio sembra non piacerti mai?» alzò un po' il tono della sua voce, ponendo fine al loro contatto fisico.
«Prima il bacio, poi Jungkook, adesso questo!» il giovane gesticolò distrattamente, mentre i suoi occhi iniziarono a pizzicare.
«Qual è il tuo problema?» chiese infine, esasperato, deluso.

«Il mio problema?» replicò Jimin, sorridendo amaramente, e inziando ad innervosirsi.
«Sono egoista, hyung, ecco qual è il mio problema!» gridò, incrociando le braccia al petto, mentre una lacrima iniziò a rigare delicatamente una sua guancia arrossata.
«Mi sento terribilmente triste, e solo, quando ti vedo con Jungkook, quando mi rendo conto che puoi fare benissimo a meno di me!» aggiunse, fissando negli occhi il suo amico.
«Perché non puoi rimanere qui?Perché devi abbandonarmi in questo modo?» il ragazzo iniziò a sferrare piccolo colpi contro la spalla di Tae-hyung, il quale immobile li subiva senza mai reagire.
«Perché Jungkook, in così poco tempo, è diventato più importante di me?» pose l'ultima domanda, ed iniziò a singhiozzare in modo sempre più insistente, come mai aveva fatto.

«Stai dicendo un mucchio di cazzate» fu la sola risposta che il diretto interessato riuscì a dare, senza però esserne molto convinto.

«Sì, giusto?» chiese ironicamente il cuoco, asciugando velocemente alcune lacrime di troppo.
«Allora perché non resti qui? Perché non lasci andare via quel bastardo?!» domandò per la milionesima volta, gridando molto di più.

«Smettila!» urlò Tae-hyung, sentendosi sempre più in colpa.

«Dovrai scegliere: o me, o lui» era l'unica condizione di Jimin, la più dolorosa.
L'ibrido ne fu totalmente sorpreso. Non avrebbe mai potuto fare una scelta in quel modo, sarebbe stato troppo per lui.
Girò il capo nella direzione dell'uscita, scorgendo dalle finestre delle porte la figura di Jungkook poggiato contro un muro. Poi, si rivolse a Jimin, che lo guardava insistentemente e con il viso zuppo di lacrime.
Scegliere? Avrebbe preferito di gran lunga morire, piuttosto.
Iniziò a tremare, a guardarsi intorno, a pensare ad una soluzione, una via di fuga.
Ecco, però, che un ricordo si fece spazio nella sua mente.
"Choisissez l'amour", era il titolo del libro che gli aveva dato Jimin.
Quello che aveva finito di leggere alcune settimane prima, di cui apparentemente non vi era né l'intestazione, né il nome dell'autore. In realtà scoprì che quelle informazioni erano scritte all'ultima pagina. Pagina trecento.
Fu dura, ma alla fine dovette scegliere, e anche in fretta.
«Ti voglio bene, Jimin. Non dimenticarlo mai» Tae-hyung posò un bacio delicato sulla sua fronte, e dopodiché gli diede le spalle, iniziando poi a camminare lentamente e con molta difficoltà.

Da quel gesto Jimin capì molte cose.
Capì quanto fosse doloroso perdere il suo migliore amico in quel modo, quanto l'amore potesse cambiare le persone, potesse portarle via, allontanarle.
Comprese di non poter nulla, al cospetto di quel forte sentimento.
Incassò un colpo molto violento, in silenzio, in disparte, senza poter reagire in alcun modo.
Avrebbe dovuto accettare la dura realtà, la scelta che il suo migliore amico, la persona a cui teneva di più, aveva fatto.
Infatti, Tae-hyung non aveva scelto Jimin. Non amava Jimin, e non lo considerava talmente importante da rinunciare a Jungkook.
L'amicizia non può andare così oltre, non può sfidare l'amore, non potrà mai avere la meglio in casi come quelli. 
Un buon amico deve rimanere al suo posto, deve essere felice quando lo è l'altro, senza imporsi, senza essere egoista. Deve intervenire solo se egli è triste, se ha bisogno di qualcuno su cui contare, un abbraccio accogliente in cui potersi riparare, sentirsi al sicuro.

Un buon amico, deve anche sacrificarsi quando è richiesto.

Jimin riuscì a vedere delle guardie passare davanti alle porte della sua cucina, ed impiegò davvero poco tempo per capire ciò che stava accadendo.
Tae-hyung e Jungkook sarebbero stati in pericolo, non avrebbero più avuto l'opportunità di scappare, insieme.
Doveva assolutamente fare qualcosa.
In pochi secondi uscì da quelle quattro mura, precipitandosi con poca grazia nel corridoio.
Doveva distrarre quegli uomini, che non erano ancora giunti a destinazione.
Corse, e picchiettò la sua mano contro la spalla di una delle guardie.
Quando questa si girò, in contemporanea lo fecero anche tutte le altre.
Perfetto, fu l'unico pensiero del piccolo ragazzo.
Avrebbe solo dovuto fare qualcosa per tenerli occupati, qualsiasi cosa.
Senza neanche pensarci, sferrò un pugno contro la guancia dell'uomo, il quale non si mosse di una virgola.
Non stava affatto funzionando.
Quelli gli diedero ancora le spalle, riprendendo a camminare.
Allora Jimin, perse completamente il lume della ragione.
Camminò ancora, chiamando per la seconda volta quella guardia.
Poi, iniziò a colpirlo più duramente, senza fermarsi, quasi fosse impazzito.
Non si sarebbe arreso per nessun motivo.

Tae-hyung ad un certo punto arrestò la sua corsa, tirando Jungkook per un braccio.
Aveva sentito qualcosa, un rumore forte, simile ad un rimbombo.
Puntò gli occhi azzurri in quelli del moro davanti a lui, spalancadoli.
«Quello non era mica...-»

«Jimin!»

Joke Of Nature 悪魔 || VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora