cops and robbers [completato]

s i x t e e n

"don't try to have me,
let's just stay like this,
you're making it
more painful, why?"

✧ ✧ ✧

sbuffo e lo bacio di nuovo.
lui mi prende il viso, rendendolo un lunghissimo bacio a stampo.
lui cerca di rendere più profondo il bacio, ma io lo fermo immediatamente mettendo una mano fra i nostri visi.

«l'ho fatto solo perché ero costretta.» lo avverto, anche se nemmeno io sono così sicura di quello che sto dicendo.

l'ho fatto perché volevo che lui restasse con me, oppure perché lo desideravo?
perché voglio che lui resti con me?

vedo la sua espressione cambiare in una che non riesco a descrivere.
sembra quasi deluso? triste?
annuisce e poi mi rimette a terra.

«salimi sulle spalle, i piedi devono farti male.» piega leggermente le ginocchia, mentre la sua schiena è volta verso di me.

salgo subito sulla sua schiena e lui si rialza, iniziando a camminare.
la maggior parte del tragitto lo passiamo stando zitti, poi il silenzio viene rotto da entrambi nello stesso momento.

«-hai passato una bella serata con Mingyu?
-non dovresti essere nell'appartamento che vi hanno dato?»

resto zitta, non ho il coraggio di rispondere.

«sono scappato. non è difficile scappare da una porta che non è nemmeno chiusa a chiave.» risponde lui, con un tono privo di emozioni.

«perché sei scappato? sapete che non potete.»

stringe la presa sulle mie caviglie, che sta tenendo per evitare che io cada.

«perché ero geloso.»

alla sua affermazione spalanco gli occhi e il cuore comincia a battere velocemente.
probabilmente anche lui è in grado di sentirlo.

«però non c'era nessun motivo per esserlo. ti è stato dato un grandissimo due di picche, non è così?» ora il suo tono è estremamente canzonatorio. mi sta prendendo in giro.

«giuro che domani uccideró sia te che quell'idiota!» grido, colpendo la sua possente schiena con un pugno.

✧

«le scarpe le puoi mettere lì.»

entro nell'abitazione prima di Jimin, che nel frattempo si sta togliendo le scarpe.
non appena entra, si ferma nell'atrio, non sapendo cosa fare.

«siediti sul divano per un attimo. vado di là a cambiarmi-» dico, ma prima che possa finire completamente la frase vengo fermata da lui.

«perché dovresti andare di là per cambiarti?»

resto a guardare il vuoto per un attimo, confusa dalle sue parole, finché non realizzo.

«ti ricordo che sono stato la tua prima volta.» quasi sussurra, cercando di provocarmi.

«e me ne pento!» mento, pronta a lanciargli i vestiti che ho in mano.