La storia di Erik

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Erik era un ragazzo di 16 anni viveva nel Gloucester con Adelaide, sua madre.
Dopo la morte di suo padre avvenuta quando aveva solo 10 anni, sua madre si chiuse in se stessa, in un guscio di tristezza e malinconia.
Così Erik si ritrovò ad affrontare tutti i suoi problemi da solo.
L'unica cosa che stranamente lo confortava era il buttarsi sullo studio, infatti nella sua classe era uno dei migliori, ma anche stare con la sua migliore amica Leila che non si era mai stancata di lui, davanti a lei poteva essere se stesso.
Leila gli faceva tornare la voglia di vivere, riusciva a non pensare a suo padre.
Quando lei non c'era il pensiero della morte di suo padre non lo lasciava mai in pace tormentandolo di continuo, togliendogli il sonno, la fame e la voglia di interagire con qualsiasi essere umano.
Erik, quando tornava a casa si dirigeva sempre nella piccola baita dietro casa sua, che aveva costruito con suo padre, prima che morisse, ogni volta sentiva ancora le risate e i colpi di martello sul legno per fissare le assi e quei maledetti chiodini che sgusciavano sempre via, all' improvviso sentì una piccola lacrima scendere e tra se e se disse:
"Erik smettila di rimuginare sul passato... ormai non ritornerà più!"
Aprì la porta e sentì un leggero cigolio che ogni volta accompagnava quel vuoto ormai straziante, entrò e vide in lontananza il camino, con l'ultimo tizzone che si stava spengendo lentamente, si avvicinò alla piccola lavagna, appesa in un angolo polveroso delle casetta e come ogni sera prese la foto appesa con raffigurati lui e Leila, solo che ultimamente lui la considerava molto più che una semplice amica, si era innamorato di lei, infatti pensava di invitarla alla festa che ci sarebbe stata in paese prima che lo facesse qualcun'altro.
Rimise la foto appesa alla lavagna e si recò vicino alla scrivania, quella scrivania che tanto adorava suo padre.
Si sedette e aprì il suo diario, un po' impolverato ma completamente intriso di emozioni e iniziò a scrivere, a mettere i sentimenti che aveva provato anche quel giorno, scrisse che avrebbe voluto abbracciare di nuovo suo padre e che avrebbe voluto cancellare una volta per tutte il passato, che vorrebbe parlare con Leila e dirgli quello che sente... vorrebbe...più coraggio.
Vorrebbe dire a Leila grazie, per essere stata accanto a lui e per non averlo mai lasciato, ma si faceva prendere dall'emozione e non era mai riuscito a dirglielo.
Scrivere sul suo diario era una cosa che adorava fare a differenza di molti altri ragazzi della sua età... l'undicesimo rintocco dell'orologio lo fece ritornare alla realtà, era già passato molto tempo, domani sarebbe dovuto andare a scuola così chiuse la porticina di legno con lo stesso solito cigolio che sembrava salutarlo e si diresse in camera sua.
L'indomani Erik si svegliò come era sua abitudine, prese il primo toast ancora fumante, sfornato appena da sua madre e si mise a correre per prendere il pullman alla fermata fuori casa sua.
Si aprì il portellone, si sedette sul sedile e dentro di se disse:
"Oggi devo farlo,devo farlo, parlerò con Leila... non posso farmi sfuggire questa occasione, oggi ci parlerò!"
Arrivato a scuola, Erik aprì la porta e il solito rumore degli armadietti che sbattevano lo accompagnarono nel corridoio finché... si fermò un secondo, i suoi occhi si posarono su Leila, era il momento per parlarle, all'improvviso l'aria si fece più calda, il cuore iniziò a battere e il tempo sembrò rallentare sempre di piu.
"Erik muoviti che stai facendo!" Si disse da solo.
Il tempo riprese a scorrere come sempre, fece un bel respiro e si avvicinò a Leila, anche se la conosceva da tanto tempo era come se stesse andando a parlare con una perfetta sconosciuta:
"Ciao Leila posso parlarti un attimo?"
"Ehi Erik...Sì certo dimmi!"
"Sai passavo di qua, e siccome tra poco ci sarà una festa in città e di solito si va con qualcuno, sai com'è...mi chiedevo se per caso...."
"Ma certo Erik verrò con te, va bene, alle 20:00 davanti a casa tua... sii puntuale almeno li, ci vediamo dopo a mensa?" disse sorridendo.
"Sì...certo, allora a dopo". Per questa ultima frase aveva un nodo alla gola.
Rimase sbalordito, era riuscito a chiederglielo, ce l'aveva fatta questo era l'importante.
Un forte:
"Driiiiiiin" interruppe i suoi pensieri così se ne andò in classe, ignaro di quello che sarebbe successo.

Erik e Leila : un mondo da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora