CAPITOLO 17

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Vengo svegliata improvvisamente da una forte tosse, che mi impedisce di riprendere fiato.

"Skylar!"

Suga fa irruzione in camera e mi raggiunge, cercando di farmi stare dritta e di aprire i polmoni, facendo entrare aria. Dopo un paio di minuti riesco a calmarmi del tutto, cadendo esausta sul cuscino, sotto agli sguardi spaventati dei ragazzi, che sentendo tutta questa confusione, non ci hanno messo molto ad arrivare.

"Stai meglio?"

"Sì...grazie"

"Sarebbe meglio chiamare il direttore e portarti all'ospedale, è da tanto che non fai una visita di controllo" propone Namjoon, ma spalanco subito gli occhi, pregandolo mentalmente di non farlo.

"Mi dispiace tesoro, ma è per il tuo bene e dobbiamo farlo" lo appoggia Jin, capendo le mie intenzioni di far finta di niente e continuare le nostre attività come se niente fosse.

Sbuffo e mi alzo dal letto, sorpassando i ragazzi e mettendo una felpa sopra la maglia a maniche corte con cui dormivo. Afferro le scarpe da ginnastica e mi sistemo i leggins, passando le mani sulla stoffa nera e cercando di appiattire tutte le pieghe formate dal contatto con il materasso.

"Dove stai andando?"

"A fare una passeggiata" urlo scendendo le scale e afferrando il cappotto, per poi catapultarmi fuori di casa senza aspettarmi una risposta.

Cammino per un paio di minuti, per poi fermarmi e prendere respiri profondi, godendomi l'aria gelida di dicembre. E' caduta tanta neve in questi giorni e le strade imbiancate sono uno spettacolo meraviglioso. Il sole splende sopra la città e il via vai di persone che corre da un negozio all'altro per comprare gli ultimi regali è buffo. Rimango ad osservare per un po' un ragazzo sommerso da scatoloni e pacchetti regalo, mentre si affretta a tirare il guinzaglio del cane che tiene con sforzo, rimanendo sorprendentemente in piedi.

"Ma tu sei Skylar?"

Mi volto immediatamente, per poi vedere davanti a me una ragazzina sulla quindicina: folti capelli neri le ricadono sulle spalle, mentre le guance si colorano di un rosso acceso non appena realizza di avere davanti la persona aspettata. Si esibisce in un profondo inchino e mi sorride, mostrando denti bianchissimi fra labbra carnose rosee.

"E' un sogno poterti incontrare, piacere. Mi chiamo Somi"

"Ciao Somi, il piacere è tutto mio"

Sorrido alla timidezza di questa ragazzina, notando la camicetta della divisa che si tortura tra le mani dal momento in cui ha aperto bocca.

"Stai andando a scuola?" le chiedo per cercare di rompere il ghiaccio.

"Uhm? Oh, sì...stavo giusto per prendere l'autobus"

"Beh, allora è meglio che ti affretti o lo perderai, vuoi fare una foto?"

"Oh no, grazie, non voglio disturbarti"

"Ma figurati, è un piacere per me"

Vedo che ci pensa un po' su, per poi scuotere la testa.

Sorrido a quel gesto.

"Non ti va di raccontare alle tue amiche chi hai incontrato?"

"Oh, non mi interessa quello. Non uso i social e soprattutto non andrei a sbandierare ai quattro venti il fatto di averti incontrata. Sono contenta di aver avuto la possibilità di vederti e di parlare con te, perché sei il mio Idol preferito. Ma allo stesso tempo, voglio che rimanga un onore mio, di nessun altro. E anche se volessi dirlo a qualcuno, non credo mi ascolterebbero"

THE 8TH MEMBER 3 (BTS FF)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora