La canzone

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Il primo pezzo era stato conquistato, ora la tenda divideva i tre "eroi" dalla seconda avventura.
"Ragazze, siete pronte?"
"Insomma..questi viaggi temporali anche se veloci sono estenuanti!" Disse Isabel.
"Mi gira la testa..datemi un secondo."
Intanto Erik si alzò in piedi, anche se lo spazio li dentro era molto ridotto,si tenne con la mano allo sgabello della cabina dato che anche a lui quei viaggi scombussolavamo un po' per i primi minuti.

Si riprese, come anche le altre ragazze, poi allungò la e tirò via la tenda...davanti agli occhi di entrambi comparve una visuale fantastica.
Erano nella cima di una piccola collinetta.
Attorno a loro regnava sovrana la pace che era contornata da dei ciliegi in fiore, simbolo inequivocabile della primavera appena arrivata.

Davanti a loro c'era un immenso lago, le cui acque erano accarezzate dai raggi solari che facevano un simpatico gioco di colori su quel "pezzo di carta."
Un ruscello, in lontananza, "correva" tranquillo e il debole rumore dell'acqua che scorreva provocava nei ragazzi un senso di pace e rilassatezza che non provavano da tempo.
Isabel dallo sguardo sembrava che non avesse mai visto così tanta bellezza, causa tutte le maledettissime giornate dentro il castello.
Si era incantata a guardare due pettirossi che si inseguivamo nel cielo, erano davvero stupendi con quei loro colori, sembrava come se fossero dei piccoli pezzi che si erano staccati dall'arcobaleno.
Quando gli uccellini si stancarono e si posarono sull'albero di ciliegio che avevano visto prima Isabel cerco qualche altra meraviglia da contemplare.
Dopo aver notato papaveri rossi come il fuoco spuntare dal terreno e averne colto qualcuno da matterei tra i capelli, si affacciò all'estremità della collina, e disse:
"Ehi Erik guarda laggiù."
Erik si diresse dove indicava e davanti a lui comparve un villaggio, non molto grande ma accogliente alla vista,
"Un villaggio, è sicuramente lì che dobbiamo andare, altrimenti la macchina non ci avrebbe portato qui."
"Magari potremo anche riposarci li.." Disse Leila che era molto stanca.
"Ehi Leila, quante provviste ci rimangono dentro lo zaino?"
Leila lo aprì e cominciò a rovistare dentro.
"Allora qui abbiamo..un pezzo di pizza al salame piccante avanzato duro come il marmo...una barretta al cioccolato e mezzo panino, che non ha un bell'aspetto sinceramente."
"Le provviste se si possono chiamare così finiranno tra pochissimo..e quella è l'unica direzione sensata, sia per trovare cibo che per trovare il secondo pezzo."
"Ragazzi il gettone che manca è quello con inciso Dakkar, devo aver inserito quello, ma cosa vorrà dire?Cioè, se prima eravamo nel medioevo, ora che posto è questo?"
Isabel rispose:
"Ecco appunto ragazzi, non lo sappiamo, e non abbiamo neanche il tempo per pensarci ora, quindi muoviamoci, andiamo in quel villaggio prima cha cali il sole e prima che questa fame mi cresca di più!"

Nonostante le indecisioni si incamminarono verso il villaggio in stile "londinese" che avevano avvistato.
Durante il percorso si fermarono più volte, un po' per la grande fame che gli toglieva le forze, un po' per la stanchezza accumulata che gli faceva cedere le gambe.
Il percorso non era molto lungo, ma i dossi facevano il loro lavoro per farlo sembrare infinito.
Camminarono per parecchio tempo, erano davvero esausti, ma alla fine arrivarono alla soglia del villaggio e notarono un immensità di persone che si dirigevano in un unica direzione, attratti da della musica.
"Ehi, dove starà andando tutta questa gente?"
"Beh, seguiamoli, non faranno neanche caso a noi, guarda quanti sono!"
Il popolo era allegro e tutti dai più piccoli bambini ai più veterani del villaggio festeggiavano.
Ghirlande erano poste dappertutto, ragazzini sfrecciavano per le strade di pietra rossa e venivano scolate pinte di birra a perdita d'occhio.

Seguendo la folla si ritrovarono in una piazza "ricoperta" dalla baraonda che si placava nel centro, dove stava suonando e cantando qualcuno che sembrava piacere molto.
"Proviamo ad avvicinarci, voglio vedere cosa succede li in mezzo!"
Tutti e tre i ragazzi erano attratti da quella melodia e da quella voce che ancora non si distingueva alla perfezione con tutta quel rumore.
Si addentrarono tra le persone, fino ad arrivare nel punto in cuoi tutti ascoltavano affascinati un ragazzo cantare e suonare.

Era alto, con dei capelli tutti in disordine "appoggiati sulla fronte", gli occhi verdi fisavano un punto nel vuoto, mentre le mani stringevano una bellissima chitarra.
Stava cantando una canzone, che era quasi ipnotica.

Si misero pure loro ad ascoltare quella voce graffiante e persuadente che cantava queste parole:
"Un giorno un pescatore mi disse devo andare dove la mia barca non può più venire, i remi tra le mie mani son divenuti pesi che il mio cuore regge da molte anni interi.

Mi aspettano in cima a questa collina dove i cipressi attendono da quando il mio primo pianto ho dato alla natura avendo ipotecato la fine di una storia.

Ma l'importante mi disse è amare con il cuore e non lasciarsi trasportare solo da parole tenere tra le braccia di chi ti ha dato amore di chi ha pianto amaro per un tuo errore e ridi ridi sempre perché il tuo sorriso rimanga nella mente di chi chiunque ti abbia dato la sua mano per saluto.

Oggi mi ricordo di quel triste incontro dove un pescatore mi ha detto senza pianto che sopra la collina ci son case di cemento da dove lui vedeva il suo lago e il suo tramonto.

Non Socrate o Platone o qualche libro antico erano parole di un animo colorito la pelle corrugata dal vento sulla fronte il gelo nelle ossa di chi lavora sempre.

Io mi ricordo che lui mi ha detto ama con il cuore non lasciarti trasportare solo da parole tieni tra le braccia chi ti ha dato amore di chi ha pianto amaro per un tuo errore e ridi ridi sempre perché il tuo sorriso rimanga nella mente di chiunque ti abbia dato la sua mano per saluto."

La canzone finì lì e tutti applaudirono il giovane entusiasti, lanciandogli monetine a destra e sinistra.
"Ragazzi anche se è stato bellissimo non dobbiamo distrarci, bisogna  capire il senso di questa parola DAKKAR, la risposta è intorno a noi, dobbiamo solo trovarla."
"Si, ma il problema è...dove?"

Leila lo interruppe nel mezzo del pensiero e disse:
"Andiamo in quell'osteria forza, non riesco a pensare con tutta questa confusione e magari potremo metter qualcosa sotto i denti li."
"Osteria del pescatore..beh sinceramente ho un certo appetito e pensare mangiando non è per niente una pessima idea" Disse Erik.
Aprirono la porta un po' malandata, l'osteria era vuota ma anche lì non mancava la musica che sembrava essere familiare.
"Ehi, ma questa è la canzone che stava cantando il ragazzo di prima." Disse Isabel.

Le parole risuonavano nell'aria come un tormentone ormai ma tutti e tre pensarono che magari quella era la canzone che andava di moda in quel periodo.
Si adagiarono su un tavolo e il lontananza, non molto lontano sul bancone videro un signore anziano che con il suo vecchio straccio logoro, strofinava alla perfezione un bicchiere di vetro che risplendeva.
Quando si accorse della presenza dei ragazzi si diresse da loro poi cominciò a parlare:
"Benvenuti all'osteria del pescatore che posso portarvi?"

Era un signore basso, con delle folte sopracciglia e dei baffi un po' ingialliti, portava un grembiule bianco o almeno una volta lo era.
"Eh...buonasera...ci porti una...tre zuppe di pesce." Disse Leila nella fretta.
"Certamente, arrivano subito." Poi si incamminò nella cucina.

La canzone ricominciò da capo, ma proveniva da un vecchio grammofono quella musica quindi magari si era solo inceppato il disco,
Dopo pochi minuti il signore ritornò e poggio tre zuppe fumanti sul tavolo, però prima che se ne andasse Erik gli chiese:
"Scusi signore, le vorrei chiedere una cosa."
"Dimmi pure giovanotto."
"Oggi camminando nelle strade abbiamo sentito molte volte la parola Dakkar, ma siamo stranieri ed è la prima volta che veniamo qui, le ci saprebbe dire che vuol dire?"

Il signore si mise a ridere.
"Sul serio? Voi non sapete chi è Dakkar?"
"Quindi è una persona?"
"Certamente, lui era..."

Erik e Leila : un mondo da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora