La rottura...

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"Ragazzi torniamo a casa sta per ricominciare a piovere, dobbiamo sbrigarci!" Disse Erik.

Ripercorsero la strada per arrivare all' "albergo" dove alloggiavano sempre con la mente rivolta verso le parole scritte sulla tomba ma anche cercando di capire chi fosse la persona che le stesse spiando.
Prima di andarsene dalla tomba Isabel aveva ricalcato le parole scritte sulla lapide così da potersele studiare al meglio.

Arrivati all' albergo entrarono, e con grande sorpresa trovarono la tavola già imbandita con delle belle zuppe fumanti, pane e se l' olfatto non tradiva Leila sul fuoco c'era anche del pollo.

Arrivò il proprietario che si stava sfregando le mani come al solito sul suo grembiule.
"Già tornati? Pensavo di dover cominciare da solo!"
"Sì, abbiamo visto che sta per ritornare una tempesta."
"Avete fatto bene, meglio non rischiare; Avete trovato il vostro parente al cimitero?"

Erik non si ricordava della scusa che aveva usato quindi disse:
"Scusi ma di chi..."
Leila non gli diede il tempo di finire la frase che gli tirò una gomitata per farlo "svegliare".
"Ah, nostra prozia, sì è stata facile trovarla!"
"Sono contento per voi, ma basta aspettare, cominciamo a mangiare, forza sedetevi pure."

Erano tutti e tre affamati e non ci misero molto a spazzolare via la zuppa anche se erano più in ansia per il pollo.

"Allora, ditemi qualcos'altro di voi! Come mai siete venuti da soli? I vostri genitori dove sono?"
Si guardarono tutti e tre in faccia non sapendo cosa dire, ma Erik prese in mano la situazione:
"Beh sa, nostro padre è morto di una terribile malattia e nostra madre deve badare a nostra nonna che non sta molto bene."
"Ah, mi dispiace non lo sapevo scusatemi."
"Non si preoccupi." Lo rassicurò Isabel, facendo l'occhiolino a Erik come per dirgli ben fatto.

"E quanto rimarrete qua ragazzi?"
"Non lo sappiamo però..."
A Isabel venne un idea così interruppe Leila per dire:
"Beh, sa nostra zia prima di morire ci aveva dato una cosa, una cosa di cui non capiamo il significato e siamo venuti qui per cercare qualcuno disposto ad aiutarci."

Così tirò fuori il pezzo di carta ricalcato con scritto:
" Por trovi la pecon, la gusto de sango de la lasta prapatro devos verši."
Lo mostrò al signore e gli chiese:
"Ci ha lasciato scritto questo parole ma non sappiamo cosa significhino."
Tirò fuori gli occhiali e continuò:
"Fatemi vedere!"
Lo osservo per bene e successivamente esclamò:
"No, mi dispiace non saprei propio, non capisco che lingua sia."
Leila e Erik la stavano guardando allibiti non capendo perché glie l'avesse fatto vedere.
"Però sapete, so chi potrebbe aiutarvi."
"Ah sì? Chi sarebbe?"
"In fondo al villaggio abita Igor, tutti lo considerano un vecchio pazzo ma lui potrebbe dirvi ciò che cercate."
"Grazie dell'informazione, allora domani andremo da questo Igor." Disse Erik.


In seguito Leila si alzò dal tavolo appoggiando il fazzoletto che aveva sulle gambe.
"Ehi dove vai? Non lo vuoi il pollo?"
"No grazie sono stanca voglio andare a letto, tutto squisito comunque."
"Dai Isabel, resta con noi."
"No no davvero, voglio andare a dormire, buonanotte a tutti."
"Ci scusi, però è meglio che andiamo anche noi."
"Sì capisco, non vi preoccupate e buona fortuna per domani!"

Isabel e Erik salirono le scale, entrarono in camera loro e videro Leila affacciata alla finestra.
"Non dovevi andare a letto? Che ti è preso Leila?"
"Come fati a fidarvi di lui?"
"Leila, ci sta aiutando, ci ha indicato anche dove andar a cercare il prossimo indizio."
"È troppo strano, è sempre lì che ci fa domande sulla nostra famiglia ma soprattuto, Isabel...perché gli hai fatto vedere la scritta che abbiamo trovato?"
"Volevo solo aiutare."

"Ehi Leila lasciala in pace."
"Perché ora la difendi, era meglio se la lasciavamo dove l'avevamo trovata, non ci serve a niente è solo un peso e ha rischiato di farci pure scoprire."
Tutti rimasero muti davanti a quella sfuriata, sorpresi perché non avevano mai visto Leila in quelle condizioni.

"Allora è questo che pensi di me, sai hai ragione sono un peso, allora è meglio che me ne vada."
Isabel uscì dalla porta, scese le scale e uscì dall'albergo allontanandosi piangendo sotto la pioggia.

"Isabel, dove vai ferma torna qua! Guarda cosa hai fatto Leila..."
"Tornerà Erik, stai tranquillo." Rispose con tono tranquillo anche se dentro di sé sapeva di aver fatto un errore imperdonabile.

"Perché l' hai trattata così?"
"Perché è un peso Erik." Il tono si faceva più insicuro che mai.
"Lo sai Leila...ora il peso sei tu."
In quel momento capì che il mettersi contro Isabel e Erik era il più grande errore che potesse commettere, è tutto per cosa...per gelosia nei confronti di Isabel.

La notte passò lentamente per tutti e si riposarono entrambi per un paio d'ore o poco più.

Leila era già sveglia e stava ancora guardando fuori per vedere se Isabel era nei paraggi, se stava tornando, ma niente.

Erik si vestì, mise la maglia, i pantaloni e uscì dall'albergo, con Leila che lo seguiva senza rivolgergli la parola, almeno lei avrebbe voluto ma Erik non la calcolava.
Sì diressero verso l'ultima casa del villaggio, non ci avrebbero messo molto poi Leila disse:
"Erik, aspetta, fermati un attimo."
Erik non si voltò nemmeno.
"Erik fermati subito."
Ma lui fece finta di niente tirando dritto.
"Senti Erik mi dispiace okay, ho sbagliato."
Si fermò, ma non si voltò.
"Ho sbagliato a dire quelle cosa a Isabel, ma ero gelosa capito? Ero gelosa."
"Gelosa...perché dovevi essere gelosa?"
"Perché è stata molto più utile di me, ha trovato lei il passaggio per la tomba."
Erik si voltò si avvicinò, la guardò negli occhi, poi avvicinò la mano e gli mise i capelli dietro l'orecchio.
"Leila, senti, tu non devi preoccuparti, Isabel fa parte del gruppo, è normale che parli anche con lei, però tu mi piacerai sempre."
Erik si fermò tutto arrossito pensando dentro di sé "forse questo non avrei dovuto dirlo".
Ma non fece in tempo a formulare il pensiero che Leila lo baciò, lasciando Erik sì...senza fiato.

Quando finì...Erik era rosso quanto i suoi capelli e disse:
"Grazie?" Diss cominciando a ridere insieme a Leila.
Poi Leila si fermò.
"Ehi che ti prende?"
"Zitto Erik, non voltarti."
"Che succede Isabel?"
"Penso di averlo trovato!"
"Di chi stai parlando?"
"Del tizio che ci stava spiando al cimitero, un ragazzo ci sta guardando anche ora da dietro una colonna."
Erik si girò verso il tipo, era un ragazzo ma non fece in tempo ad osservarlo per bene che cominciò a correre.
"Ehi fermati dove vai?" Gridò Leila.
"Prendiamolo, forza!"

Si misero a correre più velocemente che potevano ma il ragazzo era veloce, finché non lo videro entrare in una specie di casa abbandonata.
"È entrato lì, andiamo!" Disse Erik.
"Ehi Erik."
"Che c'è?"
"Quella è l'ultima casa del villaggio..."

Erik e Leila : un mondo da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora